1

Archivio storico e di deposito del Comune di Arezzo

Sede e contatti
Via della Fiorandola 34, 52100, Arezzo
Telefono: 0575.23159
E-mail: archiviostorico@comune.arezzo.it
Sito web: http://www.comune.arezzo.it/il-comune/servizio-informatico-sportello-unico-marketing/servizio-archivio-e-protocollo/archivio-storico-e-di-deposito/sedi-ed-orari-archivio-storico-e-archivio-di-deposito
Orari di apertura: Invernale da settembre a luglio, martedì e giovedì 8:30-13.30 e 15.30-17.30; estivo dal luglio a settembre, martedì e giovedì 8.30-13.30

Organi direttivi
Comune di Arezzo – Ufficio Protocollo e Statistica

Breve storia e finalità

L’Archivio Storico (Postunitario) del Comune di Arezzo è stato istituito con deliberazione della Giunta Municipale 11 aprile 1991, n. 1670, in attuazione di quanto previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica 1409/63 relativamente alla Sezione separata di archivio. La struttura accoglie comunque anche la Sezione di deposito dell’Archivio comunale.
Il nucleo centrale del materiale facente parte della Sezione separata è costituito dall’archivio postunitario del Comune di    Arezzo, dagli archivi di commissioni, comitati e consorzi che hanno avuto sede presumibilmente presso il Comune di Arezzo, dagli archivi aggregati prodotti da istituzioni che hanno cessato di esistere, da fondi prodotti da istituzioni diverse.
Il materiale è affluito all’archivio storico in gran parte nella primavera del 1993, quando divenne operativa la sede di via della Fiorandola e, in seguito, attraverso versamenti o prelievi particolari.
Presso l’Archivio storico comunale sono presenti anche alcune unità pertinenti all’Archivio preunitario del Comune di Arezzo, mentre gli archivi prodotti dal Comune medioevale e dalla Comunità di Arezzo sono depositati dal 1 agosto 1941 presso l’Archivio di Stato di Arezzo, allora costituito.

Patrimonio    
A tutt’oggi sono depositate presso l’Archivio Storico del Comune di Arezzo circa cinquantamila unità archivistiche, in parte afferenti alla sezione separata, e in maggior misura appartenenti alla sezione    di deposito. Una porzione consistente di questo materiale (circa diecimila unità archivistiche) è stato inventariato, mentre l’elenco di consistenza dell’intero complesso documentario (esclusi i versamenti più recenti) è consultabile tramite il sito web del Comune di Arezzo:
http://www.comune.arezzo.it/il-comune/direzione-generale/ufficio-protocollo-e-statistica/archivio-e-protocollo/archivio-storico-e-di-deposito/consistenza-e-struttura




Fondazione pistoiese Jorio Vivarelli

Sede e contatti
Via Felceti 11, Pistoia
Telefono: 0573.477423
E-mail: segreteria@fondazionevivarelli.it
Sito web: http://www.fondazionevivarelli.it/
Orari di apertura al pubblico: dal 1 ottobre al 31 marzo dal lunedì al sabato 9-13; visite guidate al museo: giovedì 8:30 – 13.30 e sabato 8.30- 14:00. Dal 1 aprile al 30 settembre dal lunedì al sabato 9-13; visite guidate al museo: giovedì 14:30 – 18:30 e sabato 15:30 – 20.
Chiuso i festivi.
Ingresso gratuito.

Organi direttivi della Fondazione Jorio Vivarelli
Soci Fondatori: Comune di Pistoia
Sindaco: Samuele Bertinelli
Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Presidente: Ivano Paci
Provincia di Pistoia, Presidente: Rinaldo Vanni
Ansaldobreda SpA, Presidente: Maurizio Manfellotto
Comune di Montale, Sindaco: Ferdinando Betti
Presidente dell’Assemblea dei Soci Fondatori: Giulio Masotti
Consiglio d’Amministrazione: Elena Becheri –  Comune di Pistoia, Marzio Magnani – Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Rinaldo Vanni – Provincia di Pistoia, Alessio De Sio – Ansaldobreda, Alessandor Galardini  –  Comune di Montale, Presidente del Consiglio d’Amministrazione Ugo Poli.
Responsabile delle attività culturali: Veronica Ferretti

