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MALFATTORI E BIRRI NEL FOSCO FIN DEL SECOLO MORENTE

Prefazione di Athos Bigongiali.

L’ultimo trentennio dell’Ottocento fu caratterizzato, sul piano economico, da una grande depressione che determinò un netto rallentamento della crescita economica e degli scambi commerciali. Questa crisi, che ebbe forti ripercussioni in Italia provocando depauperamento e repressione, a Pisa ebbe effetti duraturi soprattutto nell’accentuare le differenze di classe, con il conseguente formarsi di due città contrapposte: quella borghese e quella popolare e proletaria. In questo libro si racconta, con una documentazione in gran parte inedita e originale, la genesi e il primo sviluppo di questo dualismo, che poi ha fortemente condizionato la storia della città anche nel secolo successivo. La città borghese difesa da un opprimente e occhiuto sistema repressivo – che trovò nei “birri” i suoi più fedeli e meticolosi esecutori – contro la città popolare e proletaria con i suoi “malfattori”, apostoli del liberato mondo che animarono i luoghi del lavoro, i quartieri e i borghi popolari, le piazze, i vicoli, i mercati, le fiaschetterie, rivendicando un mondo di eguali e liberi da ogni sopruso e sfruttamento.




Farestoria. Società e storia pubblica Nuova serie, Anno IV, n. 2 2022

La deindustrializzazione in Toscana
a cura di Federico Creatini

 

Adottando una prospettiva multidisciplinare, il numero intreccia le specificità del caso regionale con le tendenze e le prospettive di ricerca dei Deindustrialization studies. Dialogando con una storiografia sempre più consistente e integrandola con indagini statistiche e archivistiche, i contribuiti hanno cercato di esplorare i modelli sociali, le forme di lavoro e le pratiche di memorializzazione che hanno sostituito o riconvertito gli spazi lasciati aperti dalla crisi della grande industria novecentesca.

Ne affiora un quadro eterogeneo, segnato dal riemergere di istanze di conflittualità, dalle conseguenze sociali delle ondate di dismissioni, da percorsi di rilancio e di prospettiva e da legittimi interrogativi sulle eventuali peculiarità della deindustrializzazione toscana.

Il tutto spingendo l’analisi all’interno di un dibattito di ampio respiro, capace di toccare quasi tutte le realtà provinciali e di conformare un passaggio importante per comprendere le evoluzioni della «deindustrializzazione» in Toscana, la sua dimensione percettiva e la tangibilità dei suoi riflessi – conflittuali, occupazionali, politici, produttivi e ambientali – sull’attualità.

Introduzione
Federico Creatini, Curatore – p. 5

Saggi
F. Creatini, Una deindustrializzazione in «anticipo»: la Toscana nord-occidentale nel contesto regionale (1971-2007) – p. 11
A. Tonarelli, L’impatto della deindustrializzazione sulla vita privata: il caso di Piombino – p. 31
G. Malavasi, “Il pane della montagna”. La Smi di Campo Tizzoro e Fornaci di Barga – p. 53

Rubriche
Casi studio
G. Sacchetti, No future. Territorio e destino industriale: la provincia aretina (1970-2020) – p. 75
Casi studio
A. Turbanti, La deindustrializzazione in Maremma – p. 85
Casi studio
L. Ciardi, Strategie di sopravvivenza industriale. Il caso del distretto tessile di Prato – p. 95
Comunicare la storia
P. Causarano, Memoria del lavoro e idea di città a Firenze – p. 105
Interventi
F. Carnevale, A. Baldasseroni, Mancata prevenzione, falsa prevenzione e prevenzione efficace negli ambienti di lavoro nell’Italia del Novecento – p. 109

Autori e autrici – p. 135

ISBN 978-88-6144-082-1
ISSN 2612-7164




Farestoria. Società e storia pubblica Nuova serie, Anno IV, n. 1 2022

È in gioco la storia. Giocare il passato nel tempo presente
a cura di Edoardo Lombardi e Igor Pizzirusso

 

I Game studies sono un fenomeno piuttosto recente per la ricerca storica in Italia, una realtà il cui esordio, sulla scia della Public History, porta con sé una serie di spunti di riflessione. La definizione stessa di gioco, ad esempio, occupa uno spazio notevole nel dibattito tra gli studiosi. Questo numero di «Farestoria» intende occuparsi del gioco entro diverse sfaccettature: come forma di “intrattenimento dotato di regole”; come strumento didattico; come mezzo di divulgazione o “nuovo media”; ultimo, ma non meno importante, come opera d’autore. Definizioni molto ampie, evocate in modo tale da riconoscere ai giochi funzioni e caratteristiche complesse e stimolanti per il dialogo tra storici e grande pubblico.

