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Centro di documentazione di Villa Lanzi (Campiglia Marittima)

Sede e contatti
Presso il Parco archeominerario di San Silvestro, via di San Vincenzo 34/b, Campiglia Marittima (LI)
Telefono: 0565.226445
Fax: 0565.226521
E-mail: prenotazioni@parchivaldicornia.it
Sito web: http://www.parchivaldicornia.it/it/centro-doc-villa-lanzi.html

Organi direttivi
La struttura è gestita dalla Parchi Val di Cornia SpA
Presidente: Francesco Ghizzani Marcìa

Breve storia e finalità
Villa Lanzi è un edificio cinquecentesco voluto da Cosimo I de’ Medici per ospitare le maestranze specializzate provenienti dalla Germania, i Lanzi, chiamate a lavorare nelle miniere di Campiglia Marittima. L’edificio fu costruito nel 1556, su progetto di Baldo da Lutiano e, nonostante le consistenti modifiche architettoniche subite, conserva l’originario aspetto residenziale, differenziandosi dai fabbricati di carattere industriale presenti nel Parco di San Silvestro.
La Villa, posta a fianco dell’Ostello di Palazzo Gowett nell’area di Valle Lanzi, fronteggia la Rocca di San Silvestro, ed è oggi il centro di raccolta e conservazione della documentazione relativa agli studi, alle ricerche e ai progetti riguardanti il territorio della Val di Cornia, con particolare riferimento al sistema dei Parchi. Conserva inoltre nel proprio Archivio l’intera documentazione storica prodotta dall’ultima società mineraria (la Miniera di Campiglia S.p.A) che ha svolto attività estrattiva nel Campigliese tra gli anni ’50 e gli anni ’70 dello scorso secolo.
Immersa nella quiete delle colline di Campiglia Marittima e dotata di ampie e luminose sale, Villa Lanzi si presenta anche quale sede ideale per lo svolgimento di corsi formativi, seminari, tavole rotonde e convegni, attività laboratoriali rivolte a scuole primarie e secondarie, meeting o convention aziendali, attività ricreative varie.

Il patrimonio e le attività
Il Centro di Villa Lanzi è nato con lo scopo di promuovere e coordinare le attività di documentazione, formazione, consulenza e organizzazione di corsi sui temi che riguardano la tutela, la gestione e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali del territorio.
Molte delle attività già ospitate a Villa Lanzi sono nate in collaborazione con Università italiane e straniere e con Centri di Formazione professionale qualificati con l’obiettivo di creare una saldatura tra formazione, ricerca scientifica e fruizione. L’attività di documentazione riguarda il reperimento e la sistematizzazione di Fondi archivistici (documentari e cartografici) concernenti le attività minerarie svolte nel Campigliese.

All’interno della struttura è in allestimento una biblioteca tematica sull’Archeologia mineraria e industriale e sui sistemi di gestione dei Beni Culturali e Ambientali ed è conservata la documentazione delle ricerche archeologiche, ambientali e naturalistiche svolte negli ultimi anni nel territorio dei Parchi della Val di Cornia. Questa documentazione può essere consultata su richiesta contattando direttamente il centro. Nell’archivio sono inoltre raccolti tutti i progetti che la Parchi Val di Cornia Spa ha prodotto, a partire dal 1993, per la realizzazione del Sistema dei Parchi.

I temi della formazione sono sviluppati sui diversi stadi e livelli del percorso formativo: dalla realizzazione di laboratori didattici per le scuole, a corsi di formazione, master, convegni, seminari, attività di ricerca e meeting in particolare sui temi legati alle peculiarità del territorio (archeologia e architettura del paesaggio, archeologia mineraria e archeometallurgia, geologia etc..) e più in generale sulla gestione dei beni ambientali e culturali.
L’attività di consulenza consiste nella organizzazione di attività di ricerca, di stage e formazione tramite contatti con le Università, con le Agenzie formative, con istituti e centri di ricerca, oltre che attraverso docenze interne di personale specializzato sul sistema di gestione, valorizzazione e conservazione dei beni culturali.
Il Centro offre inoltre la possibilità di affittare le proprie sale per l’organizzazione di convegni, seminari e corsi da parte di soggetti esterni, che possono, su richiesta, usufruire del servizio di segreteria e hostess.
Il Centro Villa Lanzi è aperto tutto l’anno su prenotazione.

