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Museo e Biblioteca della Resistenza di Sansepolcro

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Matteotti 10, 52037 Sansepolcro (Arezzo)
Telefono: 0575 742293
E-mail: resistenza.museo@libero.it
Sito web: https://www.memoranea.it/luoghi/toscana-ar-sansepolcro-museo-e-biblioteca-resistenza

Breve storia e finalità
Nell’estate del 1944, il territorio di Sansepolcro fu attraversato dalla Linea Gotica e coinvolto nel passaggio del fronte bellico.
Nel periodo che precedette la liberazione del paese, gran parte della popolazione fuggì verso le campagne per sottrarsi ai bombardamenti, mentre coloro che decisero di restare vennero lasciati dalle autorità civili e militari tedesche e fasciste, in balia di se stessi, senza nessun tipo di organizzazione della vita civile. Mentre i fascisti, già alla metà di giugno, erano fuggiti verso il nord, le truppe tedesche erano rimaste nei pressi della città per asportare tutto il materiale che poteva servire per il proseguimento della guerra.
Al vuoto lasciato dalle autorità militari e politiche cercò di far fronte il vescovo della città, Mons. Pompeo Ghezzi, che tentò di ridare un minimo di organizzazione alla vita civile e di ripristinare il funzionamento di alcuni servizi primari (prelevamento di acqua, forni per la produzione di pane, servizi medici e di sorveglianza per le case abbandonate). Nell’agosto del 1944, ancora prima dell’arrivo degli Alleati, le truppe tedesche lasciarono Sansepolcro che venne immediatamente occupata dalle truppe partigiane formatesi nei mesi precedenti, le cui fila erano state ingrossate dagli ex-prigionieri di guerra, in particolare jugoslavi, fuggiti dal vicino campo di Renicci. Con la presenza partigiana la situazione di vuoto di potere venne in parte colmata con la costituzione del CLN cittadino, che mantenne il controllo della città sino al 2 settembre, quando in paese entrarono le truppe alleate. A Sansepolcro vennero poi acquartierati dei soldati del corpo d’armata dell’esercito alleato guidato dal generale Władysław Anders, reduci dalla battaglia di Montecassino.
Il Museo e Biblioteca della Resistenza di Sansepolcro venne istituito nel 1976 per volere dell’Anpi, con lo scopo di ricordare i fatti legati alla Resistenza nel paese e il tragico passaggio del fronte. Tuttora risponde alla sua vocazione di divulgazione storico culturale dei valori della Resistenza, e di ricerca e conservazione della documentazione sull’Antifascismo, sulla Resistenza, sui campi di concentramento e sul confino durante il Regime fascista. Dopo il terremoto che ha colpito la regione Toscana nel 2001, la sede del museo è stata trasferita nel centro del paese, in Via Matteotti, all’interno di un edificio di proprietà comunale.

Patrimonio
All’interno dell’istituto è presente una mostra permanente intitolata “Perché Resistenza”, costituita da 40 quadri, ed è conservata una collezione di armi leggere della Seconda guerra mondiale, per lo più provenienti dallo Stabilimento Militare di Terni, varia oggettistica dell’epoca donata da privati cittadini e materiale proveniente dal Campo di internamento fascista di Renicci di cui un plastico riproduce la planimetria. Negli ultimi anni è stato acquisito un corpus documentario sul fenomeno concentrazionistico e sono stati avviati progetti di collaborazione con altri istituti impegnati nello studio dell’internamento. Sono infine presenti una nastroteca che raccoglie canti resistenziali e testimonianze, fotografie d’epoca e una raccolta di quadri sul tema della Resistenza. Annessa al museo è una piccola biblioteca, composta da circa 2500 volumi di storia locale, contemporanea e resistenziale, da una raccolta di documenti del periodo 1920-1945 e un’emeroteca che raccoglie serie complete di riviste del periodo fascista e postbellico.




