A Carrara presentato un libro per ricordare tutti i caduti nella Grande Guerra

Giovedì 8 Novembre si è svolta, presso la sala di rappresentanza del comune di Carrara, la presentazione del libro Mille non sono tornati di Ezio Della Mea e Enzo Menconi, organizzata dal comitato per la promozione dei Valori Risorgimentali di Massa-Carrara e dall’associazione Apua Mater.

Il volume ricorda tutti i caduti carraresi durante la Grande Guerra, 960 uomini ed una donna, Argentina Dell’Amico.

La ricerca è iniziata con la ricognizione delle lapidi nei 13 cimiteri carraresi, dopo lo spoglio al Ministero della difesa dell’albo d’oro dei caduti del ’15-’18.

Nel volume, a cui è allegato un CD con un data base, i caduti sono suddivisi per frazione di nascita e/o domicilio e se ne raccontano le vicessitudini militari, l’eventuale prigionia, le circostanze del ferimento e della morte e della inumazione.

Questo libro è un monumento cartaceo ai caduti di una guerra di cui questo anno si celebra la fine, da alcuni vista come la quarta guerra di indipendenza e comunque l’ultima di unificazione nazionale.

Biggi Ettore (1898 – 1917)

Biggi Vittorio (1897 – 1916)

Un esempio emblematico; due fratelli nati ad un anno di distanza e morti ad un anno di distanza: il primo dichiarato disperso in combattimento sull’altopiano di Asiago, il secondo morto di broncopolmonite a Novale. Nel cimitero di Marcognago li ricorda una lapide posta dalla famiglia.




La Chiesa fiorentina e il soccorso agli ebrei: una storia speciale ricostruita dall’ISRT

Firenze, 6 novembre 2018 – C’è una storia speciale di solidarietà che attraversa le pagine dolorose delle persecuzioni ebraiche del 1943-1944 in Italia. È quella che viene scritta a Firenze dove, grazie alla scelta coraggiosa del cardinale Elia Dalla Costa e di un gruppo di esponenti del laicato cattolico, nasce una vera e propria rete di soccorso nei confronti di uomini, donne e bambini diventati preda di una persecuzione belluina.

Questa storia viene approfondita nel volume La Chiesa fiorentina e il soccorso agli ebrei (Luoghi, istituzioni, percorsi 1943-1944), curato da Francesca Cavarocchi ed Elena Mazzini e voluto dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea.

Il libro è stato presentato alla stampa questa mattina nella sede dell’istituto dal direttore Matteo Mazzoni, da Elena Mazzini e dalla storica Marta Baiardi, collaboratrice dell’istituto. Con loro due preziosi testimoni, Umberto Di Gioacchino e Guidobaldo Passigli, bambini che furono messi in salvo grazie all’alleanza tra la Chiesa cattolica e le organizzazioni ebraiche.

Questa ricerca risponde alla necessità di restituire verità alla storia, anche a fronte di certe attuali tendenze negazioniste – ha sottolineato Mazzoni – Fu una questione di scelta, ci furono italiani che scelsero di proteggere e difendere, senza curarsi di identità, religione, costumi. Altri invece denunciarono amici e conoscenti. E i fascisti furono soggetti attivi nella deportazione e nel progetto di morte che perseguiva”.

Decisivo e singolare è il patto di collaborazione tra la diocesi e la Delasem (Delegazione per l’assistenza degli emigranti ebrei), l’organizzazione ebraica attiva anche nel resto d’Italia che entra in clandestinità dopo l’8 settembre – ha spiegato la curatrice Mazzini – A Firenze, come a Genova, diversamente dalle altre città italiane, si forma un comitato misto di cattolici ed ebrei che organizza la protezione, gestisce i nascondigli, provvede alla sussistenza”. La rete era collegata anche all’attività partigiana del Partito d’Azione e alla Chiesa Valdese.

Le curatrici ricostruiscono, con dovizia di particolari umani e storici di valore inestimabile, la mappa dove sono segnalati ben 42 luoghi di rifugio nell’area urbana di Firenze. Luogo per luogo, nome per nome viene recuperata l’intera memoria di quei mesi in cui follia disumana, disperazione, solidarietà e coraggio si intrecciano. L’impegno di protezione riguarda molte famiglie della comunità ebraica fiorentina ma anche diversi profughi arrivati a Firenze dal nord Italia e da Oltralpe, in particolare dalla Francia.