Breve storia e finalità

Il 16 dicembre del 1999, Jorio Vivarelli e la moglie Giannetta Pini apposero le firme, assieme a quelle dei rappresentanti del Comune e della Provincia di Pistoia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, del Comune di Montale e dell’Ansaldo-Breda, all’atto che istituiva la Fondazione Jorio Vivarelli. Con esso alla città di Pistoia veniva fatto dono, con l’impegno di tutelarlo e valorizzarlo,  dell’intero patrimonio artistico del Maestro. La Fondazione ha lo scopo di promuovere e patrocinare mostre, pubblicazioni d’arte, iniziative culturali di studio e ricerca capaci di valorizzare l’opera di Jorio Vivarelli in Italia e all’estero assieme alla cultura artistica della città di Pistoia. La Fondazione Vivarelli dal 2009 ha dislocato, in mostra permanete, una sezione interessantissima delle opere del Maestro presso il Castello Villa la Smilea di Montale.

Nota biografica dello scultore: nato a Fognano di Montale nel 1922, Jorio Vivarelli compie gli studi alla Scuola Artigiana di Pistoia e poi all’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze.
Dopo la terribile esperienza della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale fu prigioniero nei campi di concentramento di Ungheria, Bulgaria e Germania, il Maestro rientrò in Italia, si stabilì a Firenze dove, nel 1949, sposò Giannetta Pini.
Nel 1951 lavorò presso la Fonderia di Renzo Michelucci, dove conobbe l’architetto Giovanni Michelucci, con il quale strinse una profonda amicizia e avviò una proficua collaborazione artistica, dalla quale nasceranno  nel 1956 il  grande “Crocifisso” per la Chiesa della Vergine di Pistoia e, nel 1963, quello per la Chiesa dell’Autostrada del Sole a Campi Bisenzio.
Nel 1956 conobbe a Firenze l’architetto russo-americano Oskar Stonorov con il quale affrontò il problema del rapporto fra scultura e architettura urbana, realizzando, tra l’altro, due celebri fontane: “Ragazze Toscane” (1966) per l’hotel Plaza di Philadelphia e “Adamo ed Eva” (1966) per Hopkinson House di Philadelphia, “Giovani” a Detroit nel Michigan, “Bagnanti” per Stephens College in Columbia nel Missouri oltre agli arredi per il “Walter and May Reuther UAW Family Education Center” a Black Lake in Michigan.
Tornato in Europa dopo l’esperienza americana con Stonorov, Vivarelli tenne contatti con Le Corbusier, Louis Kahn e, nel 1966, partecipò da protagonista alla formazione del Gruppo Intrarealista con Federico Fellini, Abel Vallmitjana, Miguel Ángel Asturias e Cesàreo Rodrìguez- Aguilera.
Dagli anni Settanta al Duemila si distinse per una serie crescente di opere che da un lato affrontavano i temi più vivi e laceranti della condizione esistenziale e dall’altro i valori del sacrificio e della solidarietà tra gli uomini. Realizzò così importanti opere pubbliche, quali: “Memoria storica” (Roma, 1974) monumento dedicato a Giacomo Matteotti vittima del fascismo; la scultura “Inno alla vita” (1987, Nagasaki) in ricordo della terribile distruzione provocata dalla bomba atomica, così come altre opere concepite come omaggio a coloro che hanno immolato la vita per la liberazione dall’oppressore quali: “Il sacrifico, una morte per la vita” (Fognano, 1987); “Canto alle penne mozze” (Pistoia, 1988) in onore degli alpini e “Parabola storica, ultima sfida” (Ponte Buggianese, 1993) in memoria dell’eccidio del padule di Fucecchio.
Nel 1977-‘78 dette inizio alla produzione medaglistica con la duplice Monetazione Ecologica ed Aurea per la Zecca della Repubblica di San Marino. Per il “Premio Pistoia Teatro” ha eseguito le maschere di bronzo dei più celebri attori protagonisti del teatro italiano del secondo Novecento. Jorio Vivarelli è morto nella sua abitazione di Villa Stonorov a Pistoia il 1 settembre 2008.