Centro di studi politici e sociali e Archivio storico Il Sessantotto

Sede e contatti
Via G. Orsini 44, 50126 Firenze
Tel. 055 685593
Fax 055 685593
E-mail: archivio68@inventati.org
Sito web: http://archivioilsessantotto.blogspot.com/
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=cons&Chiave=14653

Organi
Presidente: Maurizio Lampronti
Vice-presidente: Adriana Dadà
Segretario: Fulvio D’Eri
Tesoriere: Giancarlo Benvenuti

Breve storia
L’ Archivio storico il Sessantotto nasce nel 1984 dall’iniziativa di un gruppo di dodici ex militanti provenienti da esperienze politiche diverse, nel tentativo di preservare la memoria collettiva di questo particolare momento storico attraverso un ampio lavoro di ricerca e raccolta, per ricostruire e comprendere il clima sociale del tempo nella sua complessità.
Il cuore dell’archivio è costituito tuttora dal materiale originario raccolto ed archiviato dai soci fondatori, creando così un corpus eterogeneo proveniente dalle diverse aree della sinistra rivoluzionaria: al suo interno, infatti, erano presenti anarchici; membri di Avanguardia operaia, Democrazia proletaria e Lotta continua; esponenti di matrice internazionalista e trozkista. L’attività di raccolta e documentazione è continuata sino ai primi anni novanta, sia da singoli militanti di sinistra sia da organizzazioni politiche in fase di scioglimento.
L’archivio è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica della Toscana con provvedimento n. 798 del 6 febbraio 2004

Patrimonio
I fondi archivistici conservati sono:
Bencini Luigi
Biblioteca anarchica Luigi Fabbri
Cannarozzo Calogero
Damiani Luca
Fornaciari Paolo Edoardo
Giornali politici organi di partito
Montagni Andrea
Opuscoli
Riviste
Serafini Aldo
Spagna Piero
Volantini e ciclostilati




Centro di Documentazione sulla Linea Gotica di Montignoso

Sedi e contatti
Indirizzo: Villa Schiff Giorgini – Via Fondaccio snc, Montignoso (MS)
Telefono: 0585 8271204 (Ufficio Cultura del Comune di Montignoso)
E-mail: ernesta.rappelli@comune.montignoso.ms.it, alfio.raffaelli@comune.montignoso.ms.it
Sito web: http://www.comune.montignoso.ms.it/c045011/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/544
Orari di apertura: dal Martedì al Giovedì e Sabato 10-12
Biglietto d’ingresso: ingresso gratuito

Organi direttivi
Responsabile della parte scientifica: Giovanni Cipollini
Direttore operativo: Domenico Gabrielli
Collaborazione nell’allestimento e gestione del Centro: Anpi di Montignoso

Breve storia e finalità
Il Centro di Documentazione sulla Linea Gotica è nato nel 2011 ed è ospitato nei locali al piano terra della villa settecentesca Schiff Giorgini di Montignoso, paese particolarmente colpito dalle stragi nazifasciste. L’istituto raccoglie immagini, documenti e oggetti legati alla Resistenza e ai principali avvenimenti del territorio apuo-versiliese durante la Seconda Guerra Mondiale.
Si compone di cinque sale attrezzate con illustrazioni a muro dei vari passaggi storici del periodo, un plastico interattivo (che evidenzia il percorso della Linea Gotica, le sedi delle postazioni alleate e nazifasciste, i paesi in cui si verificarono le stragi e gli episodi salienti della lotta partigiana), una sala multimediale dove è possibile vedere e ascoltare i protagonisti della Guerra, oggi novantenni, che raccontano i fatti di quei mesi; infine, una nuova sala contenente materiali bellici di vario tipo (munizioni, elmetti, attrezzature dei soldati, ecc.) donati da Pietro Maghelli e Vincenzo Germelli (conosciuto come “Beretta”).
Nel Centro sono presenti anche un archivio storico, composto da centinaia di documenti iconografici (manifesti e fotografie) e da una raccolta di manifesti originali della RSI, e una biblioteca tematica relativa alla Resistenza e all’Antifascismo.