 

 




Società storica della Valdelsa

Sede e contatti
Via Tilli 41 – Casella postale 184 – 50051 Castelfiorentino (Firenze)
Telefono: 0571.686308
E-mail:  info@storicavaldelsa.it
Sito web: http://www.storicavaldelsa.it

Organi direttivi
Presidente: Fabio Dei
Vice Presidente: Enzo Linari

Breve storia e finalità
La Società fu fondata nel 1892, a Castelfiorentino, da un gruppo di personalità valdelsane con “il compito di studiare la storia di questa regione e delle varie terre in essa comprese, mettendo in luce i suoi lavori in un periodico”. Nel 1893 apparve la rivista “Miscellanea Storica della Valdelsa”, oggi pubblicata dall’editore Olschki e giunta al fascicolo 325. Nel 1977  iniziata la collana di monografie “Biblioteca della Miscellanea Storica della Valdelsa”, che conta 26 volumi, edita da Olschki.

Dall’inizio degli anni Sessanta del Novecento la Società ha avviato un profondo rinnovamento del suo ruolo nel panorama culturale della Valdelsa, instaurando una costante e proficua collaborazione con gli enti locali, così come, successivamente, con il Ministero dei Beni Culturali e la Regione Toscana. A ciò ha fatto seguito un’apertura allo studio della storia contemporanea, che si è riflesso sia nell’organizzazione di convegni, sia nella pubblicazione di studi e ricerche. Ricordiamo soltanto Antifascismo e Resistenza in Valdelsa; La Valdelsa fra le due guerre; I centri della Valdelsa dal medioevo a oggi; La lotta politica in Valdelsa dal 1892 al 1915.

É intenzione della Società sviluppare la ricerca sui seguenti temi:
* l’influenza delle idee socialiste e la formazione delle amministrazioni guidate dai socialisti nella Valdelsa di fine Ottocento;
* la nascita della subcultura rossa;
* la crisi del regime liberale, il biennio rosso e la presa del potere da parte del fascismo;
* il regime fascista ( già in corso una ricerca sull’internamento civile nel periodo della seconda guerra mondiale);
* l’antifascismo negli anni del “consenso”;
* gli attori della formazione di una nuova subcultura rossa nel secondo dopoguerra: partiti, sindacati, movimenti sociali ed espressioni della società civile;
* i movimenti di protesta studenteschi e dei lavoratori tra la fine degli anni ′60 e l’inizio degli anni ′70.

Patrimonio
Archivio storico: comprende le carte della Società e i fondi di Michele Cioni, Camillo Mari, Olinto Pogni, Socrate Isolani, Carlo Talei Franzesi, per un totale di 1.273 unità archivistiche. Dichiarazione di interesse culturale: Decreto Ministero Beni e Attività Culturali n. 97/2012 del 9/3/2012.
65 riviste (che pervengono per cambio).
3400 volumi.
1492 spogli di articoli della “Miscellanea Storica della Valdelsa”
Il patrimonio bibliografico  consultabile online sull’Opac della Rete geografica REA.net all’indirizzo: http://reanet.empolese-valdelsa.it/it/cataloghi/catalogo-online, selezionando Società Storica della Valdelsa, sotto la voce Biblioteca.

 

 




Biblioteca di Filosofia e storia – Università di Pisa

Sede e contatti
Palazzo Carità, via Pasquale Paoli, 9 56126 Pisa
Telefono: 050.2215528
E-mail: info.fil@sba.unipi.it
Sito web: https://www.sba.unipi.it/it/biblioteche/polo-6/sedi/filosofia-e-storia
Orari di apertura: dal lunedì al giovedì 8.30-23; venerdì 8.30-20; sabato 9-13
Durante il mese di agosto biblioteca resta chiusa agli utenti.

