1

La conoscenza vince la paura: l’impegno della Regione Toscana per far conoscere la storia dell’Alto adriatico

In occasione del Giorno del Ricordo 2019, la mattina del 22 febbraio, presso il Teatro Cinema La Compagnia, a Firenze si è tenuto un incontro, aperto dai membri del Consiglio Regionale e rivolto a docenti e studenti, sul tema “Per la storia di un confine difficile. L’alto Adriatico nel Novecento”

Si è trattato di una giornata di presentazione dei lavori svolti dalle scuole che hanno partecipato al viaggio studio sul “confine orientale” (esperienza che può parere effimera ma che semina contenuti e consapevolezza storica ed etica, dice Luciana Rocchi, membro del comitato scientifico dell’ISGREC)  che sono stati pubblicati nel volume “Per la storia di un confine difficile”.

Il libro, uscito anche in e-book, fa seguito alla Summer School organizzata dalla Regione Toscana, dal 22 al 25 agosto 2017 , che è stata il primo passo del progetto pilota di formazione sulla storia del confine orientale cui è seguito un viaggio studio per 60 persone, fra storici, docenti e alunni, che si è tenuto dal 12 al 16 febbraio 2028. I luoghi toccati sono stati:  Redipuglia, con il sacrario dei caduti italiani nella Prima Guerra Mondiale, inaugurato nel 1938 da Mussolini, in cui la pietas per i caduti viene sostituito con la retorica; Trieste, città crocevia di culture per antonomasia, vittima del fascismo di confine e del suo nazionalismo, che ha impedito alla presente popolazione slovena e croata perfino di parlare la lingua materna se non era l’ italiano ed ha italianizzato anche i cognomi; quel salotto sul mare che è piazza Unità di Italia a Trieste è stata anche il luogo in cui nel ’38 Mussolini ha annunciato l’emanazione delle leggi razziali. Tappa successiva è stata Gonars, uno dei campi di internamento per civili slavi, vittime di violenze inenarrabili durante l’occupazione fascista della Jugoslavia, conseguenza della circolare 3 C del generale Roatta. Frutto del razzismo nazista e del collaborazionismo italiano è la Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio in Italia, i cui orrori sono stati taciuti per decenni e solo a seguito di azioni legali della magistratura tedesca, hanno trovato narrazione storica anche in Italia. E poi ancora Basovizza, monumento nazionale dal 1992 a memoria degli infoibamenti (“la resa dei conti”, come la definisce Dorigo). Per comprendere il tema della profuganza è stato visitato il C.R.P. di Padriciano, con le sue stanze cariche di passato, che sa di dolore e lacerazione, promiscuità e freddo. Varcando due attuali confini, si giunge a Fiume, dove più che altrove si cerca di ricostruire lo strappo fra Italia e Jugoslavia. Ultima tappa Fossoli, che dopo essere stato un campi di transito nazifascista, è stato convertito in campo profughi per istriani, che lì hanno spesso subito la falsa equazione “italiano esule = fascista”.

La Regione Toscana ha voluto costruire un percorso sperimentale di formazione e conoscenza storica rivolto in particolare al mondo della scuola superiore, in modo da raccontare gli eventi di una storia di “lunga durata” e farsi carico di tutta quella complessità espressa dallo stesso testo legislativo – la legge n.92 del 2004 che riconosce il 10 febbraio quale Giorno del ricordo – per tradurla soprattutto in didattica.

E a proposito di didattica, è stato importante anche il follow up di questo viaggio: infatti è stato chiesto ai docenti e agli studenti che vi hanno partecipato di scrivere le loro riflessioni, sensazioni e di inviare delle foto significative, corredate da didascalie. È’ nato così l’e-book “Per la storia di un confine difficile”,  prodotto da Toscana Notizie, che è stato presentato il 22 Febbraio a Firenze. Sul palco sono saliti anche alcuni studenti che hanno partecipato al viaggio, per raccontare ciò che tale esperienza ha lasciato in loro. Ascoltata poi anche il commento di Silvia Rusich, figlia di profughi, che ha mostrato apprezzamento per il taglio e l’approccio dato nell’affrontare la tematica del confine orientale, un confine che per sua natura è problematicissimo.

Parte centrale dell’evento è stata la proiezione in anteprima del documentario del regista Luigi Zannetti “La conoscenza scaccia la paura”, con testi di Luciana Rocchi, che ne è stata anche consulente scientifica insieme a Luca Bravi.

