Si apre la sesta edizione della Summer School Regione Toscana in vista del Giorno della Memoria

“È successo, può succedere ancora

Il valore della conoscenza e della democrazia”

29 e 31 agosto 2023

Memoriale delle deportazioni, Firenze

Al via la sesta edizione della Summer School della Regione Toscana organizzata in collaborazione con Fondazione “Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana e Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea.

Il 29 e 31 agosto, presso il Memoriale delle deportazioni a Firenze, si svolgerà la sesta edizione della Summer School in preparazione al “Giorno della Memoria” 2024.

Formare le insegnanti e gli insegnanti, anche in preparazione alle successive iniziative e attività che coinvolgeranno studenti e studentesse a partire dall’autunno e nel gennaio 2024, è questo l’obiettivo del corso seminariale intensivo pensato per promuovere e diffondere una maggiore conoscenza delle vicende storiche del nostro Novecento e dei luoghi legati alla deportazione ed allo sterminio nazisti per combattere le ramificazioni del pregiudizio, del razzismo, dell’antisemitismo e per promuovere responsabilità civile e personale

Programma completo sul sito del Memoriale: http://memorialedelledeportazioni.it/wp-content/uploads/2023/08/SUMMER-SCHOOL-2023-aggiornato_def_bassa-2.pdf che vi inviato a consultare anche per prenotare visite oltre che per conoscere meglio questo importante luogo di memoria: https://memorialedelledeportazioni.it/




Edito il volume “Marc Bloch. Una storia senza confini” scritto da Riccardo Bardotti

Uscito nel mese di agosto il volume “Marc Bloch. Una storia senza confini” scritto da Riccardo Bardotti e illustrato da BAZZAC.
Con una introduzione di Pietro Clemente.

Riccardo Bardotti è nato a Poggibonsi nel 1971; autore e saggista impegnato nel mondo del volontariato, da oltre vent’anni si occupa di percorsi educativi per i giovani. Attualmente è ricercatore e responsabile per la didattica presso l’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea.

Oltre alle pubblicazioni realizzate con Betti Editrice, ha partecipato con alcuni suoi racconti ai libri “Ai piedi del sorbo” (Strade Bianche, 2018) e “Lo strillone di piazza del Monte” (Strade Bianche, 2017).




Istoreco Livorno vi invita a seguire la nuova pagina FB “Storia e memoria del PCI in provincia di Livorno per essere aggiornati su questo nuovo progetto!

La pagina è parte integrante del progetto “La memoria del Partito comunista italiano in provincia di Livorno dentro uno spazio digitale”, realizzato grazie al contributo della Struttura di Missione Anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
All’interno di questo spazio verranno riportate tutte le iniziative relative al progetto: incontri, podcast, presentazioni e lavori in corso.
(1) Facebook
L’attività di Istoreco Livorno attorno al centenario della nascita del Pci ha portato alla pubblicazione di un corposo volume fotografico: “Il Pci in Toscana. Racconto per immagini”, curato da Catia Sonetti e promosso da Edizioni Ets (Pisa, 2021).
Suddivise in quattro sezioni fotografiche, le 268 immagini che compongono il volume raccontano il radicamento capillare che il Partito Comunista Italiano ha conosciuto in Toscana tra il 1945 e il 1991. Un viaggio lungo e ricco di sfumature, capace di riflettere nell’eterogeneità territoriale della regione una parte importante della storia repubblicana del Paese.
Dalle battaglie civili alle grandi questioni internazionali, passando per l’attivismo richiesto dalla vita di partito e le affollatissime feste de l’Unità, gli scatti presenti in queste pagine si pongono l’obiettivo di recuperare lo spirito di partecipazione collettiva che contraddistinse l’esperienza del Partito Comunista Italiano, valorizzandone la dimensione condivisa e trasmettendone la memoria pubblica e privata.
Tra i fondi conservati da Istoreco Livorno è presente anche quello della Federazione livornese del Partito Comunista Italiano. Al suo interno è presente anche un ricchissimo patrimonio fotografico che l’archivista Marta Palazzi sta descrivendo e digitalizzando.



Torna l’accesso LIBERO alla Biblioteca ISRT (con poche eccezioni).

