Nicola Pistelli.

Nicola Pistelli fu esponente di spicco della sinistra democristiana a Firenze fra la metà degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta. Parlamentare, per anni protagonista della politica fiorentina, giornalista, fondatore e direttore della rivista «Politica», morì in un incidente stradale.

Per ricordarne la breve ma rilevante traccia nel pensiero politico, ad oltre cinquant’anni dalla scomparsa sono stati raccolti contributi originali da parte di professori e studiosi qualificati sui diversi temi e nodi che ne caratterizzano l’agenda politica, amministrativa, culturale.

Chiude il volume una significativa appendice di scritti dello stesso Pistelli, per conoscerne o riscoprirne il pensiero senza mediazioni.

Pubblicazione promossa da Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea con il contributo della banca di Cambiano e del Ministero dei Beni Culturali.

Indice:

  • Giulio Conticelli, Giuseppe Matulli, Mario G. Rossi, Introduzione
  • Nota biografica
  • Saggi
    • Francesco Malgeri, Nicola Pistelli nella storia dei democratici cristiani in Italia
    • Mario G. Rossi, Partito cattolico e autonomia della politica: il contributo di Nicola Pistelli
    • Bruna Bocchini Camaiani, Chiesa, politica e società a Firenze negli anni Cinquanta e Sessanta
    • Giulio Conticelli, Firenze, l’Europa e il mondo: Nicola Pistelli e Giorgio La Pira in convergenza
    • Leonardo Bianchi, Nicola Pistelli e la Repubblica delle autonomie
    • Bruna Bagnato, Nicola Pistelli, «Politica» e le nuove prospettive del sistema internazionale (1955-1964)
    • Sebastiano Nerozzi, Dopo lo schema Vanoni. Economia e linee di politica economica in Nicola Pistelli
  • Scritti e discorsi di Nicola Pistelli. Sezione antologica
    • 1. I cattolici col fez
    • 2. Carta d’identità
    • 3. La rivoluzione non è peccato
    • 4. Riflessi politici dei monopoli
    • 5. Dieci anni nella Democrazia cristiana
    • 6. Fascismo storico e fascismo in borghese
    • 7. Chi li riforma i riformatori?
    • 8. Atlantici oppure neutralisti?
    • 9. Togliatti
    • 10. Vanoni è tra noi
    • 11. Intervento in Consiglio comunale
    • 12. Riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza
    • 13. L’ultimo discorso
  • Indice dei nomi di persona



Il 1917 in Toscana

Il 1917 fu un anno di svolta per la Grande Guerra. Scandito dalle rivoluzioni in Russia, dall’intervento nel conflitto di nuovi paesi, da Caporetto, crisi alimentari, insubordinazioni e tumulti, anche per la storia della Toscana il 1917 fu l’inizio di un ciclo di proteste e rivolte che si sarebbe concluso nel dopoguerra.

Emersero nella scena pubblica nuovi attori e ideali capaci di incidere sui rapporti tra Stato e società in una fase cruciale dell’età contemporanea. Nelle diverse Toscane, mezzadrili, urbane o minerarie, dalla costa agli Appennini, dalle grandi città ai borghi sparsi, riemersero antiche forme della protesta intrecciate con pratiche di lotta inedite, mentre altri centri sembravano restare immobili.

Il volume ricostruisce queste vicende, fornisce un contributo inedito su temi spesso dimenticati e mette in rilievo culture, pratiche politiche, ideologie, relazioni sociali, linguaggi che segnarono l’ingresso della Toscana nel Novecento.

Il volume è frutto del comune impegno di tutta la rete degli Istituti toscani della Resistenza e dell’età contemporanea.




Il movimento del ’77

Fratello minore del ’68, detonatore degli anni di piombo, incubatore del “riflusso”, irripetibile spazio liberato? Sfuggente a ogni definizione univoca e luogo di contraddizioni non componibili, disperato e radicale – nonostante l’insistito ricorso all’ironia e al paradosso – come solo i momenti di passaggio sanno essere, il movimento del ’77 fu effige della transizione epocale che avrebbe traghettato il paese dal secolo breve agli incerti lidi della postmodernità.
Una peculiarità tutta italiana, al termine di un decennio, i Settanta, che rappresentò un tornante decisivo della modernizzazione culturale e civile, ma nel quale i conflitti sociali, la violenza politica e i fenomeni eversivi di destra e di sinistra raggiunsero livelli imparagonabili al resto d’Europa.
Frutto di ricerche storiche originali, i saggi qui raccolti gettano nuova luce – affrontandone gli snodi politici, le peculiarità culturali, le articolazioni territoriali – su un movimento collettivo che si confrontò frontalmente e drammaticamente, senza alcuna ipocrisia, con la crisi che investiva i fondamenti politici e ideali della società di massa del Novecento.