Il fil rouge del documentario è Livio Dorigo, dalle cui parole il video prende nome. Dorigo, apiculture ottantottenne (con l’immagine delle sue api si apre e si chiude il documentario), esule di Pola, presidente del circolo Istria, ripercorre la sua storia personale rileggendola nel quadro della Storia. Livio ricorda la sua città natale multietnica, a partire dalla sua lingua (il dialetto istroveneto), l’ occupazione nazista dopo l’8  settembre, fino all’esilio nel 1947, scelto dalla sua famiglia quando lui aveva 17 anni e l’inizio della profuganza “in cui si diventa ignoti fra ignoti e si capisce di non essere nessuno”, per dirlo con le parole di Magris. Sacile, Gorizia, per poi arrivare nel villaggio giuliano-dalmata di Roma. E poi Livio ha vissuto in varie parti di Italia, per il suo lavoro, il medico veterinario. Ma lui non si sente solo italiano, ma cittadino europeo di un’Europa di popoli fratelli, frutto del manifesto di Ventotene.

Livio Dorigo ha messo la nostalgia a servizio dell’impegno. Le sue api che non conoscono i confini diventano il simbolo di quello che dovrebbero essere gli uomini, consapevoli che le frontiere esistono solo per essere valicate, per mescolarsi.

L’esperienza di formazione sul confine orientale costituisce un importante tassello della politica attiva della memoria, la sola che può creare le basi per progettare un futuro di pace, di tolleranza e di contrasto alla violenza in una realtà che appare sempre più segnata da preoccupanti rigurgiti di nazionalismi e pericolosi fondamentalismi.




20 gennaio: parte il Treno della Memoria della Regione Toscana!

Saranno 550 i ragazzi a bordo dell’11/o Treno della memoria che partirà domenica 20 gennaio da Firenze per la Polonia dove verranno visitati i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. L’iniziativa, avviata dalla Regione Toscana 18 anni fa, è per studenti delle scuole superiori e universitari i quali avranno anche modo di ascoltare le storie dai sopravvissuti. Tra i testimoni presenti quest’anno ci saranno Andra e Tatiana Bucci, sorelle scampate agli orrori di Birkenau, e Silva Rusich, figlia del deportato politico Sergio Rusich, insieme ai rappresentanti delle associazioni, tra cui le comunità ebraiche di Firenze e Pisa, le associazioni rom e sinti, Aned, Anei, Anpi e Arcigay che si confronteranno con gli studenti nel viaggio. Infine, l’ultimo giorno è previsto, per la prima volta, un incontro con il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans e il presidente della Toscana, Enrico Rossi. Il progetto è affidato alla cura della Fondazione Museo della deportazione e della Resistenza di Prato. La preparazione degli insegnanti è iniziata con la Summer school promossa dalla Regione in agosto, coordinata scientificamente da Museo della deportazione, Forum dei problemi della pace e della guerra, Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea. Gli insegnanti hanno poi formato e selezionato gli studenti partecipanti al viaggio.




Appello per dare una casa alla Biblioteca Serantini

Nel 2019 la Biblioteca Franco Serantini entrerà nel suo 40° anno di vita. Un anniversario speciale da molti punti di vista, infatti non è comune che una struttura culturale nata dalla società civile, autofinanziata e autogestita riesca a raggiungere una tale età!

La biblioteca ancora oggi non ha una propria casa, al momento continua a essere ospitata dall’Università di Pisa, ed è per questo che l’Associazione amici della Biblioteca F. Serantini promuove per tutto il prossimo anno una SOTTOSCRIZIONE NAZIONALE per dare una sede stabile alla Biblioteca F. Serantini.
Tale operazione, che dovrà realizzarsi entro il 31 dicembre 2019, potrà garantire la conservazione, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio della Biblioteca ma anche di attivare finalmente il progetto di un “Laboratorio delle culture e delle memorie”, con l’intento di conservare, condividere e raccontare la memoria e la storia sociale e politica dell’età contemporanea ed essere luogo di discussione e progettazione per la cultura libertaria del 21 secolo.