Patrimonio

551 sculture di cui: 122 gessi, 18 opere in ceramica, 19 in terrecotte,  8 pietre, 8 marmi, 277 bronzi, 32 argenti, 67 medaglie

674 Opere grafiche su carta




Archivio Storico del Comune di Siena

Sede e contatti
Ex Collegio San Marco, Via San Marco 90, 53100 Siena
Telefono e fax: 0577.534580
Email: archivio.storico@comune.siena.it
Sito web: http://www.comune.siena.it/La-Citta/Cultura/Archivio-storico
http://www.comune.siena.it/La-Citta/Cultura/Archivio-storico/Patrimonio-documentario/Comune-di-Siena
Orari di apertura: dal martedì al venerdì 10-13.

Organi direttivi
Comune di Siena, Direzione Affari Generali – Servizio Cultura e Sport

Breve storia e finalità
L’Archivio Storico conserva i documenti prodotti dal Comune a partire dalla riforma voluta nel 1786 dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena. I fondi si suddividono in più sezioni riparte tra il periodo preunitario (1524-1865) e postunitario (dal 1865). La sezione storica è stata ufficialmente aperta al pubblico nel gennaio 1997 in alcuni locali retrostanti l’antico ospedale di Santa Maria della Scala e ha trovato la sua definitiva collocazione nel 2013 nell’ex convento di Santa Marta. Il complesso, oltre ad ospitare il monastero accresciutosi in età moderna intorno all’antica chiesa, dove si trovano affreschi del XIV secolo, dal 1814 fino al 1975 ha accolto l’Orfanotrofio ed infine prese il nome di Collegio San Marco.

L’Archivio effettua le seguenti attività:

• raccoglie, inventaria e conserva la documentazione storica proveniente dagli uffici comunali secondo le direttive del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio;

• acquisisce fondi di enti soppressi o di privati in deposito o in dono cercando di valorizzarne l’importanza culturale;

• assicura la libera consultazione dei documenti e il rilascio di copie digitali;

• si impegna a creare strumenti di ricerca automatizzati e digitalizzare il materiale archivistico diffondendolo sulla rete in modo da garantirne la massima accessibilità;

• valorizza il proprio patrimonio promuovendo iniziative di carattere culturale come studi, mostre, incontri, visite guidate e attività didattico-formative;

• collabora con la Soprintendenza Archivistica per la Toscana, l’Archivio di Stato e tutte le altre istituzioni che valorizzano il patrimonio culturale della città e del territorio.

Patrimonio
L’Archivio conserva circa 20.000 filze, buste e registri relativi all’amministrazione della città dal XVI al XX secolo. Le serie più antiche, comprese nella Sezione delle Antiche Magistrature (1524-1786), si ricollegano ai fondi della Balìa e della Biccherna depositati nel 1858 presso l’Archivio di Stato di Siena. La sezione preunitaria si suddivide in: Comunità Civica di Siena (1786-1808), Mairie (1808-1814) e Comunità Restaurata (1814-1865). A questo ultimo periodo si riferisce anche l’archivio della Cancelleria Comunitativa di Siena (1827-1865) e quello del Circondario di Acque e Strade (1825-1850). L’archivio Postunitario comprende tutto il materiale prodotto dagli organi cittadini a partire dall’Unità d’Italia e fino agli anni ’60 del XX secolo, ed è in continuo aggiornamento. Oltre ai registri delle deliberazioni del Consiglio Comunale, della Giunta Comunale e del Podestà (1927-1944), la serie più rilevante è rappresentata dal carteggio, che è suddiviso in due parti: Carteggio X.A (1865-1906) e Carteggio X.B (dal 1907 in poi). La restante parte dell’archivio Postunitario comprende documenti di contabilità, gestione del personale, movimenti della popolazione e censimenti, liste di leva e ruoli matricolari, servizio annonario, commissioni, miscellanea, registri di stato civile. Si conservano inoltre altri archivi di enti soppressi o collegati al Comune che sono stati acquisiti nel corso del tempo. Attualmente l’Archivio ha in deposito il materiale dell’Archivio del Movimento Operaio Democratico Senese, del Pio Asilo Butini Bourke e dell’ex Istituto Sclavo Spa. Tra i fondi donati da privati si segnalano quello di Luigi Socini Guelfi e di Benedetto Barni. Presso la sede è possibile consultare una sezione fotografica che raccoglie vecchie immagini della città e la raccolta di progetti e disegni prodotti dal Comune nella sua secolare attività.