La tipologia alla quale ci si rivolge è quella del gioco in tutte le sue declinazioni: gioco di ruolo dal vivo; video e table games; infine, esperienze virtuali con una componente ludica (prodotti quindi interattivi e partecipativi, ossia che prevedano l’interazione giocante). Tutti media attraverso i quali poter comunicare storia: un vantaggio, senza dubbio, ma anche una caratteristica problematica in certi casi. Tramite gli history games è infatti possibile interagire con il passato, talvolta trasformarlo o conoscerlo. Circostanze che rendono legittimo analizzare e riflettere sui contenuti e sulle narrazioni che i giochi a tema storico propongono: dalla raffigurazione, stereotipizzazione o accuratezza del passato rappresentato, oppure anche solo immaginato nel gioco, fino al rapporto che c’è tra il pubblico e l’idea che quest’ultimo ha del passato rispetto a quella che costruiscono le storiche e gli storici.

A partire da questi aspetti, il presente numero monografico di «Farestoria» va ad indagare, con un’analisi ad ampio spettro, i giochi e i contesti ludici della nostra epoca per capire come essi interagiscono col passato, contribuendo a costruirlo nella sua percezione e conoscenza che se ne ha nella cultura di massa, e quale visione della storia offrono.

Introduzione
Edoardo Lombardi, Igor Pizzirusso, curatori – p. 7

Saggi
C. Daffonchio, The Great Game. Rappresentare l’espansione coloniale europea
attraverso i giochi da tavolo – p. 17
G. Babini, M. Carrattieri, M. Zanoni, Giocare col fuoco. La Resistenza nei giochi da tavolo – p. 37
G. L. Gonzato, G. Sorrentino, Giocare lo sconfitto può consentire di ripensare il passato?
Una proposta di analisi tra board game e videogiochi – p. 55

Rubriche
Forum storiografico
G. Uberti, S. Caselli, Mille e uno… modi di giocare (con) la storia – p. 75
Intervista
“20 days”: This war of mine, giocare il civile in tempo di guerra. Dialogo di Edoardo Lombardi con Wojciech Setlak (11bit Studios) – p. 83
Comunicare la storia
I. Bolzon, La storia “con i se e con i ma”. Un laboratorio di storia controfattuale in museo – p. 93
Comunicare la storia
I. Trotta, Il wargame come mezzo di divulgazione storica: l’esperienza di AFBIS – p. 101

Rassegna tematica
L. De Marchi, Tra dadi e mondi. Contatti tra i giochi di ruolo e la storia – p. 107
Public History
I. Romeo, Trade Unions Quiz. Cgil, la nostra memoria tra gioco e formazione – p. 113
Casi studio
E. F. Russo, Prima guerra mondiale e videogames, il caso di Valiant Hearts – p. 119

Autori e autrici – p. 122

ISBN 978-88-6144-080-7
ISSN 2612-7164




1921

I “fatti”, le “battaglie”, gli “eccidi” di febbraio-marzo 1921 segnarono una svolta per la storia toscana, dove il fascismo arrivò a controllare gli spazi pubblici con molti mesi di anticipo rispetto alla marcia su Roma. Sullo sfondo della violenza politica e dei conflitti che segnarono l’Europa tra Grande guerra e anni Venti, queste vicende segnarono profondamente le società locali, lasciarono segni indelebili nella memoria, divennero oggetto di narrazioni contrapposte.




1940

Il 1940 è la prova decisiva per la dittatura fascista. Guerra al fianco di Hitler o “non belligeranza”?

Per un regime che aveva sempre predicato la necessità della guerra ed esaltato le virtù del combattimento, seguitare con la politica di “non-belligeranza” di fronte alla sconfitta della Francia sarebbe stata un’umiliazione inaccettabile.

Così, con l’imperativo «Vincere e vinceremo!», ebbe inizio la tragedia italiana. Il volume indaga il contesto di quella fatale decisione, analizza il ruolo del PNF e della Chiesa, segue le oscillazioni dell’opinione popolare, e illustra la posizione dei militari e degli antifascisti.