Chiunque voglia partecipare alla SOTTOSCRIZIONE NAZIONALE – che ha l’obiettivo non solo di dare una sede alla biblioteca ma anche di attrezzarla per consentire una fruizione più ampia possibile – può inviare la propria donazione all’Associazione amici della biblioteca utilizzando il seguente IBAN:
IT25 Z 076 0114 0000 0006 8037 266
intestato a: Associazione amici della Biblioteca F. Serantini, via I. Bargagna n. 60 – 56124 Pisa

In allegato il testo completo dell’Appello per la sottoscrizione.




La Toscana è antifascista e antinazista: torniamo dove è nata la nostra Costituzione.

La Regione Toscana ha redatto un libro dal titolo “Partigiani della memoria” che è un invito alla memoria rivolto ai giovani. Esso raccoglie post di Facebook pubblicati nell’anniversario di ciascuna delle stragi nazifasciste avvenute in Toscana fra il ’43 e il ’45. Gli episodi censiti dall’ Atlante delle stragi nazifasciste e fasciste in Italia avvenuti in Toscana sono 822  e hanno causato perlomeno 4457 vittime. Ma è stato scelto di raccontarne, 61 per rappresentare tutto il territorio regionale. Lo scopo è legato a rendere vivo e familiare ciò che per varie ragioni e inquietanti  interrogativi la nostra società e la nostra epoca tendono ad affievolire o a deformare: la memoria del passato. Infatti, se ci guardiamo intorno, se consideriamo il tempo in cui stiamo vivendo, non possiamo non scorgere numerosi segnali minacciosi e preoccupanti.  Assistiamo quasi quotidianamente al riemergere in tutto il mondo di fenomeni che richiamano vicende che speravamo sepolte per sempre, il risorgere di preoccupanti estremismi anche nel cuore dell’Europa dove sono tornate le discriminazioni l’antisemitismo, l’odio razziale. Per questo bisogna portare i giovani a diventare “partigiani della memoria” come dice Vera Vigevani, perché solo la conoscenza storica ci consente di ritrovare il senso delle stragi che investirono le nostre comunità, perché le vittime dei nazifascisti non riguardano solo quei luoghi e quel tempo ma ancora tutti noi, in periodi come quello attuale in cui di nuovo sentiamo inneggiare pubblicamente al ventennio fascista, celebrare il Duce a Predappio, fare il saluto romano nelle piazze, dichiararsi “francamente razzisti” e in cui, per giunta, certi discorsi sono fomentati anche da rappresentanti delle istituzioni che soffiano sul fuoco dell’incertezza, che usano la ricetta già nota di dare la colpa ad un nemico esterno, al diverso, all’Europa, che diventano il male da combattere. Per monitorare i comportamenti e le affermazioni che possono configurare l’apologia di fascismo o la discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi la Regione Toscana ha creato l’osservatorio in collaborazione con ANPI, ARCI, ANED, ISRT. Proprio per raggiungere i giovani, è stato indagato l’universo dei social, particolarmente permeabile al linguaggio dell’odio e delle fake news. Ed è proprio per utilizzare il linguaggio dei giovani, che il libro “partigiani della memoria” raccoglie i post di Facebook, per fare un buon uso di questo nuovo canale di informazione.




Toscana (unica regione in Italia) e Yad Vashem: Un protocollo per la Memoria

Una miglior conoscenza della storia della Shoah in Italia e in Europa con l’obiettivo “di promuovere una cultura basata sul rispetto reciproco che aiuti a prevenire e decostruire ogni forma di discriminazione, antisemitismo, razzismo, pregiudizio e xenofobia, lavorando insieme per difendere i diritti inviolabili delle persone e comunità”: queste le finalità del protocollo. E inoltre un impegno di valorizzazione e diffusione di una cultura di “pace, solidarietà, partecipazione attiva e democratica, giustizia sociale e dialogo, rispetto e tutela delle diversità culturali, sviluppo di capacità di risoluzione dei conflitti”, questi gli obiettivi del protocollo siglato negli scorsi giorni allo Yad Vashem tra il Memoriale della Shoah di Gerusalemme, l’Università degli studi di Firenze e l’Ufficio scolastico Regionale per la Toscana. Presente in sala anche Stefano Ventura, nuovo addetto scientifico dell’ambasciata italiana in Israele.
È stato inoltre creato, per desiderio del MIUR, un ristretto gruppo di ricerca, presieduto dalla professoressa Guetta e comprendente 5 o 6 docenti toscani, che hanno avuto esperienze di formazione presso Yad Vashem. L’obiettivo di tale team è di lavorare sulle linee guida della didattica della Shoah, redatte con decreto del MIUR n.  939 del 2017, chiedendosi che cosa significa studiare la Shoah oggi, in una realtà sconvolta ancora da tanti mali e atroci conflitti, atti di terrorismo pericolose e dolorose migrazioni. “Perché”,  “cosa”,  “come”  insegnare:  sono  questi  gli  interrogativi  che  si  pone il pool di docenti;  sono  queste  le  questioni  più  rilevanti  affrontate  in  ricerche, studi,  e  pubblicazioni. Senza alcuna pretesa di esaustività, il gruppo di ricerca toscano, intende proporre considerazioni e fornire informazioni e suggerimenti operativi per trattare un argomento che si è rivelato centrale per capire nonn solo il nostro passato di 80 anni fa,ma anche l’epoca recente in cui emergono sempre più prepotenti rigurgiti di xenofobia, tendenze anti popolo Romanì, antisemitismo, razzismo in generale. E’ solo dalla educazione che si può iniziare a combatterle.