Museo Salvatore Ferragamo

Sede e contatti
Palazzo Spini-Feroni, piazza Santa Trinita 5/R, 50123 Firenze.
Telefono: 055 3562846 / 055 3562466
E-mail: museoferragamo@ferragamo.com
Sito web: https://www.ferragamo.com/museo/it/ita/
Orari di apertura: il museo è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19.30.
Ingresso intero 8 euro; Non pagano le persone sotto i dieci anni e sopra i 65. Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese e per i possessori di Firenze Card.

Organi direttivi
Direttore: Stefania Ricci

Breve storia e finalità
Inaugurato nel maggio 1995, il museo è nato per iniziativa della famiglia Ferragamo con la volontà di far conoscere al pubblico di tutto il mondo le qualità artistiche di Ferragamo e il ruolo che ha ricoperto nella storia non solo della calzatura, ma anche della moda internazionale.

Come la maggior parte dei musei aziendali, il Museo Salvatore Ferragamo e l’archivio ad esso connesso sono nati dalla visione dell’imprenditore, la vedova di Salvatore Ferragamo, Wanda, alla guida dell’azienda dal 1960, anno della morte del fondatore, e i suoi sei figli. In particolare è stata Fiamma, la maggiore dei fratelli, responsabile, dopo la scomparsa del padre, del settore merceologico più importante dell’azienda, le scarpe e gli accessori in pelle, a farsi portavoce in seno alla famiglia di questo progetto, a renderlo concreto, a dargli un’impostazione strategica avvalendosi delle competenze tecniche di storici ed archivisti.

La prima idea del museo è cominciata ad emergere durante l’organizzazione di una mostra a Palazzo Strozzi sulla storia di Salvatore Ferragamo, una mostra che è diventata nel tempo itinerante, ospitata dai più importanti musei del mondo, come il Victoria and Albert Museum di Londra, il County Museum di Los Angeles, il Museo Guggenheim di New York, la Sogestu Kai Foundation di Tokyo, il Museo des Bellas Artes di Città del Messico. Nel corso del tempo, la mostra temporanea si è trasformata in un’iniziativa permanente.

A conferma del valore culturale dell’istituzione e delle numerose attività culturali intraprese negli anni, nel 1999 la Salvatore Ferragamo ha ricevuto l’ambito Premio Guggenheim Impresa e Cultura, conferito ogni anno alle aziende che meglio hanno investito in campo culturale. Il museo si trova nel centro storico di Firenze, nello storico Palazzo Spini Feroni, sede dell’azienda Ferragamo dal 1938.

Finalità: il Museo Salvatore Ferragamo è un museo aziendale, dedicato alla storia dell’azienda Ferragamo, alla vita del suo fondatore, Salvatore Ferragamo e alle sue creazioni. Il suo intento è quello di ideare, organizzare e promuovere mostre, incontri di studio ed eventi importanti dedicati alla cultura contemporanea della moda. Esprimere l’apertura e l’interesse dell’azienda verso i fenomeni più attuali e significativi che dall’arte, dal design, dallo spettacolo, dal costume, dalla comunicazione, dall’informazione, estendono la loro influenza allo stile e alle forme del vestire e del vivere.




Museo del calcolatore “Laura Tellini”

Sede e contatti
Istituto Tecnico Economico e Professionale Statale “Paolo Dagomari”, Via di Reggiana, 86, 59100 Prato.
Telefono: 0574.639705
E-mail: museo@dagomari.prato.it
Sito web: http://museo.dagomari.prato.it/
Orari di apertura: data la sua collocazione, il Museo è aperto gratuitamente alle scolaresche del comprensorio pratese in orario mattutino, previa prenotazione contattando il curatore del museo, prof. Riccardo Aliani; le visite per la cittadinanza, sempre gratuite e previo appuntamento, saranno invece effettuate di giorno feriale ed in orario pomeridiano/serale. Per prenotare una visita è necessario contattare il museo.