Organi direttivi
La Biblioteca fa parte del Polo 6 dello SBA – Sistema Bibliotecario di Ateneo.
Responsabile bibliotecario di Polo: Cinzia Bucchioni.

Breve storia e finalità
La Biblioteca di Filosofia e storia riunisce il patrimonio bibliografico del Dipartimento di Civiltà e Forme del sapere. Acquisisce, organizza, cataloga e conserva il patrimonio librario e documentale e i repertori bibliografici di interesse specifico per le aree culturali di filosofia, storia medievale e storia moderna e contemporanea. Provvede a rendere disponibile il suddetto materiale mediante gli strumenti di ricerca e la diffusione dell’informazione bibliografica. Promuove inoltre la necessaria collaborazione con le altre biblioteche locali, nazionali e internazionali.
Attraverso il sito web della biblioteca (http://www.sba.unipi.it/fil) è possibile ottenere informazioni sui servizi offerti, gli orari, i recapiti, il patrimonio e lo staff. Il Catalogo unico di Ateneo  contiene indicazioni circa il reperimento e la disponibilità delle opere possedute dalla biblioteca di filosofia e storia e da tutte le altre biblioteche del sistema. La biblioteca cura un Repertorio di fonti e risorse ad accesso libero di ambito storico e filosofico (http://filstoria.hypotheses.org).
La biblioteca aderisce all’Associazione ESSPER.

Patrimonio
La biblioteca possiede circa 125.000 libri collocati a scaffale aperto. La sezione di Filosofia accoglie le opere dei maggiori filosofi dall’antichità a oggi e numerosi testi critici e di commento. Si compone anche di un cospicuo nucleo di studi di psicologia, pedagogia e di scienze della comunicazione. La sezione di Storia è probabilmente la più variegata per le molte sfaccettature della materia stessa, per cui vi si trovano testi di economia, politica, sociologia, storia delle religioni, arte oltre che storici in senso stretto. La sezione di Medievistica ha una ricca collezione di fonti e raccolte di storia locale, di documentazione sugli Ebrei, di storia del monachesimo e dei pellegrinaggi, di storia dell’area mediterranea.
La Biblioteca, nel corso degli anni, ha accolto numerose donazioni che ne hanno arricchito il patrimonio.
La Biblioteca di Filosofia e storia possiede circa 1500 periodici, tra correnti e cessati: l’intera consistenza di essi è sull’Archivio Collettivo Nazionale dei Periodici – ACNP. Sono inoltre a disposizione di docenti e studenti un gran numero di riviste accademiche in abbonamento elettronico.




Biblioteca Comunale di Collesalvetti

Sede e contatti
via Umberto I, 34 57014 Collesalvetti (Livorno)
Telefono: 0586.980251 e 0586.980252
E-mai: biblioteca@comune.collesalvetti.li.it
Sito web: http://www.comune.collesalvetti.li.it/site/home/argomenti/biblioteca.html
Orari di apertura: orario invernale 24 settembre-14 luglio: lunedì, mercoledì e venerdì 9-13, martedì 15-18, giovedì 9-13 e 15-18 ; orario estivo 16 luglio-22 settembre: lunedì, martedì, mercoledì e venerdì 9-13, giovedì 9-13 e 15-18

Breve storia e finalità
La Biblioteca Comunale di Collesalvetti è stata aperta nel 1974 con le caratteristiche di biblioteca pubblica. Concepita quindi come biblioteca d’uso e non di conservazione è aperta a tutti per la consultazione in sede di libri, enciclopedie, quotidiani, riviste, banche dati e CD-Rom. La maggior parte di questi materiali si possono prendere in prestito, dopo essersi iscritti. L’iscrizione e il prestito sono gratuiti.

Patrimonio
volumi: 24639
di cui per adulti 18567 e per ragazzi 6004

La biblioteca ha una sezione di storia locale, che raccoglie circa 1600 documenti tra monografie, dattiloscritti, cartografie, fotografie, e altro materiale sul territorio di Collesalvetti e i suoi immediati dintorni. Si tratta di una documentazione diversificata per natura e importanza, ma comunque significativa perchè in grado di testimoniare nel tempo gli aspetti della vita del nostro comune, contribuendo a salvaguardarne la memoria.