Storie come quella di Guidobaldo Passigli e Umberto di Gioacchino non sarebbero venute alla luce senza il contesto della ricerca documentaria intrecciata con le fonti di memoria”, ha aggiunto Marta Baiardi, che ha curato la raccolta e l’analisi delle oltre 70 memorie di ebrei fiorentini.

Caritas e potestas – È la Chiesa della caritas e non certo quella della potestas, che scrive questa pagina di storia. La solida rete di assistenza e protezione è composta da parrocchie, conventi e monasteri. Parroci, religiose e monache – le donne avranno un ruolo da vere protagoniste – aprono le porte delle loro comunità.

Storie di salvezza – Tra i nomi dei bambini messi in salvo ci sono anche quelli di Umberto Di Gioacchino (1941) e di Guidobaldo Passigli (1939). Umberto Di Gioacchino fu protetto nel Convento delle suore di Santa Marta a Settignano, convitto e orfanatrofio guidato da madre Benedetta Vespignani. Rimase in convento dal 6 novembre 1943 all’aprile 1944, quando un’amica cattolica dei genitori andò a prenderlo per condurlo nel loro nascondiglio presso Colle di Compito in provincia di Lucca.

Per Guidobaldo Passigli, sua nonna Daria Modena Mondolfi, a cui si aggiunse dopo qualche mese la madre Albana Mondolfi Passigli si aprirono le porte dell’Istituto delle suore del patrocinio di Perugia, in via del Guarlone, guidato da suor Rosaide della Madonna di Pompei (Vincenza Orlando). Era stato il parroco di Grassina, don Dino Vezzosi, a indirizzare Albana Mondolfi a quel luogo. Entrambe le donne vestivano l’abito delle suore.

I protagonisti – Il coinvolgimento della Chiesa fiorentina nel soccorso agli ebrei inizia intorno alla metà di settembre 1943, quando il cardinale Elia Dalla Costa viene contattato dagli esponenti della Delasem locale, impegnata nell’assistenza dei profughi giunti nel capoluogo toscano da vari paesi dell’Europa occupata e costretta alla clandestinità all’indomani dell’armistizio. Dalla Costa accetta di collaborare e delega al suo segretario, monsignor Giacomo Meneghello, il ruolo di referente arcivescovile per il comitato di soccorso ebraico-cristiano. La Curia diventa così, tra fine settembre e ottobre, luogo di prima accoglienza specie per gli ebrei profughi dalla zona di occupazione in Francia. Fra gli esponenti ebrei del comitato c’erano Raffaele Cantoni, il rabbino capo Nathan Cassuto, Matilde Cassin, Hans Kahlberg, le sorelle Wanda e Luciana Lascar, Aldo Tedeschi, Giuliano Treves, e Joseph Ziegler, tra i cattolici c’erano don Leto Casini, parroco di Varlungo e padre Cipriano Ricotti, domenicano del convento di San Marco.

Presentazione il 26 novembre – Il volume sarà presentato lunedì 26 novembre 2018, alle ore 16,30 nella sala convegni della Fondazione biblioteche della Cassa di risparmio di Firenze (via Bufalini, 6). L’introduzione è affidata a Donatella Carmi (vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio), Felice Neppi Ventura (presidente dell’Associazione ebraico-cristiana) e Simone Neri Serneri (presidente dell’Istituto storico della Resistenza). Seguono gli interventi di Daniele Menozzi (Scuola superiore Normale di Pisa), Valeria Galimi (Università di Milano), Paolo Zanini (Università di Milano). Il testo, pubblicato da Viella Edizioni con la presentazione di Giulio Conticelli, contiene i contributi di Gilberto Aranci, Marta Baiardi, Bruna Bocchini, Anna Foa, Renato Moro, Liliana Picciotto e Ida Zatelli. La pubblicazione è stata realizzata con il contributo del ministero per i Beni e le Attività culturali, della Fondazione Cassa di risparmio di Firenze e dell’Amicizia ebraico-cristiana di Firenze.