Curatore: prof. Riccardo Aliani

Breve storia e finalità
Nel 1996 si iniziò a battere il tema della storia dell’informatica con la realizzazione, con una quinta classe, di un argomento che potesse abbinare tecnologia, storia e scienze matematiche, da sviluppare per l’esame di stato. Prese vita il “http://www.dagomari.prato.it/museo/htm/ingresso.htm ). Ma nacque anche lo stimolo a sviluppare, sempre con gli studenti, un qualcosa di tangibile: così nel corso degli anni, rovistando nei magazzini della scuola (che utilizza strumenti di calcolo a partire dalla sua apertura, nel 1961), nella soffitta di casa, nei mercatini dai cassonetti dei rifiuti, si sono materializzati dei pezzi decisamente interessanti, in attesa solo di essere ripuliti o riparati. Finalmente, nel 2011, i primi visitatori interessati hanno potuto visitare la raccolta, che esponenzialmente col tempo si è arricchita grazie anche alla collaborazione di tanti appassionati sparsi in tutta Italia. Il nostro scopo ultimo è diffondere la cultura informatica tramite la conoscenza di come facevano i calcoli padri e nonni degli iper-oggi.
Si allega comunque il percorso didattico suggerito per la visita ragionata del Museo.

Patrimonio
Una molteplicità di strumenti di calcolo, che evidenzia il passaggio dagli strumenti meccanici agli elettromeccanici, per arrivare all’elettronica. Il catalogo di tutti gli strumenti custoditi, sempre aggiornato, è disponibile sul sito all’indirizzo http://museo.dagomari.prato.it/doc/catalogo.pdf

 




Mediateca Regionale di Fondazione Sistema Toscana

Sede e contatti
Sede legale: Via Duca d’Aosta 9, 50129 Firenze
Sede operativa: Via San Gallo 25, 50129 Firenze
Telefono: 055 2719011
E-mail:
segreteria@fondazionesistematoscana.it
u.brazzini@fondazionesistematoscana.it
c.dellorso@fondazionesistematoscana.it
Sito web: http://www.fondazionesistematoscana.it/progetto/mediateca-regionale-toscana/
http://www.mediatecatoscana.it

Organi direttivi
Direttore generale Fondazione: Paolo Chiappini
Responsabile area cinema e mediateca: Stefania Ippoliti

Breve storia e finalità
Mediateca Regionale FST si caratterizza per gli archivi specializzati nel cinema e nella comunicazione audiovisiva, composti da film, documentari, libri, riviste, foto, manifesti e cd a disposizione gratuitamente degli utenti.
La Mediateca è nata nel 1984 come ente regionale creato per la diffusione del linguaggio cinematografico, audiovisivo e multimediale. Una missione che con il tempo e l’evolversi delle tecnologie ha assunto forme sempre nuove: basti ricordare che la diffusione dei personal computer è della fine degli anni ’80, così come quella degli homevideo, mentre internet – e quindi la cultura digitale – ha preso campo dalla fine degli anni ’90 in poi.
Gli archivi di Mediateca testimoniano l’evolversi dei media, dalle primissime pellicole in 8, super 8, 16 e 35mm, agli u-matic, alle videocassette, ai dvd, fino ai film disponibili direttamente in formato digitale nei terminali video della sala di consultazione. Anche questi passaggi sono una testimonianza della storia del Novecento.
Ma a testimoniare la storia dello scorso secolo è soprattutto il racconto dei tanti libri e film conservati in Mediateca, incentrati su episodi storici, sul profilo di artisti, sulle voci e le tradizioni della Toscana. Come i tanti film che testimoniano l’attingere dei registi del secolo breve alla letteratura, da Cronache di poveri amanti di Carlo Lizzani, ispirato all’omonimo romanzo di Vasco Pratolini, a La tregua di Francesco Rosi, tratto dall’omonimo libro di Primo Levi, la cui visione va a completare il percorso di formazione degli studenti di oggi sulla storia e la letteratura italiana del XX secolo.

A contraddistinguere gli archivi di Mediateca è anche la presenza di documentari rari. Per rimanere in campo letterario, si può citare Fiamme di Gadda, di Mario Sesti, che ritrae un profilo di Carlo Emilio Gadda, mentre Gabriele D’Annunzio: la storia e il mito, realizzato da Mauro Brescia, è incentrato sul poeta-vate che visse nei primi anni del ‘900 a La Capponcina, alle porte di Firenze.
In campo artistico, rappresentativi dell’attenzione degli archivi di Mediateca per le eccellenze del Novecento ci sono i Critofilm di Carlo Lodovico Ragghianti realizzati su vari artisti, tra cui Ottone Rosai, che testimoniano l’originale lavoro critico del politico e storico dell’arte lucchese, oppure Modì: vita di Amedeo Modigliani, per la regia di Franco Brogi Taviani. Anche i grandi scultori sono stati raccontati dalle immagini dei documentari conservati in Mediateca, come ne L’Incontro con lo scultore Jorio Vivarelli: 60 anni di lavoro, diretto da Andrea Bazzechi e il film Marino Marini: vita e immagini, realizzato da Enzo Vannacci.