La sezione raccoglie anche testi e monografie sulla storia di Livorno e di Pisa , e una documentazione di carattere più generale sulle provincie toscane e sull’intero territorio regionale.

In biblioteca è attivo un punto di accesso Wi-Fi.

 




Biblioteca Comunale “Marisa Musu” di Rosignano Marittimo

Sede e contatti
Via della Costituzione – 57016 Rosignano Solvay (Livorno)
Telefono: 0586.724500
E-mail: biblio-rosi@comune.rosignano.livorno.it
Sito web:
http://www.comune.rosignano.livorno.it/site5/pages/home.php
http://opacsol.comune.livorno.it/SebinaOpac/SebinaYOU.do?sysb=LIARO#5
Orari di apertura:

  • Fino al 1 giugno dalunedi’ al venerdi’ 9:00 – 19:00 / sabato 9:00 – 18:00
  • Dal 4 giugno al 21 luglioDal lunedi al venerdì 8:30 – 19:00 / sabato 8:30 – 18:00
  • Dal 23 luglio al 25 agostoDal lunedì al sabato 8:30 . 13:00
  • Dal 27 agosto al 1 dicembreDal lunedi’ al venerdi’ 9:00 – 19:00 / sabato 9:00 – 18:00
  • Dal 3 dicembre al 2 marzo 2019Dal lunedi al venerdì 8:30 – 19:00 / sabato 8:30 – 18:00
  • Dal 4 marzo 2019 al 1 giugno 2019: Dal lunedi’ al venerdi’ 9:00 – 19:00 / sabato 9:00 – 18:00

Breve storia e finalità
La Biblioteca Comunale di Rosignano Solvay, la frazione più popolosa del Comune di Rosignano Marittimo, è stata istituita con Deliberazione n.82 del Consiglio Comunale in data 24 Aprile 1957 approvata dalla G.P.A. in seduta 6 giugno 1957, n.19807/2ª. Dal 2004 la Biblioteca Comunale è stata intitolata a “Marisa Musu”. Dal 1957 ad oggi la Biblioteca Comunale ha cambiato sede tre volte per approdare, alla fine del 2013, alla nuova sede ubicata all’interno del nuovo Centro Culturale, ufficialmente inaugurato il 21 Dicembre 2013, in Via della Costituzione.

A questo nuovo Centro Culturale è stato dato il nome “Le Creste”, nome scelto a seguito di un concorso in cui sono state coinvolte le scuole del territorio, poiché richiama come si legge nella formulazione della giuria, tra altre e varie motivazioni, le forme dei camini di ventilazione posti sul tetto della nuova struttura. Oltre la Biblioteca la nuova struttura ospita i servizi sociali del CIAF (Centro Infanzia, Adolescenza, Famiglia) già presenti sul territorio, ma sino ad oggi dislocati in luoghi diversi, ed una nuova Caffetteria/Emeroteca, con il preciso obiettivo di incrementare i livelli di fruizione da parte della cittadinanza.

Questa nuova struttura concepita e realizzata con materiale ad alta valenza tecnologica e con una architettura d’avanguardia è stata progettata affinché l’utente possa sentirsi come a casa propria, e nello stesso tempo usufruire di un’alta funzionalità tecnologica. Con la realizzazione del Nuovo Centro Culturale nel quale è inserita la Biblioteca Comunale, l’Amministrazione Comunale, avendo presente la complessità della società attuale, ha cercato di raggiungere la soddisfazione delle esigenze espresse ed implicite della collettività, tra le quali:
– fornire un sistema di servizi in grado di favorire lo sviluppo della cultura, dell’arte, dell’informazione e della formazione;
– soddisfare le esigenze della collettività connesse al benessere, alla fruibilità e al godimento estetico;
– promuovere e diffondere l’informazione e la cultura nei confronti di un vasto bacino di utenza sempre più diversificato da un punto di vista economico, sociale e linguistico;
– stimolare le relazioni fra diverse categorie sociali;
– riqualificare il contesto urbano;
– rinsaldare il rapporto fra la comunità locale ed i suoi beni culturali, condizione essenziale anche per l’incremento dello sviluppo turistico legato alla domanda culturale.