Museo Etnologico delle Apuane

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Uliveti 81, Massa
Telefono: 3335910306
E-mail: museoetnologicodelleapuane@fastwebnet.it
Sito web: https://www.museimassacarrara.it/musei/museo-etnologico-della-apuane-luigi-bonacoscia/
Orari di apertura: 10-12, 17-18.30 (visite solo su appuntamento), chiuso durante le festività
Biglietto d’ingresso: intero 4 €; ridotto 2 €

Organi direttivi
Direttore scientifico: Dott. Giuliano Marselli

Breve storia e finalità
Sorto per iniziativa di don Luigi Bonacoscia e di un gruppo di amici, con atto notarile del 14 marzo 1980, il museo nasce con l’intento di ripercorrere, tramandare e valorizzare la memoria della gente apuana tramite la raccolta di numerosi reperti di differenti epoche, tipologie e utilizzo.
Nella sua costituzione l’istituto, attualmente ospitato in una palazzina vicino al Santuario della Madonna degli Uliveti di Massa, riuniva due collezioni: la “Masnata” (circa 300 reperti) e quella del nascente Museo (circa 100 reperti). Negli anni successivi la varietà e il grande numero di oggetti raccolti ha portato la collezione del Museo Etnologico a conservare circa 5000 reperti, provenienti principalmente da Massa, Carrara, Lunigiana, Garfagnana e Versilia.
Lo spazio espositivo è articolato attraverso la visita di diverse sezioni che illustrano come si svolgeva la vita della gente contadina, con le sue molteplici attività (lavori nei campi, fienagione, allevamento, vendemmia, raccolta delle castagne ecc.) e descrivono i diversi mestieri che si praticavano agli inizi del ’900 (calzolaio, sellaio, cavatore, fabbro, falegname, lavandaia, tessitura), le normali pratiche legate alla vita domestica (cucina, bucato, stiratura, ecc.) e attività come la scuola e la tipografia. Sono inoltre esposte macchine, strumenti e utensili provenienti dalle fabbriche che una volta costituivano la Zona Industriale Apuana che ha caratterizzato questo territorio dagli anni ’30 agli anni ’80.
Nell’arco dell’anno il museo organizza diverse attività e pubblica annualmente una rivista – “Le Apuane” – di storia e tradizioni locali. Inoltre, organizza attività didattiche indirizzate alla conoscenza della cultura materiale del territorio.

Patrimonio
Il museo è diviso in 32 settori espositivi comprendenti oggetti di uso comune che venivano utilizzati nella tessitura, nella lavorazione della terra, in cucina e nella stalla e pezzi legati ad attività più specifiche come la fienagione, l’olivocultura, la viticoltura e la produzione del vino, la ceramica, la raccolta delle castagne, la lavorazione del marmo e del gesso, oltre che alcuni mezzi agricoli. Sono, inoltre, esposti oggetti e strumenti di uso quotidiano, come quelli con cui si faceva il bucato.
Inizialmente il museo era costituito dalla raccolta privata Masnata, che comprendeva circa 300 oggetti reperiti nel primo dopoguerra nell’area lunigianese e dalla collezione del Movimento di Umanesimo Sociale con circa 100 oggetti. La collezione è stata ampliata con ricerche effettuate da Don Bonacoscia nell’area della provincia di Massa Carrara, della Versilia e della Garfagnana.




Museo Storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Colletti 22, Sant’Anna di Stazzema (Lucca)
Telefono e Fax: 0584 772025
E-mail: santannamuseo@comune.stazzema.lu.it
Sito web: http://www.santannadistazzema.org/
Orari di apertura: dal Martedì al Giovedì 9-14, Venerdì e Sabato 9-17.30, Domenica 14.30-18 (da settembre a febbraio); Martedì e Mercoledì 9-14, dal Giovedì al Sabato 9-18, (da marzo ad agosto), Domenica 10.30-18