Altro fiore all’occhiello degli archivi di Mediateca è storia della Toscana del Novecento nella narrazione dei documentari. Ad esempio i film sulla valorizzazione dell’artigianato, come Mimmo falegname di San Girolamo, di Antonio Fatini e L’Arte dello sbalzo e del cesello, di Renzo Micheletti. Ancora storia del Novecento ne Gli angeli nel fango, doc di Erasmo D’Angelis sul lavoro dei volontari che salvarono i libri della Biblioteca Nazionale di Firenze dalla furia dell’acqua in seguito all’alluvione del ’66. Le antiche lavorazioni sono protagoniste de L’archeometallurgia etrusca: da Populonia a Murlo, di Fabrizio Lucarelli. Infine le testimonianze di guerra sono ne La battaglia di Firenze, sulla Resistena nel capoluogo toscano, di Pietro Faloci, e in Firenze 1944, di Massimo Becattini, basato sul documentario sonoro originale di Amerigo Gomez e Victor De Sanctis. Le citazioni da fare sarebbero ancora tante altre. Questi sono solo alcuni esempi di una filmografia estesa e articolata, che racconta per immagini i diversi volti di una Toscana del Novecento poliedrica, dove sopravvivono antichi mestieri e tradizioni artigianali; culla dell’arte apprezzata  universalmente; attiva nella Restistenza durante la seconda guerra mondiale. Un saggio dei percorsi culturali che Mediateca Regionale mette a disposizione di studenti, adulti, critici, docenti, cinefili, storici.

Patrimonio
Il patrimonio di Mediateca Regionale FST è composto da:
– Videoteca, con 10.000 film d’autore e 3700 documentari;
– Biblioteca, con 9.000 titoli di libri su cinema, video, televisione;
– Emeroteca, 350 titoli di periodici specializzati sul cinema;
– Manifesti, 5.000 foto e manifesti di film;
– Fondi monografici, su “Pier Paolo Pasolini”, “Pio Baldelli” e “Antonio Bruschini”;
– Discoteca, con 4.500 dischi in vinile di musica del periodo tra le due guerre;
– Cd musicali, con 300 cd di colonne sonore dei film




Museo Novecento

1 Sede e contatti
Complesso dello Spedale delle Leopoldine, piazza Santa Maria Novella 10, Firenze.
Telefono: 055.286132
E-mail: comunicazione.cultura@comune.fi.it
info@muse.comune.fi.it
Sito web: http://www.museonovecento.it/
Orari di apertura:
Orario estivo (1 aprile – 30 settembre): lunedì, martedì, mercoledì, sabato e domenica 11 – 20; giovedì 11-14 e  venerdì 11-23. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Orario invernale (1 ottobre – 31 marzo): lunedì,  martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domennica: 11 – 19; giovedì 11-14. Ultimo ingresso un’ora prima della  chiusura. 25 dicembre: giorno di chiusura

 

Organi direttivi
Direttore artistico: Sergio Risaliti
Segreteria scientifica: Francesca Neri, Eva Francioli, Stefania Rispoli – MUS.E

Breve storia e finalità
Situato nell’antico Spedale delle Leopoldine di Piazza Santa Maria Novella, il Museo Novecento di Firenze è dedicato all’arte italiana del XX secolo e propone una selezione di circa 300 opere distribuite in 15 ambienti espositivi, oltre ad una sala studio, un gabinetto disegni e stampe ed una sala per conferenze e proiezioni.