Patrimonio
Al primo gennaio 2017: 33914 volumi

Dotazione Informatica e Multimediale
Da smartphone e tablet è possibile scaricare gratuitamente da PLAY Store o da APPLE Store l’APP della Biblioteca ricercando Biblio-Rosi e consultare il catalogo OPAC della Biblioteca, la disponibilità dell’opera e gli eventi programmati.
– Lettori di ebook n. 14 sui quali l’utente può già scegliere tra 100 ultime novità in formato e-book
– PC portatili: 3
– Tablet iPad n. 10
– Postazioni Multimediali e collegamento Internet: n.5: con il trasferimento di sede le postazioni multimediali e di collegamento ad Internet sono passate da 3 a 5 (PC ALL IN ONE)

Connessione Wi-fi
Il Comune di Rosignano Marittimo ha aderito al progetto di rete federata nazionale Free Italia Wi Fi di accesso gratuito ad internet senza fili. Pertanto presso la sede della Biblioteca Comunale è attivo un punto di accesso Wi-fi. Per accedere con il proprio dispositivo mobile (pc portatile, tablet, palmare, telefonino di ultima generazione) che usi la tecnologia Wi-fi, è sufficiente connettersi alla rete individuata come “Rosignano Wi-fi” e provvedere, al primo accesso, alla registrazione on line seguendo la relativa procedura guidata.
– Sistema di prestito automatizzato legato al sistema di controllo e di catalogazione RFID
– Varco Antitaccheggio RFID Plexiglass per il rilevamento della funzione antitaccheggio con etichette elettroniche

La biblioteca digitale: MediaLibraryOnLine e aNobii
– La Biblioteca Comunale “ M. Musu” tramite il Sistema Documentario del Territorio Livornese (SDTL) aderisce a MediaLibraryOnLine (MLOL) che è una Biblioteca digitale multimediale. Con questa adesione il cui costo è stato ripartito tra tutte le biblioteche provinciali del territorio livornese, gli utenti della Biblioteca possono gratuitamente consultare alcuni tra i quotidiani più noti dell’editoria italiana e inoltre riviste, e-book, musica, banche dati, video ecc.
– La Biblioteca di Rosignano si è registrata su aNobii ed ha inserito i libri acquistati dal 2011, creando anche un elenco distinto della letteratura per ragazzi. aNobii è sia una biblioteca digitale che un social network dedicato ai libri. Gli utenti iscritti possono mettere in linea la propria libreria attraverso i codici ISBN o un motore di ricerca interno, condividendo recensioni, commenti, votazioni, dati sull’acquisto e sulla lettura, lista dei desideri e suggerimenti con altri utenti, direttamente o attraverso gruppi. Creato nell’agosto 2005 è attualmente diffuso in 15 lingue diverse, tra cui l’italiano, classificando oltre 30 milioni di libri.




4 luglio 1944: le stragi di Cavriglia

Strage CavrigliaNel territorio di Cavriglia, fortemente caratterizzato dall’attività mineraria, operano le compagnie “Chiatti” e “Castellani” entrambe inquadrate all’interno della 22a bis brigata Sinigaglia. Nel periodo fra maggio e giugno 1944 l’attività partigiana nella zona è particolarmente intensa. Nel complesso i soldati tedeschi scomparsi sono una ventina. Qui il 4 luglio 1944 a Castelnuovo dei Sabbioni, Meleto, e successivamente Le Matole, tutti nel comune di Cavriglia, ha luogo un’orrenda strage nazista in cui verranno uccisi 189 civili.

Sulla vicenda il maggiore Crawley, dello Special Investigation Branch dell’esercito inglese, stese a poche settimane di distanza una dettagliata indagine che però andrà dimenticata fino a fine anni ’90 in seguito alle tristemente note vicende dell’armadio della vergogna. Sappiamo oggi grazie al suo rapporto che responsabili del massacro furono truppe d’élite dell’aeronautica tedesca: i paracadutisti del 76. Panzerkorps, la cui compagnia principale è la Hermann Göring che è stata responsabile delle stragi di Civitella e San Pancrazio del 29 giugno. Sono comandati dai generali Foster e Heidrich e dai colonnelli Bornscheuer e Kluge. A loro si aggiungono gli uomini della Alarmkompanie Vesuv di Wolf, specializzata nella caccia alle bande partigiane.