Caterina Fanfani Giornalista | mob 3295833768 | e-mail fanfanicaterina@gmail.com
Moira Pierozzi Giornalista | mob 3295833769 | e-mail moira.pierozzi@gmail.com





CONFERENZA STAMPA e PRESENTAZIONE – Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018

25 ottobre 2018 @ Palazzo Sacrati Strozzi, ore 13

CONFERENZA STAMPA e PRESENTAZIONE 
per il progetto Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018

Il presidente dell’ISRT Simone Neri Serneri, il direttore Matteo Mazzoni, insieme a Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana, hanno presentato oggi quella che sarà la fase conclusiva dell’importante e innovativo progetto Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018.
La conferenza stampa si è tenuta nella Sala Cutuli di Palazzo Sacrati Strozzi.

Duecentotrenta insegnanti, oltre 1600 studenti e centinaia di scuole sono coinvolte nell’operazione di riscoperta e valorizzazione della Costituzione. Nel mese di novembre nelle dieci province toscane si svolgeranno iniziative pubbliche che vedranno come protagonisti le-gli studenti impegnati a raccontare il lavoro svolto in questi mesi e a restituire alla comunità di cui fanno parte il messaggio ancora attuale della Costituzione. Si parlerà di uguaglianza, solidarietà, libertà, diritti, lavoro: tutti temi che riguardano la quotidianità di ciascuno e che trovano nella Costituzione il loro punto di riferimento.

La Costituzione prima spiegata alle-agli studenti, per farla ben conoscere, e poi raccontata e resa attuale dalle-dagli stessi studenti. La Carta costituzionale, a settant’anni dalla sua entrata in vigore, è grande protagonista negli istituti superiori toscani, attraverso un progetto – “Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018” – promosso dalla Regione attraverso l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. “Un progetto articolato. Oggi presentiamo una tappa di questo ampio lavoro” precisa la vicepresidente ed assessore alla cultura della Toscana, Monica Barni. La Regione l’ha finanziato; ma partecipecipano attivamente anche tutti gli Istituti provinciali della Resistenza e dell’età contemporanea, la Fondazione Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e il Museo della Deportazione e della Resistenza di Prato.

“Sarà il momento culminante di un percorso intenso e unico, in cui ragazze e ragazzi racconteranno al grande pubblico, costituito da coetanei e non solo, la loro esperienza e le loro riflessioni” sottolineano Simone Neri Serneri e Matteo Mazzoni, presidente e direttore dell’Istituto storico toscano della Resistenza in Toscana. “Non si tratterà di lezioni – spiega Neri Serneri – ma di eventi che stimolino alla discussione, come tutte le tappe di questo progetto: un modo per offrire strumenti ai ragazzi”. “Un modo soprattutto – aggiunge Mazzoni, che sottolinea l’aspetto strutturale del progetto – per renderli protagonisti, anche con i loro dubbi e le loro perplessità, rendendoli protagonisti per farli sentire cittadini”.

Il progetto sulla Costituzione ha preso il via nel febbraio scorso con una serie di corsi di formazione a cui hanno partecipato oltre 230 docenti di scuole superiori in un percorso che ha riletto le tappe fondamentali della storia della Repubblica alla luce del testo costituzionale. Poi è partito il lavoro di approfondimento nelle scuole.

Il calendario dei convegni didattici

Pieve Santo Stefano (Arezzo) – 6 novembre
Firenze – 12 novembre
Lucca – 14 novembre
Prato – 15 novembre
Grosseto – 16-17 novembre
Pisa – 16 novembre
Livorno – 20 novembre
Pistoia e Siena – 21 novembre
Pontremoli (Massa Carrara) – 22 novembre

Il 12 novembre a Firenze (Cinema La Compagnia) un’intera giornata di riflessione sulla Costituzione: dall’uso dell’italiano all’amministrazione della giustizia, dal ruolo delle donne all’idea di uguaglianza, dal lavoro ai giovani. A parlare saranno naturalmente i ragazzi.