Indice

Monica Galfré, Simone Neri Serneri, Per una storia del movimento del ’77. Introduzione
Storie, culture, prospettive
Monica Galfré, «Senza passato né futuro». Il difficile rapporto del ’77 con la storia
Simone Neri Serneri, Il ’77 e il lungo ’68 italiano
Mario G. Rossi, Il movimento del ’77 nella politica italiana
Barbara Armani, Il lungo ’77. L’esperienza del movimento come anticipazione del “nuovo”
Paola Stelliferi, Il 1977 nel femminismo italiano
Alessio Gagliardi, Nella crisi della società del lavoro
Anna Tonelli, Feste, balli, letture. L’altra faccia del ’77
Luca Falciola, La generazione introvabile. Destra radicale e movimento del ’77
Pluralità territoriali
Alberto Pantaloni, Torino. L’eredità di Lotta continua tra crisi e violenza
Davide Serafino, Ma chi ha detto che (non) c’è? L’anomalo ’77 genovese
Roberto Villa, Dare voce alla sconfitta. Le radio, le piazze e le fabbriche a Bergamo
Andrea Tanturli, Alla periferia di un movimento. Il caso fiorentino
Domenico Guzzo, Roma. La chimera insurrezionale e la fine dell’illegalità di massa
Luca Cirese, «Riprendiamoci la vita». I circoli proletari giovanili di Milano, Torino, Roma
Democrazia, violenza e repressione
Roberto Colozza, Il ’77 italiano a Parigi. Reti, percezioni e mobilitazioni
Valentina Casini, Il Partito comunista e il ’77
Marco Grispigni, “Il salto di qualità”. La violenza di strada e i suoi attori
Andrea Baravelli, Difendere Padova! Violenza urbana e azione delle forze dell’ordine
Enzo Fimiani, Dall’altra parte della piazza. Il I reparto Celere a Roma nel 1977
Indice dei nomi
Gli autori




Antifascisti lucchesi nelle carte del Casellario Politico Centrale.

Partendo dalle carte dell’archivio del Casellario Politico Centrale, istituito alla fine dell’Ottocento per far fronte alla crescita dei movimenti di ispirazione anarchica e socialista, il volume – frutto di un lavoro di due anni – propone 120 schede biografiche di antifascisti, uomini e donne i cui nomi sono talvolta rimasti a lungo “nelle pieghe e nei cassetti della storia” (G. Fulvetti) e dei quali si cerca in primo luogo di far emergere quelle “esperienze di vita concrete, intense e a volte tragiche” (A. Ventura) spesso tralasciate in favore di un approccio rivolto agli aspetti più prettamente politico-ideologici.




In viaggio

Il volume raccoglie i pannelli della mostra che organizzammo in occasione del giorno della Memoria 2017 in un vagone merci degli anni ’40 e gli atti del convegno sulla storia e memoria della Shoah, con il patrocinio del Comune di Pistoia e del Cudir Pistoia.

Il volume è a cura di Sara Valentina Di Palma e Stefano Bartolini.

I saggi sono firmati da: Michele Sarfatti, Giovanni Contini Bonacossi, Marta Baiardi, Enrico Acciai e Matteo Stefanori. Prefazione a cura del direttore ISRPT, Matteo Grasso.




La deportazione e il testimone: percorsi nell’archivio di Andrea Devoto




Come lucciole nel grano d’estate

Fin da giovanissimo antifascista, all’età di sedici anni si iscrive al PCI partecipando ai movimenti antifascisti del ’43 in provincia di Siena. Entra far parte della Brigata d’Assalto Garibaldi “Spartcao Lavagnini”. Nome di battaglia: “Lampino”.




Squadrismo grigioverde.

Inserendosi a cavallo tra due campi di studi negli ultimi anni particolarmente fecondi, l’occupazione italiana dei Balcani e la «guerra ai civili» scatenata dalle forze nazifasciste nell’Europa occupata, l’opera si pone quale obiettivo l’indagine sulla formazione, l’impiego ed il contegno tenuto al fronte dai battaglioni “squadristi” della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.), da questa organizzati tra il 1941 e il 1943 in funzione soprattutto di occupazione e controguerriglia nel settore jugoslavo.