CONFERENZA STAMPA e PRESENTAZIONE – Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018

25 ottobre 2018 @ Palazzo Sacrati Strozzi, ore 13

CONFERENZA STAMPA e PRESENTAZIONE 
per il progetto Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018

Il presidente dell’ISRT Simone Neri Serneri, il direttore Matteo Mazzoni, insieme a Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana, hanno presentato oggi quella che sarà la fase conclusiva dell’importante e innovativo progetto Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018.
La conferenza stampa si è tenuta nella Sala Cutuli di Palazzo Sacrati Strozzi.

Duecentotrenta insegnanti, oltre 1600 studenti e centinaia di scuole sono coinvolte nell’operazione di riscoperta e valorizzazione della Costituzione. Nel mese di novembre nelle dieci province toscane si svolgeranno iniziative pubbliche che vedranno come protagonisti le-gli studenti impegnati a raccontare il lavoro svolto in questi mesi e a restituire alla comunità di cui fanno parte il messaggio ancora attuale della Costituzione. Si parlerà di uguaglianza, solidarietà, libertà, diritti, lavoro: tutti temi che riguardano la quotidianità di ciascuno e che trovano nella Costituzione il loro punto di riferimento.

La Costituzione prima spiegata alle-agli studenti, per farla ben conoscere, e poi raccontata e resa attuale dalle-dagli stessi studenti. La Carta costituzionale, a settant’anni dalla sua entrata in vigore, è grande protagonista negli istituti superiori toscani, attraverso un progetto – “Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018” – promosso dalla Regione attraverso l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. “Un progetto articolato. Oggi presentiamo una tappa di questo ampio lavoro” precisa la vicepresidente ed assessore alla cultura della Toscana, Monica Barni. La Regione l’ha finanziato; ma partecipecipano attivamente anche tutti gli Istituti provinciali della Resistenza e dell’età contemporanea, la Fondazione Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e il Museo della Deportazione e della Resistenza di Prato.

“Sarà il momento culminante di un percorso intenso e unico, in cui ragazze e ragazzi racconteranno al grande pubblico, costituito da coetanei e non solo, la loro esperienza e le loro riflessioni” sottolineano Simone Neri Serneri e Matteo Mazzoni, presidente e direttore dell’Istituto storico toscano della Resistenza in Toscana. “Non si tratterà di lezioni – spiega Neri Serneri – ma di eventi che stimolino alla discussione, come tutte le tappe di questo progetto: un modo per offrire strumenti ai ragazzi”. “Un modo soprattutto – aggiunge Mazzoni, che sottolinea l’aspetto strutturale del progetto – per renderli protagonisti, anche con i loro dubbi e le loro perplessità, rendendoli protagonisti per farli sentire cittadini”.

Il progetto sulla Costituzione ha preso il via nel febbraio scorso con una serie di corsi di formazione a cui hanno partecipato oltre 230 docenti di scuole superiori in un percorso che ha riletto le tappe fondamentali della storia della Repubblica alla luce del testo costituzionale. Poi è partito il lavoro di approfondimento nelle scuole.