“Curare la guerra a Lucca”: uomini, medici, partigiani

Guglielmo Lippi Francesconi, direttore del manicomio di Maggiano e oppositore del progetto
nazista di sterminio dei malati di mente, nonché amante dell’arte (fu amico di Lorenzo Viani e si
cimentò egli stesso come disegnatore, realizzando il manifesto del Carnevale di Viareggio del
1925); Carlo Romboni, il “dottorino dei poveri”, come era stato soprannominato nella sua città
natale di Camaiore per l’opera di assistenza – anche finanziaria – prestata alle famiglie più povere;
Mario Tobino, medico, scrittore e partigiano, formatosi agli ideali di libertà nelle frenetiche “tre
giornate” di Viareggio del 1920 che videro la proclamazione di un’effimera repubblica popolare; e
ancora tanti altri protagonisti, dal capitano Felice Montesanti – della cui partecipazione alla
Resistenza la famiglia verrà a sapere soltanto molti anni dopo la sua scomparsa – ai medici di
formazione mazziniana – come Enea Melosi, il “dottor Palmieri” del romanzo Il clandestino di
Mario Tobino – fino agli studenti provenienti dal liceo classico “Carducci” di Viareggio,
avvicinatisi all’antifascismo grazie alla figura del professor Giuseppe Del Freo. Persino un fascista,
il medico garfagnino Mario Bianchini, che cura i partigiani ma non li denuncerà mai ai tedeschi e
alla RSI. Senza dimenticare, come ha ricordato la professoressa Simonetta Simonetti
(ATVL/Società delle storiche), le donne, operatrici sanitarie al fianco dei medici e protagoniste
spesso silenziose e dimenticate loro malgrado.

Dalla Versilia alla Lucchesia alla Garfagnana: medici e studenti, partigiani combattenti e resistenti
civili, antifascisti, socialisti umanitari, laici di sinistra, comunisti, addirittura il fascista Bianchini;
storie attraversate da un filo rosso che ha accomunato tutti gli interventi del convegno promosso
dall’Istituto storico della Resistenza in collaborazione con l’Ordine dei medici e la Fondazione
“Mario Tobino”, tenutosi a Lucca in San Micheletto venerdì 5 ottobre; filo rosso che il
moderatore della serata, il professor Luciano Luciani (ISREC) ha individuato nella fedeltà al
giuramento di Ippocrate in un contesto disumanizzante come la guerra, dove la professione medica
diventa – per dirla con le parole del professor Roberto Rossetti – “cura della dignità umana offesa
dal nazifascismo”. Una scelta vissuta fino in fondo, spesso pagata al prezzo della propria vita: non a
caso infatti ancora Luciani, nel suo intervento conclusivo, ha ricordato la figura del comandante
Felice Cascione, autore delle parole della celebre canzone partigiana “Fischia il vento” e medico
chirurgo egli stesso, tradito dal fascista Michele Dogliotti, che durante la prigionia presso la banda
di Cascione era stato da questi curato e nutrito (“Ho studiato venti anni per salvare la vita di uomo e
ora voi volete che io permetta di uccidere?”, avrebbe detto “U megu” ai suoi compagni che
volevano giustiziare Dogliotti).

La scelta dei valori di umanità e fratellanza – “la parola fratello mai fu così viva”, scriverà Tobino –
contro la spirale di violenza e disumanizzazione prospettata dal Nuovo ordine europeo di Hitler e
Mussolini: una scelta rivolta a salvare, a risparmiare quante più vite possibile (il tratto essenziale, ha
scritto Ercole Ongaro, che distingue la Resistenza dalla guerra “scialo di morte”); soprattutto,
l’importanza di quella scelta che ci chiama a riflettere sull’oggi, sul nostro tempo, dove – ha
sottolineato l’assessore alla memoria Ilaria Vietina portando il saluto del comune di Lucca – la
violenza, il razzismo e l’esclusione sono rischi ancora presenti, rendendo impellente la necessità
da parte di tutti di attivarsi in direzione di una cittadinanza responsabile, base della democrazia.




A DIDACTA l’impegno formativo degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanei toscani nella premiazione di Chiara Nencioni

Si e’ chiusa sabato 20 ottobre  la seconda edizione (18-20 ottobre), alla Fortezza da Basso di Firenze, della fiera Didacta, organizzata dal Miur e dall’Indire, il cui titolo di questo anno era :”scoprire, stupirsi, educare” . Essa è il più importante appuntamento fieristico in Europa sul tema della scuola, ed ha l’ obiettivo di favorire il dibattito sul mondo dell’ istruzione e sull’integrazione fra enti, associazioni, imprenditori, scuole, università.