Breve storia e finalità
Ricavato dalla vecchia struttura delle scuole elementari del paese, l’istituto è stato inaugurato nell’autunno del 1982 dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il 19 settembre 1991, grazie alla Legge Regionale n.39/91, l’ente è stato trasformato nell’attuale Museo Storico della Resistenza.
La disposizione dello spazio museale è immaginata come articolazione di un percorso aperto, con luoghi di relazione e punti di visuale che evidenziano il rapporto spaziale tra le esposizioni interne e il territorio circostante, dove parte degli eventi descritti si verificarono, creando un serie di corrispondenze stabili con la storia, l’identità e la morfologia del territorio circostante.
Sulla facciata esterna, al fianco della lapide che riporta l’ode di Calamandrei a Kesselring, è posta una riproduzione scultorea di un particolare dell’opera pittorica “Guernica”, realizzata da Pablo Picasso.
Nel 2007 è stato inaugurato il nuovo allestimento dell’intera area museale.

Con la legge 381/2000, Sant’Anna è stato dichiarato Parco Nazionale della Pace, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria storica dei tragici eventi dell’estate del 1944 ed educare le nuove generazioni ai valori di pace, giustizia, collaborazione e rispetto fra i popoli e gli individui. Il Parco si estende sul territorio collinare circostante il paese, concentrandosi nell’area sacrale che, dalla piazza della chiesa e dal Museo Storico, attraverso la Via Crucis e il bosco circostante, giunge al Col di Cava, dove è posto il Monumento Ossario, che raccoglie i resti delle 560 vittime dell’eccidio del 12 agosto 1944.

Patrimonio:
Attraverso documenti originali, pannelli didascalici, manifesti, avvisi e quotidiani dell’epoca, materiale fotografico, audiovisivo e multimediale, oggetti e testimonianze autentiche, il museo offre ai visitatori una panoramica essenziale, ma allo stesso tempo esauriente e rigorosamente storica, delle vicende svoltesi nel periodo 1943-1945 in Italia, con uno sguardo particolare rivolto alla Toscana e alla Versilia.
Il percorso espositivo è suddiviso nelle seguenti sezioni tematiche:
L’occupazione nazista;
La Resistenza: gli aspetti, gli episodi ed i personaggi più significativi della lotta di liberazione;
Le stragi: ampio spazio è dedicato alle stragi compiute dai nazifascisti nel settore tirrenico della Linea Gotica e, più in generale, in Toscana nel periodo 1943-1945;
L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema: la storia, le vittime, le testimonianze dei superstiti, le fasi cruciali della ricerca storica della verità, fino agli atti del processo a carico degli imputati della strage conclusosi il 22 giugno 2005 presso il Tribunale Militare di La Spezia.
Il Museo comprende anche una raccolta di significative testimonianze pittoriche e scultoree. Sono presenti opere di Ernesto Treccani, di Pietro Annigoni e di altri artisti contemporanei. La sala Padre Ernesto Balducci, al piano terra, dotata di strumentazione audio-video, è adibita ad attività didattica, conferenze e incontri. Nella sala attigua è possibile consultare una consistente bibliografia relativa al periodo storico ’40-’45, con particolare riguardo agli eventi bellici in Versilia, nonché una raccolta stampa nazionale ed internazionale, con riferimento specifico alla ricerca della giustizia e della verità.




Biblioteca Labronica di Livorno

Sedi e contatti
Indirizzo: Villa Fabbricotti – Viale della Libertà 30, Livorno
Telefono: 0586 824511 / Fax: 0586 808176
E-mail: labronica@comune.livorno.it
Sito web: http://www.comune.livorno.it/_livo/it/default/115/Biblioteca-Labronica-F-D-Guerrazzi.html
Orari di apertura: dal Lunedì al Venerdì 8.30-19.30, Sabato 8.30-13.30 (dal 1 settembre al 29 luglio); dal Lunedì al Sabato 8.30-13.30 (dal 30 luglio al 31 agosto)