La strage viene preparata nei giorni precedenti. Il 29 giugno 1944 un operaio della miniera viene sequestrato e torturato. Alla fine cede. Conferma la presenza di partigiani sul luogo e fornisce informazioni sui boschi in cui sono rifugiati. Per l’esercito tedesco le informazioni ricevute sono una molla ulteriore per far scattare l’operazione contro i civili. Il 3 luglio le truppe si accampano nei pressi di Santa Barbara. I soldati coinvolti sono probabilmente fra i 500 e gli 800. Il comando tedesco divide l’azione su tre fronti. Wolf, Groener ed i loro uomini verso Castelnuovo e Massa Sabbioni; Danisch, Casuski verso San Martino; infine gli uomini di Fraulein avrebbero colpito Meleto.

Al mattino del 4, intorno alle 6, Meleto viene accerchiata con un movimento a tenaglia. I soldati iniziano a rastrellare indiscriminatamente civili di sesso maschile. Li conducono al monumento ai caduti della prima guerra mondiale, uno slargo in viale barberino, nel centro del paese. Nessuno dei civili ha chiaro cosa stia per succedere, in molti sono convinti di essere stati radunati per un controllo di documenti o tutt’60 persone intorno al monumento e altri civili continuano ad arrivare. L’assembramento diventa troppo vasto e ingestibile per i soldati tedeschi. Alle 10:30 viene deciso di dividere i civili in 4 gruppi per condurli in 4 aie, 2 all’estremità ovest e 2 all’estremità est del paese. L’esecuzione è rapidissima. Dei colpi di mitragliatrice fendono l’aria. In pochi minuti, senza un processo, senza una spiegazione, 93 civili perdono la vita. I soldati tedeschi incendiano i luoghi del massacro e velocemente si allontanano.

Sempre il 4 luglio 1944 quasi contemporaneamente, a 4 km, a Castelnuovo dei Sabbioni si consuma un altro massacro. Gli abitanti di Castelnuovo a differenza che a Meleto vengono radunati tutti nello stesso luogo: piazza 4 novembre, ai piedi di un alta muraglia sopra a cui la strada porta alla chiesa nella parte alta del paese. A Meleto in 4 civili erano riusciti a salvarsi o per l’età avanzata e le condizioni fisiche o perché in possesso di documenti che li qualificavano come collaboratori dell’esercito tedesco. A Castelnuovo invece non viene fatta alcuna distinzione. Il parroco del paese, don Ferrante Bagiardi, è fra i rastrellati. Nonostante la disperazione riesce però a trovare la lucidità per somministrare la comunione ai fedeli prima di essere ucciso. Vengono sistemate 2 mitragliatrici a 18 metri dai civili in fila contro il muro. In quegli attimi concitati in 4 riescono a salvarsi gettandosi dallo strapiombo a lato della piazza. Il soldato tedesco dietro alla mitragliatrice si rifiuta di sparare. Viene giustiziato sul posto e sostituito. Le mitragliatrici lasciano a terra 68 cadaveri a terra a cui si aggiungono altri 8 civili uccisi per aver tentato la fuga durante il rastrellamento. Dalle case vicine vengono requisiti mobili e gettati sui corpi dei cadaveri accendendo un falò il cui fumo si intravede a chilometri di distanza.

Perché le formazioni partigiane non hanno tentato un’azione per salvare i civili? Era bastato infatti che un aereo poche ore dopo sorvolasse Massa dei sabbioni sganciando delle bombe perché i soldati tedeschi corressero ai ripari permettendo a 12 civili  di salvarsi. La risposta probabilmente è nel piccolo borgo di San Martino situato a 3 km da Castelnuovo. Qui vengono infatti catturati 50 cittadini. Dieci di questi vengono liberati perché possano raccontare che gli altri sono tenuti ostaggi contro eventuali attacchi partigiani nella zona. La strategia ha perfettamente successo: le truppe Castellani vengono fermate dai civili. La stessa richiesta di non agire arriva anche all’altra formazione partigiana la “Chiatti” il cui commissario politico è in quei giorni gravemente ammalato rendendo ancora più difficile una decisione così delicata.