Dal 20 giugno 2023 torna il libero accesso alla Biblioteca dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, senza necessità di prenotazioni.

Si ricorda l’orario di apertura: dal lunedì al venerdì 9.30-13.00 e 14.00-17.00.

ATTENZIONE:

la prenotazione resta obbligatoria per le consultazioni dei microfilm e dei libri con collocazione RT e Gracci

la sala studio può essere chiusa per attività istituzionali, si invita quindi a consultare sempre il sito o a scrivere per una maggiore sicurezza sulla sua agibilità.

 

 




Intellettuali in fuga: la seconda edizione del portale dell’emigrazione intellettuale dall’Italia fascista

Durante il ventennio fascista l’Italia ha perduto docenti, studenti e studiosi, liberi professionisti di origine ebraica che decisero di andarsene all’estero dopo le leggi per “la difesa della razza” nella scuola, nelle università, nelle istituzioni culturali. Prima ancora avevano cominciato ad espatriare gli antifascisti, fuorusciti “da quella grande prigione che era diventata l’Italia”. A rintracciarli (l’elenco ha quasi 400 nomi) e a ricostruire le loro storie di” vite in movimento” con approfondite indagini è dedicato il sito web Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Migranti esuli e rifugiati per motivi politici e razziali, ideato e diretto da Patrizia Guarnieri, che ora è uscito in un’edizione molto ampliata. Le novità sono descritte qui: mappe geografiche interattive, rappresentazioni grafiche delle reti familiari di mobilità per genere e generazione, elenco dei familiari. Anche l’archivio fotografico è in continua crescita, grazie alla generosità dei discendenti e comuni cittadini, ed alla collaborazione di tanti archivi da ogni paese.

Fra le molte storie di antifascisti, nomi noti e meno noti che continuarono a combattere il fascismo da fuori del loro paese: Ernesto Rossi e suo fratello Paolo, Gaetano Salvemini, il giellista Mario Levi, “un timido capace di tutte le audacie”, Carlo Rosselli, sua moglie Marion Cave e sua madre Amelia Pincherle Moravia Rosselli , di cui sono pubblicate fotografie provenienti dall’archivio dell’ISRT. Con i genitori partivano naturalmente i figli, talvolta bambini e bambine: Maria Luisa e Giliana Berneri figlie dell’anarchico Camillo Berneri, Franca Trentin, figlia di Silvio e sorella di Bruno, letterata e resistente in Francia.

Sul sito ognuno può utilizzare le funzioni di ricerca e seguire Cosa c’è di nuovo mese per mese.

 




Presentato alla Biblioteca Franco Serantini il n. 300 della rivista “Italia contemporanea”