Organi direttivi
Referente: Cristina Luschi

Breve storia e patrimonio
La Biblioteca Labronica, intitolata a Francesco Domenico Guerrazzi, è la principale biblioteca pubblica di Livorno. Ha sede nell’antica Villa Fabbricotti, nei cui magazzini sono conservati 120.000 libri, 1.500 manoscritti e 60.000 autografi. Le origini vanno ricercate nell’Accademia Labronica fondata da Giuseppe Vivoli nel 1816 allo scopo di promuovere le lettere, le scienze e le arti a Livorno. Nella prima metà dell’Ottocento la biblioteca contava già 7.000 volumi. In seguito, fu aperta al pubblico e, dopo la metà del secolo, donata al Comune e ingrandita. Qui si trova una ricca collezione di autografi (come quelli di Giacomo Leopardi e Galileo Galilei), manoscritti (ad esempio di Ugo Foscolo) e antichi volumi stampati a Livorno sin dal XVII secolo; in particolare merita di essere ricordata l’edizione dell’Encyclopédie, stampata dal 1770 presso l’antico Bagno dei forzati. Nel tempo la biblioteca si è arricchita grazie ai notevoli lasciti, come quelli della famiglia Bastogi, che nel 1923 donò al Comune la vasta collezione di autografi nota come “Autografoteca Bastogi”.
Nel parco della villa si trova anche la Biblioteca dei Ragazzi con circa 14.000 libri utili alla formazione degli utenti di giovane età.
In Piazza del Luogo Pio si trova il nuovo Polo bibliotecario Bottini dell’Olio, che occupa una superficie di oltre 2000 mq, con zone lettura e studio da 140 posti e 1900 metri lineari di volumi sistemati su scaffali a vista. Qui si può consultare e leggere libri, studiare, ma anche ascoltare musica, vedere mostre, assistere a conferenze, partecipare a club di lettura. A disposizione degli utenti vi sono 8 postazioni Internet e un servizio di autoprestito. L’intera area è coperta da rete Wi-Fi.
Nei pressi dei Bottini dell’Olio, in via del Toro, ha sede l’Emeroteca, dove possono essere consultati oltre 4000 periodici, di cui circa 750 correnti. I magazzini hanno uno sviluppo lineare di circa 6 chilometri.
Negli ambienti di Villa Maria si trova il materiale dedicato al cinema e al teatro.
Infine, sempre presso Villa Fabbricotti, ha sede il CED (Centro Elaborazioni Dati) della Biblioteca: nato nel 1985 per gestire le procedure di schedatura, costituisce adesso una struttura trasversale di supporto a tutte le attività svolte, sia dal Sistema Documentario Provinciale, sia dall’U.Ova Sistemi Bibliotecari e Museali. Il CED conserva ed elabora le banche dati informatizzate delle strutture, segue la realizzazione di nuove infrastrutture tecnologiche, analizza e seleziona le offerte e i progetti garantendo un adeguato aggiornamento dei sistemi informativi.
Ultima nata è la sezione Niccolò Stenone, che conta un patrimonio librario di circa 3000 volumi.




Centro documentazione di Pistoia

Sede e contatti
Complesso bibliotecario San Giorgio area ex Breda, via Pertini – 51100, Pistoia
Tel: 0573 371785
Fax: 0573 371780
E-mail: giorlima@tin.it – cdp@comune.pistoia.it
Sito web: www.centrodocpistoia.it