L’emergere di nuova documentazione negli archivi militari tedeschi ha aperto nuove ipotesi sulle motivazioni di questa strage che sembrerebbe non sia stata compiuta direttamente come rappresaglia per le azioni partigiane dei mesi precedenti. Il territorio di Cavriglia rientrava infatti lungo la linea di ritirata della Wehrmacht. Per questo per l’esercito tedesco era assolutamente necessario rendere sicuri quelle zone infestate di ribelli con un’operazione dal nome in codice “Seidenraupe”, baco da seta.




MINE – Museo delle miniere e del territorio

Sede e contatti
via II Febbraio, Borgo abbandonato di Castelnuovo dei Sabbioni, Cavriglia (Arezzo)
Telefono: 055.3985046
E-mail: info@minecavriglia.it
Sito web: www.minecavriglia.it
Orari di apertura: da martedì a domenica 10-13; sabato e domenica 15-18. Chiuso il lunedì.
Ingresso: intero € 5; ridotto € 3; gratuito per gli studenti delle scuole del Comune di Cavriglia e per gli insegnanti accompagnatori.

Breve storia e finalità
Il complesso museale MINE documenta e valorizza la storia del territorio di Cavriglia e in particolare le vicende minerarie che hanno modificato profondamente una parte rilevante di questo territorio ed è ospitato in alcuni edifici nella parte alta di Castelnuovo dei Sabbioni. Questo paese ebbe un grosso sviluppo nella seconda metà dell’800 con lo sfruttamento dei giacimenti di lignite e la successiva creazione di un distretto minerario-industriale che collegava le miniere con la ferriera di San Giovanni Valdarno e infine con la nuova linea ferroviaria Milano-Roma. Fino a metà del ‘900 continuò l’attività delle miniere in sotterraneo, poi il passaggio ad una nuova tecnica: l’estrazione a cielo aperto, con questo metodo la lignite veniva estratta dalla superficie. Lo scavo giunse a lambire Castelnuovo dei Sabbioni, e questo costrinse negli anni Sessanta ad abbandonare il vecchio borgo che venne distrutto dagli smottamenti del terreno provocati dall’escavazione.

Precedentemente il paese aveva vissuto un altro momento drammatico con l’eccidio perpetrato dai nazisti il 4 luglio del 1944. Settantaquattro  abitanti, tutti di sesso maschile, vennero improvvisamente rastrellati, messi contro al muro sottostante il museo e mitragliati. Non fu sufficiente. Anche contro i corpi dei morti si scagliò la folle rabbia dei soldati tedeschi bruciando i poveri corpi. Lo stesso avvenne nel vicino borgo di Meleto, a Massa dei Sabbioni, e alcuni giorni dopo, a Le Matole.

Recentemente, nella parte superiore dell’abitato ormai abbandonato, sono stati recuperati alcuni edifici e rifunzionalizzati in spazi museali dedicati: alla storia delle miniere e del territorio, a centro di documentazione e laboratori educativi e ad Auditorium. La logica comune che pervade questi spazi è fortemente tesa al coinvolgimento dello spettatore per una conoscenza approfondita del patrimonio culturale conservato. Il museo è stato inaugurato il 4 luglio 2012.

Patrimonio
Il Percorso museale si sviluppa attraverso sette sale dedicate alla storia e alle vicende minerarie e del territorio. La storia del bacino minerario è fatta di intense lotte dei lavoratori per il miglioramento delle condizioni di lavoro, nel periodo 1895-1947, e per il mantenimento del posto di lavoro, attraverso forme di autogestione, nel periodo 1947-1955, e viene proposto attraverso documenti video ed audio che gravitano attorno alla ricostruzione artistica di un segmento di miniera.