Alle ore 17.30 presso la Biblioteca Franco Serrantini, Istituto della Storia Sociale, della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Pisa, si è tenuta la presentazione del n. 300 della rivista
ITALIA CONTEMPORANEA, il quadrimestrale dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, Rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. Dal 1974 essa costituisce la continuazione de «Il Movimento di liberazione in Italia» (suo primo nome), che accompagnò la nascita dell’Istituto nel 1949 come espressione del suo impegno scientifico e culturale.
Bruno Settis sottolinea la profonda differenza di questa rivista, nata il 1 luglio 1949, dalle precedenti riviste liberal-nazionali-patriottiche.
Ha introdotto l’evento Stefano GALLO (CNR e direttore della Biblioteca F. Serantini) e sono intervenuti Paolo PEZZINO (presidente dell’Istituto Nazionale F. Parri), Enrica ASQUER (Università di Genova) e Bruno SETTIS (Università di Bologna) e Fabio DEI (Università di Pisa).
Pezzino ha subito sottolineato l’importanza di “fare rete” e percorso brevemente le vicende dell’allora INSMLI, sin da quando il suo fondatore nel 1949 e presidente fino al 1972, Ferruccio Parri, ha subito voluto rendere pubbliche le sue carte. All’inizio della storia dell’INSMLI i presidenti sono stati partigiani e la loro è stata una storiografia militante: ad es. Parri, Quazza. Un primo cambiamento si è avuto nel 1996, con presidenti storici come Rochat (esperto di storia militare), Lajolo. La seconda fase dell’INSMLI è quella delle direzioni politiche: Scalfaro, Onida. La terza è quella ancora in corso, con l’elezione nel 2018, quando, con una svolta, si è deciso di eleggere uno storico e si è tenuta una vera e propria competizione elettorale, che ha visto la vittoria di Paolo Pezzino.
Pezzino si rammarica che due grandi storici non siano mai stati Presidenti del Parri: Claudio Pavone e Enzo Collotti.
La finalità del Parri è principalmente quella di ricerca storica e della lotta alle mistificazioni di essa e alle false notizie.
Attualmente il Parri è il principale responsabile scientifico di ciò che sarà il Museo Nazionale della Resistenza: a maggio inizierà la costruzione dell’edificio, ma dal cambio di governo non è giunto nessun riscontro dal Ministero della Cultura.
Prende poi la parola Enrica Asquer che spiega la nuova struttura redazionale di “ITALIA CONTEMORANEA”: dopo un lungo periodo di direzione del Prof. Nicola Labanca, ora è sorta una sorta di “tetrarchia”, composta da tre donne e un uomo, di cui lei è un membro.
In ogni numero di “ITALIA CONTEMPORANEA”, rivista trimestrale, c’è anche una Sezione Open Access, un’antologia annuale dei migliori saggi in lingua inglese.
La rivista si articola in tre sezioni: Studi e ricerche, che accoglie ricerche originali e studi su fonti di prima mano; Note e discussioni, che ospita rassegne, note critiche, nonché la pubblicazione di fonti e documenti particolarmente significativi e la presentazione di fondi archivistici pubblici e privati; Una specifica attenzione riservata all’uso pubblico della storia e al suo insegnamento.
Conclude ogni numero una Rassegna bibliografica, dedicata a esami approfonditi di un cospicuo numero di novità, nonché a segnalazioni più brevi dal carattere principalmente informativo.
Accanto a “ITALIA CONTEMPORANEA” è nata la rivista online novecento.org, più orientata sulla didattica.
La rivista ha un anelito molto vasto e vuole avvicinarsi a nuovi interessi oltre alla Resisten.za, per esempio la storia di genere, la storia economica e sociale, del lavoro, dell’ambiente. Accoglie firme di grandi autori ma anche di giovani ricercatori. Lo scopo è promuovere ricerca e pensiero e il fine è quello di aprirsi oltre l’ambito accademico.
Fabio Dei riconosce che spesso l’ANVUR spinge a costruire riviste che sono depositi di saggi accademici, non tengono conto delle recensioni. “ITALIA CONTENMPORANEA” ha un respiro diverso.




Attori, pratiche e circolazione dei saperi scientifici nello spazio coloniale italiano. Call for Papers per un numero monografico di “Farestoria. Società e storia pubblica”

Attori, pratiche e circolazione dei saperi scientifici nello spazio coloniale italiano. Call for Papers per un numero monografico di “Farestoria. Società e storia pubblica”, Rivista dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia. Clicca qui per leggere o scaricare la CFP.




Presentato a Firenze il libro di Keith Lowe, Prigionieri della storia. Che cosa ci insegnano i monumenti della seconda guerra mondiale sulla memoria e su noi stessi,

Alle ore 17, presso la Biblioteca delle Oblate, a Firenze, nel contesto del congresso internazionale di Liberation Route Europe, si è tenuta la presentazione del libro di Keith Lowe, Prigionieri della storia. Che cosa ci insegnano i monumenti della seconda guerra mondiale sulla memoria e su noi stessi, UTET, 2020

Ha coordinato l’incontro Mirco Carrattieri, responsabile scientifico di LRE Italia, e discusso con l’autore Paolo Pezzino, Presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, e Eirene Campagna, Ph.D. in Visual History presso lo IULM.

Il saggio tratta dei memoriali e dei monumenti della seconda guerra mondiale in tutto il mondo. Ha, dunque, una prospettiva molto ampia. L’autore ha selezionato venticinque memoriali della seconda guerra mondiali (due dei quali in Italia) e li ha divisi per categorie dei monumenti: eroi, martiri, carnefici (che Lowe chiama “i mostri”), apocalisse, cioè la guerra, e la rinascita, ovvero la fine della guerra.