Breve storia e finalità
Il Centro nasce negli anni sessanta per creare un punto di riferimento per il dibattito e l’analisi di quel periodo storico e della corrispondente realtà sociale e politica.
Fin dall’inizio lavora all’analisi dei movimenti e delle nuove realtà che si stanno sviluppando in quegli anni: dal movimento studentesco a quello operaio, dalle lotte del popolo vietnamita e in generale del Terzo Mondo, all’esperienza della Cina, da quella dei cattolici che veniva maturando dopo il Concilio Vaticano II ai primi momenti di contestazione delle istituzioni totali (ospedale psichiatrico, carcere, ecc.).
In quei primi anni, il lavoro si svolge su più piani: dalla raccolta dei materiali, avviando la costituzione di quella che sarà l’emeroteca biblioteca del Centro, alla diffusione di libri, giornali, bollettini prodotti da altri, alla organizzazione di incontri e dibattiti.
Base dell’esperienza del Centro è la continua verifica con la realtà concreta. La sua caratteristica originale, che rimarrà tale nel tempo, è quella di essere uno strumento di servizio nel campo della informazione e della controinformazione, rifiutando di creare preclusioni e steccati ideologici e pratici, nella convinzione dell’utilità dei confronti e delle contaminazioni tra ambiti e culture diverse.
Dopo aver iniziato nel 1970 a pubblicare un notiziario che vuole essere uno strumento di divulgazione delle attività del Centro e di quei materiali che vengono ritenuti importanti per il dibattito e le lotte in corso, il Centro avvia la produzione di altri periodici: Fogli di Informazione (dal 1972), Scuola Documenti, la rivista di satira politica Ca Balà, Riprendiamoci la natura, Lotta di Classe e Integrazione Europea, Carcere informazione, Per il Sessant8, che si occupa di ricerche, memorie, bibliografie, critiche e documentazione su avvenimenti, culture, pratiche alternative ed ideologie attorno al 1968; nel 2001 esce la rivista Razzismo & Modernità.
Vengono realizzate anche alcune collane editoriali: Rompete le righe , quaderni per il rinnovamento di contenuti e metodi nella scuola dell’obbligo, Idac-Documenti , collegati all’istituto omonimo diretto da Paulo Freire, una collana di testi di satira politica collegata a Ca Balà; Collane Fogli di informazione, Sentieri naturalistici, Altrascienza.

Patrimonio
Il patrimonio della biblioteca emeroteca Centro di Documentazione è stato donato al Comune di Pistoia alla fine degli anni settanta dall’associazione culturale Centro di Documentazione di Pistoia che lo ha raccolto nel corso della sua attività di studi e ricerche. Il fondo donato fino ad oggi è costituito da 4.000 periodici di cui 800 correnti; 34.000 opuscoli e volantini, 20.000 volumi.
Esiste un catalogo stampato in volume e a schede consultabili all’ingresso della biblioteca, relativo a tutte le riviste presenti aggiornato al 1997.




Biblioteca città di Arezzo

Sede e contatti
Indirizzo: Via dei Pileati 8, Arezzo
Telefono: 0575 22849 / Fax: 0575 22849
E-mail: info@bibliotecaarezzo.it
Sito web: http://www.bibliotecarezzo.it/index.php
Orari di apertura: dal Lunedì al Venerdì 8.30-19.30, Sabato 8.30-13-30

Organi direttivi
Presidente: Alessandro Artini
Consiglio di Amministrazione: Francesca Chieli, Ciro Iannone
Dirigente: Roberto Barbetti

Breve storia e finalità
L’atto di nascita della Biblioteca della Fraternita dei Laici, che costituisce il fondo più antico e prezioso della Biblioteca Città di Arezzo, risale al 1609, quando il medico e filosofo aretino Girolamo Turini, nel 1602, lasciò per testamento alla Fraternita 2850 volumi e 15 manoscritti.
La Biblioteca incrementò il suo patrimonio librario quando vi confluirono le biblioteche dei conventi soppressi a seguito delle invasioni napoleoniche tra la fine del secolo XVIII e gli inizi del successivo. In seguito confluirono nella Biblioteca Fraternita dei Laici, frutto di acquisti, donazioni, lasciti testamentari, o affidamento in gestione, le biblioteche Redi (1830), Sforzi (1874), Fossombroni (1880), Fineschi (1910), Gamurrini (1920), Burali-Forti (1948) ed altre minori. A differenza di quelle Fineschi, Gamurrini e Burali-Forti, che mantengono una loro identità, le biblioteche Turini, Redi, Sforzi e Fossombroni sono confluite nei Vecchi Fondi Fraternita e sono identificabili attraverso gli ex libris e le note manoscritte di possesso.
La consistenza del materiale librario della Fraternita è documentata, negli anni, dagli inventari manoscritti compilati dal 1708 al 1939. Nel 1952 fu costituito il Consorzio per la Gestione della Biblioteca Città di Arezzo fra la Provincia di Arezzo, il Comune di Arezzo, la Fraternita dei Laici e l’Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze.
La Fraternita dei Laici mise a disposizione del Consorzio la maggior parte del suo materiale librario, L’Accademia Petrarca la biblioteca Circolante, la biblioteca Dantesca Passerini, la cui sede però rimase presso l’Accademia, e le biblioteche Occhini e Landucci che le erano state affidate in gestione dal Comune di Arezzo, che ne è il proprietario. La Provincia e il Comune di Arezzo si impegnarono a garantire al Consorzio le risorse economiche necessarie per la conduzione della Biblioteca.
Con la nascita del Consorzio il materiale librario della Biblioteca si accrebbe notevolmente. Negli anni una parte del bilancio venne destinata all’acquisto dei libri in commercio. Nel 1954 il Comune di Arezzo concesse in affitto il Palazzo Pretorio come sede al Consorzio per l’insediamento della biblioteca.
Nel 1992, a seguito dell’entrata in vigore della L. 142/1990, il Consorzio venne sciolto e per la gestione del servizio bibliotecario fu adottata la forma dell’Istituzione.

