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Firmato un protocollo tra l’Isrpt e l’Università di Lincoln

L’Istituto storico della Resistenza di Pistoia ha firmato un protocollo d’intesa con l’Università di Lincoln in Inghilterra, formalizzando un partenariato internazionale che favorisca progetti di digitalizzazione del materiale archivistico, presente in sede ISRPT, al fine di promuoverlo e valorizzarlo all’interno di un archivio digitale, consultabile liberamente al seguente indirizzo https://ibccdigitalarchive.lincoln.ac.uk/omeka/
La prima fase di questo progetto, denominato “Alla macchia. Resistenza civile e personale militare alleato nella zona di Pistoia” (“On the run. Helpers and Allied servicemen in the Pistoia area”), prevede l’impegno della tirocinante Ilaria Cordovani sotto la supervisione di Matteo Grasso (ISRPT) e di Alessandro Pesaro (Università di Lincoln) consulente scientifico pro bono del progetto.




100 ricercatori per la cultura – Presentazione a Grosseto del bando della Regione Toscana

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 Un bando per l’alta formazione e la ricerca che si pone l’obiettivo di avvicinare cultura e scienza e moltiplicare così le opportunità offerte agli aspiranti ricercatori. Le linee essenziali dell’avviso che la Regione Toscana lancerà ufficialmente entro poche settimane, saranno anticipate mercoledì 6 febbraio, dalla vice presidente della Regione Monica Barni nell’ambito di un evento organizzato presso la biblioteca “F. Chioccon” dell’Isgrec alla Cittadella dello studente, dalle ore 11.00.

Quello di Grosseto è il sesto appuntamento – dopo Firenze, Pisa e Siena, Lucca e Prato – che la Regione ha organizzato per presentare in anteprima al mondo accademico e della ricerca la novità, unica a livello europeo, che consente il cofinanziamento di cento assegni di ricerca, in ambito culturale, per progetti connessi a contenuti tecnologie e strumenti relativi alla fruizione, conservazione, valorizzazione del patrimonio e alla conoscenza e interpretazione delle arti e della cultura. I progetti di ricerca devono essere realizzati in collaborazione fra Università, enti di ricerca e operatori della filiera culturale e creativa regionale.

La misura è cofinanziata dal Programma operativo del Fondo sociale europeo 2014-2020 e rientra nel progetto Giovanisì della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani.

«I progetti che saranno ammessi andranno a finanziare cento assegni biennali» – spiega la vice presidente Monica Barni – «destinati ad altrettanti giovani laureati magistrali sotto i 36 anni. Serviranno a dare soluzione a problemi reali delle istituzioni culturali coinvolte, favorendone ad esempio l’innovazione tecnologica e gestionale, con progetti la cui finalità è quella di rendere più aperta e partecipata l’offerta culturale della nostra regione ma anche di promuovere la qualificazione del capitale umano e l’occupabilità, creando ponti fra discipline diverse, attraverso l’uso della tecnologia al servizio della cultura».

Ad essere coinvolte saranno le istituzioni culturali, ovvero musei, soprintendenze, archivi, biblioteche, istituzioni nel settore della musica e dello spettacolo che potranno collaborare a progetti presentati da Università e centri di ricerca pubblici. Il progetto potrà essere supportato anche da altri partner, come istituzioni pubbliche, imprese e altri soggetti privati.

«Anche l’appuntamento di Grosseto» – spiega ancora Monica Barni – «seguirà il modello già sperimentato, presentando esperienze virtuose che raccontano di come la contaminazione fra cultura e ricerca possa dare frutti interessanti e utili, non soltanto per gli studiosi e i ricercatori, ma anche per tutti i cittadini. Contiamo di pubblicare il bando nelle prossime settimane. Ci auguriamo possa dare buoni risultati, sia sul piano della diffusione della cultura che su quello della sostenibilità economica e dell’introduzione di moderne tecnologie, prima fra tutte quella digitale».

L’incontro si terrà il 6 febbraio nella Biblioteca dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea alla Cittadella dello Studente. Dopo i saluti del coordinatore dell’Isgrec, Loriano Valentini, e l’introduzione della Vicepresidente della Regione Toscana e Assessora alla Cultura, Università e Ricerca Monica Barni, seguiranno gli interventi di Lucio Argano (esperto di progettazione culturale) sulle positive contaminazioni tra ricerca e cultura, Roberto Ferrari (Direttore Cultura e Ricerca) e Lorenzo Bacci (Dirigente settore diritto allo studio universitario e sostegno alla ricerca della Regione Toscana) che presenteranno gli elementi essenziali del bando assegni per la cultura, Alessandro Bollo (Direttore del Polo del ‘900 di Torino) che presenterà un caso studio. Al termine sarà dato spazio al dibattito e alle domande degli intervenuti.