DSC_4400Realizzato dopo quasi mezzo secolo di proposte e progetti, il Museo ospita una parte delle collezioni del Comune, unita ad opere e documenti relativi agli ultimi decenni del Novecento, concessi in comodato da artisti, collezionisti ed enti, che hanno generosamente sostenuto la nascita di questa istituzione. Le sale dedicate alle collezioni comunali mostrano a rotazione le numerose donazioni di artisti e collezionisti pervenute grazie all’appello fatto dal critico Carlo Ludovico Ragghianti a seguito dell’alluvione del 1966, tra cui la prestigiosa collezione Alberto Della Ragione, l’ingegnere appassionato d’arte che fra il 1930 e il 1945 raccolse opere dei maggiori artisti italiani del tempo.DSC_4443

La visita si svolge a ritroso, dagli anni Novanta ai primi del secolo, e ricostruisce l’irripetibile stagione artistica che vide Firenze al centro della scena culturale nazionale ed internazionale. In un percorso immersivo, tematico e cronologico, il Museo affianca alle opere visive materiali di approfondimento, come documenti, fotografie d’epoca, interviste televisive, riviste e brani musicali,  presentati sui supporti multimediali e dispositivi audio.

_DSF4670Il Dipartimento Educativo dell’Associazione Mus.e propone percorsi di visita specificamente studiati per pubblici diversi tra cui adulti, bambini, famiglie; le mostre temporanee arricchiscono l’attività del Museo con approfondimenti, esposizioni monografiche e mostre dossier.

Patrimonio
Il percorso museale comincia con le sale che illustrano i decenni dalla fine del secolo alla seconda metà degli anni Sessanta, quando la scena artistica fiorentina mostra un eccezionale fervore nelle arti visive, nelle ricerche musicali, nella dimensione utopica tra architettura e design, nonché nelle prime sperimentazioni di cinema d’artista e di video-arte. Seguono le collezioni civiche, con il nucleo raccolto da Carlo Ludovico Ragghianti, cui si deve la formazione di quasi tutte le collezioni pervenute dopo l’alluvione grazie al suo appello per la costituzione del Museo Internazionale di Arte Contemporanea, tra cui l’eccezionale lascito Alberto Magnelli._DSF4665

La visita prosegue con accenni alla moda, una saletta di ascolto dedicata alle prime mondiali del Maggio Musicale Fiorentino e l’esposizione a rotazione della collezione Alberto Della Ragione, che illustra con ampio respiro l’arte italiana della prima metà del Novecento. Concludono il percorso le sale dedicate ai primi decenni del secolo dove le opere visive sono accompagnate da approfondimenti letterari e sul tema delle riviste, e uno spazio riservato al Cinema a Firenze.




Archivio di Stato di Livorno

Sede e contatti
Palazzo del Governo, Via Fiume 40, 57123 Livorno
Telefono: 0586897776; 0586880028
Fax: 0586896782
E-mail: as-li@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistatolivorno.beniculturali.it/

Organi direttivi
Direttore: Massimo Sanacore

Storia
Costituitosi nel 1941, l’Archivio di Stato ha ereditato buona parte dei fondi documentari di produzione locale che Pietro Vigo aveva raccolto sul finire dell’800 nell’Archivio Storico Cittadino (istituzione comunale aperta al pubblico nel 1899). La documentazione proveniva dal Comune e dagli uffici periferici dello Stato toscano poi italiano, da altri enti pubblici e da privati. Dopo il rientro dallo sfollamento bellico nella Certosa di Calci, nel corso degli anni a questo nucleo principale si sono aggiunti altri fondi che hanno dato origine ad un sistema documentario sempre più articolato e strutturato, tale da rendere necessaria nel 1985 la conservazione suddivisa in due sedi. Nel giugno del 2004 l’Archivio di Stato ha dovuto chiudere la sede sussidiaria a causa dell’aumento dei costi di gestione e, in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione della nuova sede, la maggior parte dei fondi in essa conservati e alcuni fondi della sede centrale dell’Istituto sono stati trasferiti in un magazzino a Perugia.

Le funzioni istituzionali L’Archivio di Stato di Livorno conserva la documentazione prodotta dalle amministrazioni periferiche preunitarie e dagli uffici statali postunitari del territorio della provincia di Livorno; archivi di enti ecclesiastici e di corporazioni religiose soppresse; archivi privati e di enti pubblici. I documenti possono essere consultati liberamente per motivi di studio o per motivi giuridico–amministrativi da qualsiasi cittadino italiano o straniero. Sono sottratti alla consultazione o consultabili secondo determinate modalità i documenti che rientrano nella fattispecie prevista dal D.Lgs. 30 giugno 2003, n.196, Codice in materia di protezione dei dati personali. E’ attivo un servizio di biblioteca, senza prestito esterno. Si possono richiedere a pagamento fotocopie dei documenti, riproduzioni da microfilm e riproduzioni digitali. Si possono chiedere copie autentiche per motivi giuridico-amministrativi.
Si effettuano ricerche per corrispondenza ordinaria e per posta elettronica.
Sezione didattica: su prenotazione si effettuano visite guidate per studenti, gruppi ed associazioni.
Il servizio informatico cura l’aggiornamento delle pagine web dell’Archivio e l’informatizzazione degli inventari.