La Biblioteca vuole mettere al servizio della comunità dei lettori il proprio patrimonio e con il loro contributo vuole implementarlo e renderlo sempre più accessibile ai cittadini di ogni età e di ogni formazione culturale; vuole essere radicata nella propria comunità territoriale e nello stesso tempo aperta alle culture della contemporaneità, aperta al dialogo con le persone che la utilizzano e veicolo di un libero accesso alla formazione e alla conoscenza, attenta alle esigenze individuali e di gruppo, di studio, di apprendimento e di ricerca.
Il nuovo logo e il nuovo sito internet vogliono sottolineare l’impegno a far diventare la Biblioteca Città di Arezzo la biblioteca di tutti, un servizio indispensabile all’organizzazione sociale e fondamentale per sviluppare la democrazia e i diritti di cittadinanza.

Patrimonio
Il patrimonio librario moderno consta attualmente di circa 170.000 volumi. Tutti i volumi sono consultabili in sede dietro richiesta compilata dall’utente su apposito modulo e consegnata al personale dell’ufficio di distribuzione. Il patrimonio bibliografico presente nelle sale di lettura è a scaffale aperto e può essere consultato in modo diretto da parte dell’utente.
La Biblioteca dispone di un fondo antico costituito da 95.656 documenti tra manoscritti, incunaboli, opere a stampa e periodici antichi.
Di particolare rilievo la sezione tematica del Centro di Documentazione Città di Arezzo specializzata sui temi di cooperazione, intercultura, immigrazione, rapporti Nord-Sud, sviluppo, pace, diritti, donne.
Da maggio 2012 la Biblioteca Città di Arezzo ha aperto una nuova “Sezione multimediale”.
Al suo interno potete trovare DVD con i film più importanti che hanno fatto la storia del cinema di ogni genere (commedie, thriller, avventura, gialli, ecc.), da Totò a Woody Allen, a Via col vento ad Avatar, ma anche documentari con approfondimenti tematici di storia, geografia, viaggi ed ancora concerti dei più grandi artisti come Mozart, Madonna ad altri ancora. Attualmente lo scaffale è fornito di oltre 800 DVD, in continua crescita e implementazione. È possibile prenderli in prestito per 7 giorni fino ad un massimo di 4 documenti (tra libri e DVD) per ogni utente. La sezione è facilmente consultabile a scaffale aperto in una delle sale della Biblioteca, oppure consultando il catalogo on-line.

Tutto il materiale, librario e non, posseduto da questa Biblioteca è catalogato. I cataloghi generali e speciali si trovano nella Sala distribuzione.
La consultazione dei cataloghi può avvenire in modo diretto e immediato da parte dell’utente: il catalogo corrente è consultabile tramite computer posti a disposizione del pubblico; il catalogo cartaceo è attualmente aggiornato all’anno 1999. Il catalogo informatizzato, relativo a tutto il fondo moderno e antico, è direttamente accessibile da internet all’indirizzo www.bibliotecarezzo.it/catalogo e comprende circa 250.000 record.
È anche possibile consultare l’elenco dei periodici/riviste e l’elenco dei libri disponibile per il prestito all’interno del progetto BibliOspedale.