Questa mattina nella aula magna si è tenuta la premiazione delle eccellenze in campo didattico. Luca Lischi, responsabile della segreteria dell’ assessore alle politiche per l’educazione e l’istruzione, Cristina Grieco, e il direttore generale dell’ USR Toscana, Domenico Petruzzo, hanno premiato i docenti, talvolta accompagnati da alcuni alunni e dal Dirigente scolastico, che nelle scuole si sono segnalati per aver creato, portato avanti e realizzato progetti di eccellenza.

Fra tali professori c’è Chiara Nencioni, del Liceo Chini-Michelangelo di Lido di Camaiore, per il progetto europeo Spryng (spreading young no discriminating generation) e per il progetto ” Confini difficili : L’ alto Adriatico nella storia del ‘900″ e “Treno della memoria”. Questi ultimi sono stati condotti con l’ideazione e la partecipazione degli istituti storici della resistenza e dell’ età contemporanea della. Toscana( sedi di Firenze, Lucca ,Grosseto ) con i quali la prof. Nencioni collabora attivamente da otto anni.

Contemporaneamente è stato presentato il volume Per la storia di un confine difficile: viaggio di studio Giorno del Ricordo (Redipuglia, Trieste, Gonars, Basovizza, Padriciano, Fiume, Fossoli) curato dalla Regione Toscana. Il viaggio è frutto di un progetto pilota della stessa Regione, portato avanti dagli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea con sedi a Firenze e a Grosseto. Il volume raccoglie le impressioni dei ragazzi partecipanti al viaggio, dei loro professori e di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di condividere l’esperienza conoscitiva, le emozioni e la possibilità di crescita umana rappresentata da questa esperienza.

 




Scenari del XX secolo: ecco il programma per l’a.s. 2018/19

A partire dall’anno scolastico 1999/2000 la Provincia di Pistoia e l’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Provincia di Pistoia collaborano alla realizzazione di un progetto di interesse provinciale di approfondimento della Storia del ‘900, denominato “Scenari del XX Secolo”, con l’obiettivo di fornire ai giovani strumenti e informazioni critiche conoscitive per capire quanto accade intorno a loro, leggere il passato nell’ottica di comprendere il presente, approfondire tematiche quali la memoria, la conoscenza e l’interazione con altre culture, il valore della solidarietà e l’educazione alla tolleranza.

Ogni anno scolastico viene dedicato a vicende, avvenimenti ed eventi difficilmente affrontati nei programmi curricolari e poco conosciuti dagli studenti.

Dall’anno scolastico 2018-2019 è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

Gli incontri, indirizzati agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Pistoia, per l’anno scolastico 2018-2019 sono cinque, due dedicati al tema “Il terrorismo in Italia. La violenza politica, civile e sociale nell’Italia degli anni Sessanta e Settanta” e tre destinati alle giornate istituzionali: Giorno della Memoria, Giorno del Ricordo, Festa di Liberazione.

1° incontro

17 Dicembre 2018
Matteo Dendena (Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969): “Dalla strategia della tensione alla strategia del terrore: scelte di campo, evoluzione del terrorismo ed attualizzazione”.
Coordina: Filippo Mazzoni (Istituto Storico della Resistenza di Pistoia)
 
Giorno della memoria
23 Gennaio 2019
Brunello Mantelli (Università della Calabria): “La galassia concentrazionaria nazionasocialista e l’Italia del doppio fascismo 1938-1945”
Coordina: Daniela Faralli (Istituto Storico della Resistenza di Pistoia)
Testimonianza di: Kitty Braun Falaschi (Deportata a Ravensbruck e a Bergen Belsen)
 
Giorno del Ricordo
11 Febbraio 2019

Luciana Rocchi (Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea): “Storie di profuganza ed esilio dal Confine alto Adriatico
Coordina: Stefano Bartolini (Istituto Storico della Resistenza di Pistoia)
Testimonianza di: Gianclaudio de Angelini (Vice-Presidente vice presidente dell’Associazione per la cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio)
 
2° Incontro – Giorno del Terrorismo e delle Stragi
4 Marzo 2019
Relazione di
Guido Panvini (Istituto di studi politici di Parigi SciencesPo), “28 maggio 1974: la strage neofascista di Piazza della Loggia a Brescia”
Coordina
Alice Vannucchi (Istituto Storico della Resistenza di Pistoia)

Testimonianza di Manlio Milani (Presidente dell’Associazione familiari delle vittime della Strage di piazza Loggia)
 
Giorno della Liberazione
11 Aprile 2019
Relazione di Filippo Focardi (Università di Padova), “Generazione ribelle: fascino, mito e oblio della Resistenza. Uno sguardo europeo”
Coordina Matteo Grasso (Istituto Storico della Resistenza di Pistoia)
Testimonianza di Ivo Teglia (Staffetta partigiana e volontario nel Gruppo di Combattimento Cremona)




Oltre 70 docenti per il corso sul 1968 organizzato dall’ISRT

Grande successo di adesioni per il corso sul 1968 promosso dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea in collaborazione con PAC Le Murate presso la sede di quest’ultimo, presso la piazza omonima.