Un apposito spazio fortemente evocativo ricorda le stragi del 1944, mentre lo sconvolgimento del territorio dovuto all’escavazione a cielo aperto viene presentato con un “ tappeto virtuale” che permette di conoscere le immagini del territorio prima dell’escavazione a cielo aperto, durante la fase dell’escavazione ed ora, nella fase cioè di ricostruzione del territorio.

Punto caratteristico dell’allestimento è l’interazione con le moderne tecnologie che permettono al visitatore di essere soggetto attivo nella conoscenza dei temi presentati. É presente una figura parlante, che rappresenta Priamo Bigiandi, un personaggio simbolico della storia territoriale che introduce alla visita, ed inoltre possibilità di esperienze tattili ed olfattive che rendono particolarmente densa la visita al museo.

Il museo sta costituendo un centro di documentazione dotato di un archivio cartaceo e di uno digitale. Nella ricorrenza del 70° anniversario degli eccidi commessi nel comune di Cavriglia, il museo sta organizzando delle iniziative insieme con altri comuni del Valdarno interessati da stragi nazifascite, per ricordare quei tragici episodi.




Fondazione Ernesto Balducci Onlus

Sede e contatti
Via dei Roccettini 9, 50016 Fiesole (Firenze)
Telefono: 055.599147
E-mail: fondazionebalducci@virgilio.it
Sito web: http://www.fondazionebalducci.it/
Orari di apertura: su appuntamento.
Orari della segreteria: lunedì ore 15-19; mercoledì e venerdì ore 9 – 14:00 e 15-19

Organi direttivi
Presidente: Andrea Cecconi

Breve storia e finalità
All’indomani della scomparsa di P.Balducci, avvenuta nell’aprile del 1992, fu costituito un comitato promotore, con lo scopo di costituire una Fondazione intitolata al Padre Scolopio, che ne costituisse  l’eredità spirituale e culturale, a partire dalla conservazione dell’ingente materiale archivistico ad essa ceduto dagli eredi. La Fondazione ebbe il riconoscimento giuridico da parte della regione Toscana nel Febbraio del 1996 e poco dopo fu iscritta nell’albo degli Enti Onlus.

La Fondazione Balducci ha per Statuto lo scopo di promuovere iniziative in grado di diffondere la conoscenza ed il pensiero do P,.Balducci e di dar luogo ad eventi politici, culturali e sociali per un educazione ad una cultura di pace, alla convivenza interetnica ed interreligiosa ispirate alla concezione balducciana dell’uomo planetario. In particolare le attività pubbliche, editoriali e formative si rivolgono soprattutto alle giovani generazioni nella prospettiva di un rinnovamento culturale, sociale ed ecclesiale.

L’impegno della Fondazione si articola in varie modalità : da quelle seminariali e convegnistiche a quelle editoriali, fino ad iniziative artistiche, mostre, tavole rotonde e presentazioni di libri. Gli atti degli eventi promossi sono raccolti nella pubblicazione quadrimestrale dei “Quaderni della Fondazione”. 

Patrimonio
Il patrimonio della Fondazione è costituito dall’Archivio e dalla Biblioteca di P.Balducci, riconosciti “di notevole interesse storico” dalla Sovrintendenza ai Beni Archivistici.  L’archivio è ripartito in due grandi settori pubblico e privato e da un’ingente raccolta di materiale emerotetecario, iconografico ed audiovisivo. La Biblioteca appartenuta a Balducci ha una consistenza di circa 5000 volumi suddivisi nelle sezioni teologica, filosofica, letteraria e storiografica. Dal 2003 la Biblioteca partecipa alla rete del Servizio Documentario Integrato Area Fiorentina (SDIAF).

Della Biblioteca esiste il catalogo on-line e cartaceo. L’Archivio e la Biblioteca sono a disposizione per lo studio e la consultazione nell’orario di apertura della Segreteria della Fondazione. Nella sala di lettura sono a disposizione : un Catalogo cartaceo della Biblioteca, una fotocopiatrice, opere di riferimento. Il servizio di assistenza alla consultazione ed alla ricerca bibliografica è assicurato al materiale presente.