Finalità
Incremento della fruibilità dei documenti anche attraverso l’uso di strumenti informatici, valorizzazione del patrimonio documentario conservato con mostre, conferenze, seminari, pubblicazioni e partecipazione a eventi culturali organizzati da enti ed istituzioni; rapporti con le Università, collaborazione con la Soprintendenza archivistica per la Toscana per la tutela degli archivi vigilati; partecipazione ai progetti SIAS, Sistema Informativo degli Archivi di Stato e SAN, Sistema Archivistico Nazionale.

Patrimonio
Prefettura di Livorno (1861-1986)
Questura di Livorno (1865-1989)
Polizia di Stato – Ufficio frontiera marittima (1955-99)
Capitaneria di porto di Livorno (1860-1910)
Capitaneria di porto – Ufficio Leva di Livorno e Portoferraio (1901-85)
Capitaneria di porto di Livorno – Ufficio del lavoro portuale (1935-95)
Consiglio provinciale scolastico (1871-1917)
Carceri giudiziarie di Livorno (1863-1942)
Ufficio leva militare (classi 1842-1941)
Esercito italiano Ruoli matricolari (1907-1940)
Conservatoria delle ipoteche (1866-1957)
Cassa Depositi e Prestiti (1876-1945)
Ufficio Imposte Dirette di Cecina (1875-1944)
Casa di pena di Portoferraio (1879-1942)
Direzione provinciale delle Poste (1949-93)
Ufficio provinciale del Lavoro e della massima occupazione (1949-52)
Attività assistenziali italiane e internazionali – Ufficio di Livorno (1946-77)
Ufficio veterinario del porto (1947-86)
Ispettorato provinciale del Lavoro (1957-89)
Ufficio IVA di Livorno (1970-86)
Agenzia delle Entrate di Portoferraio – Ufficio Distrettuale Imposte Dirette (1930-96)
Pretura – Procura di Livorno (1868-1964)
Tribunale civile e penale di Livorno (1866-1950)
Procura di Livorno (1852-1972)
Pretura di Piombino (1866-1989)
Tribunale di Portoferraio (1866-1923)
Catasto toscano poi italiano (1824-1971)
Catasto mappe (1820-1961)
Ufficio del Genio Civile di Livorno (1938-80)
Provveditorato Opere Pubbliche per la Toscana – Ufficio di Livorno (1946-90)
Archivio notarile di Livorno – atti dell’Ufficio del Registro (1928-51)
Comitato filantropia senza sacrifici (1885-1924)
Archivio famiglia Moreno di Tunisi (1819-2006)
Carte Arno Ardisson (1950-80)
Carte Pier Luigi Bucciantini (1917-65)
Carte Dario Cassuto (1872-1920)
Carte Pierino Fornaciari (1793-2002)
Carte Gino Guarnieri (secolo XX)
Carte Salvatore Orlando (1855-1926)
Raccolta Adolfo Mangini (1846-1927)
Cantiere Navale Orlando (1865-2002)
Fattoria agricola Traxler di Nugola (1810-1960)
Vetreria Balzaretti e Modigliani poi Borma (1898-1996)
Whitehead Motofides poi W.A.S.S. (1860-2001)
P.N.F. Federazione dei Fasci di combattimento di Livorno (1920-44)
Comitato provinciale di Liberazione Nazionale di Livorno (1944-46)
Carte Orlandini (Cristiano-Sociali) (1944-47)
Gruppi comunisti rivoluzionari – Lega Comunista Rivoluzionaria – Lotta Continua Livorno (1970-82)
Stato civile del circondario del Tribunale di Livorno (1866-1935)
Comune di Livorno postunitario (1866-1946)
Cinema Teatro Politeama (1878-1942)
Nazione Olandese-Alemanna (1789-1953)
Commissariato per la liquidazione degli usi civici (1924-59)
Giornali murali (1952-55)