Il calendario dei convegni didattici

Pieve Santo Stefano (Arezzo) – 6 novembre
Firenze – 12 novembre
Lucca – 14 novembre
Prato – 15 novembre
Grosseto – 16-17 novembre
Pisa – 16 novembre
Livorno – 20 novembre
Pistoia e Siena – 21 novembre
Pontremoli (Massa Carrara) – 22 novembre

Il 12 novembre a Firenze (Cinema La Compagnia) un’intera giornata di riflessione sulla Costituzione: dall’uso dell’italiano all’amministrazione della giustizia, dal ruolo delle donne all’idea di uguaglianza, dal lavoro ai giovani. A parlare saranno naturalmente i ragazzi.




Istituti della Resistenza e tutte le Associazioni degli storici contro la cancellazione del “tema di Storia” dalla prima prova dell’Esame di Stato

Il Coordinamento della Giunta centrale per gli studi storici e delle Società degli storici (Cusgr, Sis, Sisem, Sisi, Sismed, Sissco) ha appreso oggi con grande sconcerto delle modifiche riguardanti la prima prova scritta dell’esame di stato (Circolare MIUR n. 3050 del 4 ottobre 2018 e Documento di lavoro della commissione presieduta da Luca Serianni).

La scomparsa della tradizionale traccia di Storia dalle tipologie previste per l’esame di maturità sembra seguire un percorso di marginalizzazione della storia nel curriculum scolastico, già iniziato con la diminuzione delle ore d’insegnamento negli istituti professionali. Si tratta di un’immotivata novità che riduce di fatto la rilevanza della Storia come disciplina di studio in grado di orientare i giovani nelle loro scelte culturali e di vita. Svilire in questo modo la specificità del sapere storico nella formazione scolastica significa inoltre accelerare, forse senza rendersene conto, un processo già in atto di riduzione del significato dell’esperienza del passato come patrimonio di conoscenze per la costruzione del futuro.

Questa scelta è stata fatta senza che né il Ministero, né la preposta Commissione abbiano mai consultato gli storici, gli insegnanti e gli studenti, nelle scuole e nel mondo accademico.

Ci si chiede dunque come una cauta esigenza di riforma si sia potuta trasformare nella cancellazione del riconoscimento del ruolo di una disciplina che nessuno finora aveva mai contestato, né messo in discussione.

Per questo ci sentiamo di chiedere con fermezza una rapida revisione del Documento della commissione Serianni e proponiamo al competente Ministro un incontro immediato per illustrare le ragioni e le modalità mediante le quali emendarlo.

Giunta Centrale per gli Studi Storici

Coordinamento delle Società degli storici (Cusgr – Consulta universitaria Storia greco-romana, Sis – Società italiana delle storiche, Sisem – Società italiana per la storia dell’età moderna, Sisi – Società italiana di storia Internazionale, Sismed – Società italiana degli storici medievisti, Sissco – Società italiana per lo studio della Storia contemporanea)

Associazione Italiana di Public History

Cirse (Centro Italiano per la Ricerca Storico-Educativa)

Istituto Nazionale “Ferruccio Parri”- Rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea




Museo della Memoria di San Miniato: orari definitivi e biglietto d’ingresso

Dopo i primi due mesi di sperimentazione, adesso il Museo della Memoria di San Miniato diventa a tutti gli effetti parte del Sistema Museale cittadino. Con questa formalizzazione arriva quindi l’assegnazione della gestione alla cooperativa Co&So, già soggetto gestore dei Musei Civici, e la modifica degli orari di apertura. Per il periodo che va dal 1 ottobre al 31 marzo entrerà in vigore l’orario invernale – che sarà comunque già attivo a partire dal 14 settembre – dove si prevede l’apertura il martedì e venerdì dalle 10 alle 13, il sabato e la domenica dalle 10 alle 17. Dal 1 aprile al 30 settembre sarà invece in vigore l’orario estivo: il martedì dalle 10 alle 14, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 10 alle 18.

Oltre al nuovo orario, dall’8 ottobre entrerà in vigore anche il pagamento del biglietto: 3,50 euro intero, gratuito fino a 14 anni, docenti, guide turistiche, tesserati ICOM, giornalisti e disabili, con la conferma delle agevolazioni previste dal tariffario dei Musei Civici (2 euro per residenti, studenti fino a 25 anni, over 65 e soci UniCoop).

Per prenotazioni visite scuole e gruppi: sistemamuseale@comune.san-miniato.pi.it – 348/7187908. Per info: 0571/406293 – museodellamemoria@comune.san-miniato.pi.it