Questa larga partecipazione dimostra quanto sia viva la domanda di storia – e in particolare di storia del 2° dopoguerra – nella scuola e quanto necessaria un’opera di formazione ed approfondimento per l’adeguata preparazione de4lle giovani generazioni.

Il corso di aperto mercoledì 10 con gli interventi dei relatori Simone Neri Serneri, Guido Crainz e Adriana Dadà, moderatrice Marta Baiardi. Al centro dei primi due interventi un quadro del movimento nella sua dimensione internazionale con la trattazione dei paesi “occidentali da parte del presidente dell’Istituto e con l’approfondimento del ’68 “oltrecortina” nei paesi dell’Est europeo da parte del prof. Crainz. Adriana Dadà ha trattato la ricerca condotta con l’Accademia di Firenze sul ’68 fiorentino, illustrando parte dei prodotti multimediali realizzati.  L’evento si è aperto con i saluti del direttore dell’ISRT Matteo Mazzoni e della vicesindaco di Firenze Cristina Giachi.

Il corso proseguirà con i prossimi appuntamenti il 17 e il 30 ottobre.




Considerazioni sulle celebrazioni per la conclusione della Grande Guerra

Nelle ultime settimane, una certa parte politica sta insistentemente dando un significato distorto ai tragici eventi della Grande Guerra, presentati da questa come il completamento del processo di unificazione nazionale e come una guerra del popolo giunto spontaneamente in arme da tutta la nazione. Per ultimo, ma non meno importante, si accusa un’imprecisata “ideologia pacifista” di screditare e disconoscere la vittoria italiana.

In quanto ente preposto alla ricerca storica, che per commemorare il Centenario della Grande Guerra ha organizzato varie iniziative, ci appare necessario fare alcune precisazioni. Anzitutto, l’intervento italiano scaturì dall’imposizione della volontà di alcune élite politiche e sociali su una maggioranza desiderosa di pace e tranquillità, che ignorava le motivazioni dell’ingresso in guerra. I milioni di giovani “accorsi da tutto il Paese” vennero invece, in larga parte, arruolati con la forza: a Pistoia, nel maggio 1915, ci furono scontri alla partenza dei richiamati e proteste radicali in tutta l’area. L’obbedienza dei fanti venne garantita con una disciplina feroce, fatta di fucilazioni e decimazioni sommarie. I volontari provenienti dalle cosiddette terre “irredente” furono un modesto numero rispetto ai tanti cittadini austro-ungarici di lingua italiana che combatterono per l’Austria-Ungheria. Le classi popolari protestarono radicalmente contro le cattive condizioni di vita e il gran numero di lutti: anche la zona pistoiese venne interessata da scioperi e marce, con protagoniste le donne, per domandare “pane, pace e terra”. Proteste, queste, che furono generalmente represse con la forza.

Infine, quella che è definita “una malintesa ideologia pacifista” altro non è che attenta e ragionata ricerca storica, maturata in un secolo di riflessioni e discussioni. Per esaltare la vittoria dell’Italia, che non può e non deve essere disconosciuta, non va alterata la verità storica: la guerra non fu voluta dalla maggioranza degli italiani, produsse morte e desolazione, fame e miseria, con conseguenze sociali e politiche irrimediabili. Fondamentale, per la formazione dei giovani, è dunque comprendere cosa significò per il nostro Paese quella guerra: il 4 novembre dovrebbe essere occasione per approfondire la conoscenza del primo conflitto mondiale e per ricordare i morti di tutte le nazioni, piuttosto che per celebrare narrazioni non corrispondenti alle vicende storiche.

L’Istituto è disponibile a un dibattito pubblico sulle questioni qui espresse.

 

Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Provincia di Pistoia