Lowe è uno storico molto noto, ma non accademico, dotato di una grande capacità narrativa. Proprio il fatto di non essere accademico, gli consente un linguaggio molto diretto e di esprimere giudizi anche critici e severi su certe monumentalizzazioni.

I monumenti sono segni materiali della memoria. E i materiali durevoli che li compongono possono diventare imprigionamenti, che li “fissano” nella memoria e quindi li rendono un ostacolo per una rielaborazione del passato o per una nuova visione di esso. Da qui il titolo del libro.

Negli ultimi anni si è aperto un ampio dibattito sui monumenti. Ciò non stupisce, perché i monumenti sono quasi sempre controversi, poiché raccontano solo una storia e vorrebbero che fosse per sempre. In altre parole, essi cristallizzano la memoria        .

Talvolta rappresentano anche una falsificazione della storia, ad esempio il Memoriale eretto a Budapest nel 2017, alle vittime dell’occupazione tedesca, che dimentica il fatto che l’Ungheria fosse alleata della Germania nella seconda guerra mondiale e non vittima dell’aggressione da parte di essa.

I monumenti servono a forgiare il senso dell’identità nazionale (ad esempio “La grande patria chiama!” a Volgograd) o a sottolineare una sorta di vendetta (ed esempio il Marine Corps War Memorial ad Arlington).

Controversa è la categoria degli eroi, poiché sono eroi per il proprio popolo ma criminali per l’altro. Un monumento esemplificativo di questa contraddittorietà è il RAF Bomber Command Memorial di Londra, eretto nel 2012, dopo che la complessa storia dei bombardamenti alleati era stata sviscerata dagli storici. I bombardamenti inglesi contribuirono alla fine della seconda guerra mondiale, e dunque per gli Inglesi i 55573 aviatori morti sono degli eroi, ma causarono circa seicentomila vittime civili, e non solo in Germania.

Discutibile è anche la categoria dei “martiri”. Innanzitutto, essi sono in genere vittime e non martiri, in quanto, nella grande maggioranza dei casi, non muoiono per testimoniare qualcosa o per una propria deliberata scelta. Esempio inserito in questa categoria è il monumento nazionale di Amsterdam o il memoriale del massacro di Nanchino, inaugurato solo nel 1985, non a caso in un nuovo momento di tensione fra Cina e Giappone.

Non esiste un modo giusto per ricordare i criminali della seconda guerra mondiale, si corre il rischio, se ridicolizzati, di non tener conto del dolore delle vittime. Ma anche ricordarli è un’arma a doppio taglio, perché comunque se ne preserva la memoria e si finisce per dare loro maggiore importanza. Questo è il caso della Tomba di Mussolini a Predappio, eretta nel 1957 a 12 anni dalla morte. L’autore la definisce “un santuario e non un museo e la memoria del dittatore fascista non è affidata a un’esposizione ragionata, ma alla vergognosa nostalgia dei suoi apologeti”.

I monumenti all'”apocalisse”, cioè alla devastazione della guerra nascono invece dalla speranza del “mai più”. Ne sono esempio il villaggio di Oradour sur-Glane, immobile nel tempo, dove il calendario si è fermato al 10 giugno 1944, o la Cupola della bomba atomica a Hiroshima che Zenzo Tange ha trasformato da rovina a luogo di rilevanza sacrale.

Per l’autore i monumenti più riusciti sono quelli che trasmettono un messaggio di riconciliazione, di rinascita. A questo proposito è citata la cattedrale di Coventry, dove accanto allo scheletro dell’antica cattedrale bombardata ne è stata costruita una nuova.

In conclusione, i monumenti sono preziose testimonianze storiche che hanno il potere di suscitare qualsiasi tipo di dibattito. Dobbiamo sempre farci i conti. È opportuno contestualizzarli, o creare dei “contro-monumenti”, se si considerano discordanti con la nuova visione della storia e del mondo, ma è gran peccato abbatterli, come si è iniziato a fare nell’Est Europa.