INDICE
Paul Corner, Introduzione
Tommaso Baris, Il PNF in guerra: tra “fascistizzazione” della società e militarizzazione del paese (1940-43)
Paul Corner, L’opinione popolare italiana nel 1940
Simone Duranti, «Abolito il libro e imbracciato il moschetto». Il GUF nella Seconda guerra mondiale
Lucia Ceci, I cattolici tra “non belligeranza” e intervento italiano
Valeria Galimi, L’entrata in guerra dell’Italia e le persecuzioni contro gli ebrei
Nicola Labanca, I combattenti del 1940 e della guerra fascista. Appunti di letture per una ricerca da fare
Antonio Bechelloni, Gli antifascisti nel corso del 1940
Francesco Fusi, Matteo Pretelli, I combattenti alleati di origine italiana nella Seconda guerra mondiale




Area Bombing.

La pubblicazione ricostruisce gli avvenimenti e le strategie utilizzate dagli anglo-americani nelle incursioni aeree sull’Italia durante la Seconda
guerra mondiale. Il materiale documentario utilizzato, in gran parte inedito, ha confermato che la Penisola, anche se non con lo stesso impeto ed effetti distruttivi, fu sottoposta alle medesime strategie di area bombing (bombardamento a tappeto) sperimentate dagli Alleati in Germania e in Giappone.
Grazie ai resoconti dei “Notiziari dell’Ufficio Contraerei”, viene delineato un primo quadro complessivo degli attacchi aerei avvenuti in Italia tra il giugno 1940 e il marzo 1945. Questi provocarono il tracollo del “fronte interno” e l’indebolimento del morale della popolazione civile. Le relazioni stilate dall’“Ufficio” e dall’“Unione Nazionale Protezione Antiaerea” hanno consentito anche di comprendere quale fosse la conoscenza che le autorità militari italiane avevano dei metodi utilizzati dagli Alleati nella guerra aerea, quale fosse la capacità difensiva
della contraerea e l’assistenza che le istituzioni italiane erano in grado di garantire ai sinistrati e agli sfollati.
Nel volume sono riportate cartine, schizzi delle rotte degli aerei che effettuarono le incursioni e in parte quali furono le distruzioni e le vittime causate da alcuni dei principali bombardamenti sulle città italiane. Come caso di studio, con un ricco apparato fotografico, sono riportate le azioni aeree avvenute in Toscana dal giugno 1940 al settembre 1944.




Il Centenario del Partito Comunista Italiano tra storia globale, locale e valorizzazione archivistica.

Il volume raccoglie gli interventi che hanno animato la tavola rotonda organizzata il 24 maggio 2021 dall’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia per riflettere sul Centenario della fondazione del Partito Comunista Italiano. In quella occasione l’Istituto ha puntato sulla valorizzazione delle differenze biografiche e anagrafiche degli invitati, cercando di dare conto degli approcci storiografici di più lunga data, ma anche di quelli maturati negli ultimi decenni. Il tentativo è quello di contribuire allo sviluppo di nuove linee di ricerca in campo storico-antropologico nello studio della storia del PCI. Quello che si propone è un proficuo intreccio tra punti di osservazione e metodologie differenti. È partendo da questo volume che l’Istituto spera di poter dare il suo apporto tanto per l’analisi delle vicende legate al più importante partito comunista dell’Europa occidentale, quanto per aprire spazi di confronto capaci di andare oltre specifiche ricorrenze.




Volontari della libertà.

Marco Manfredi indaga attraverso le tante biografie, battaglie, speranze, miti, parole d’ordine dei garibaldini livornesi con l’intento di approfondire che cosa significava abbracciare la camicia rossa nell’Italia monarchica liberale, ed in particolare quali ragioni spinsero uomini del popolo a diventare combattenti volontari per l’indipendenza e la libertà. Un legame tra Livorno e Garibaldi che non si è spezzato nemmeno con la morte. Proprio in nome di questo legame, afferma Giampaolo Berti, la So.crem ha sostenuto con entusiasmo il lavoro di Marco Manfredi, ricordando come molti garibaldini si iscrissero alla So.crem dopo quello che è stato definito il “tradimento a Garibaldi”.