Info: ISGREC, Cittadella dello studente, tel.0564415219, segreteria@isgrec.it




A Verciano (LU) incontro con Dante Unti e Davide Mattei, internati militari

Alle 18  di domenica 3 febbraio alla Casa del Popolo di Verciano (Lucca), si è tenuto la conferenza dal titolo Dialogando con la memoria. Incontro con Dante Unti e Davide Mattei, organizzata dalla società di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi, presieduta da Armando Sestani, vicepresidente dell’ISREC di Lucca.

I due vegliardi che narrano la loro storia hanno rispettivamente 99 e 97 anni e, come IMI, cioè internati militari italiani, sono stati imprigionati in campi di lavoro nazisti in Russia e in Germania.

Entrambi vengono dalla campagna lucchese e sono partiti militari nel ’39. L’8 settembre 1943 hanno scelto di non arruolarsi nella RSI. I soldati italiani in Jugoslavia che hanno fatto questa coraggiosa scelta furono circa 30.000. Ciò mostra che l’antifascismo ha avuto tante facce e tante funzioni.

Come avete saputo della fine della guerra?

Dante: “eravamo su una spiaggia a Dubrovnik e da una radio (clandestina) ho sentito: “attenzione, attenzione. La guerra è finita!”. La notte avvenne la scelta: andare in Germania come prigioniero o lottare? La seconda scelta prevalse, ma noi eravamo sbandati “pecore senza pastori”. Sconfitti, dopo tre giorni di viaggio, senza acqua, cibo, possibilità di fare i bisogni, su un treno a scartamento ridotto, mi ritrovo in un campo di concentramento sul Baltico, a Stablack, presso Könisberg.

Davide: “dopo due giorni di scontri, mi avevano portato con i camion in un lungo viaggio senza cibo, in un campo di internamento e qui mi viene chiesto se volevo tornare in Italia e combattere per la Repubblica di Salò o andare come prigioniero in Germania. La prima scelta avrebbe rappresentato combattere contro me stesso, quindi ho detto NO. Allora mi hanno attaccato ai vestiti un triangolo rosso e caricato su un treno”.

Come sono stati i primi giorni nel campo?

Dante: “dopo tre giorni e la disinfestazione, mi dettero finalmente del cibo. Io ero sarto, quindi considerato utile per il lavoro. Si viveva in baracche e subivamo botte ogni volta che i nostri aguzzini si dovevano sfogare. Il cibo lo rubavamo, spesso bucce di patate dai bidoni della spazzatura, o ghiande dei boschi”.

Davide: “Io non so in quale campo fossi. Lavoravo in una fabbrica in cui si ricavava zucchero dalle barbabietole. Successivamente venni messo a costruire bombe -e l’ho fatto fino alla fine della guerra- e in esse mettevo tutto tranne la polvere da sparo! Alla notizia dell’avanzata degli americani, con altri mi sono dato alla fuga”.

Dante: “le condizioni della mia prigionia peggiorarono: mi portarono a scaricare sabbia, mattoni,  cemento dai vagoni e metterli in magazzino. Se ti cadeva il ballino di cemento in terra, tu non c’eri più”.

Come siete stati accolti al ritorno in patria?

Dante: “Una vergogna! C’era chi ti diceva: siete stati in villeggiatura! Chi diceva: ma sta’ zitto!

Ciò che colpisce della loro narrazione è la semplicità con cui questi signori raccontano fatti di drammaticità estrema, “cose che urtano il sangue che non si possono raccontare”.

Dalle vicende di Dante è stato tratto un libro: Dante Unti, Virginio Giovanni Bertini, Il sarto di Rughi. Ricordi e appunti di vita di un internato in un campo di prigionia tedesco, Carmignani Editrice, Pisa, ottobre 2017 e ora è in preparazione anche un film.

 




L’Isrpt nelle scuole primarie per il giorno della memoria

È terminato il progetto “1938/1939-2018/2019 Analisi e riflessione sulle leggi razziali” presso scuola primaria Marino Marini. Ha coinvolto le classi IV, V A, V B, coordinate dalle insegnanti Immacolata Arenga e Alice Vannucchi, in occasione degli ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali. Il percorso è partito con l’analisi dei registri dell’anno scolastico 1937/1938 e 1938/1939 ed è proseguito con la lettura e la comprensione di documenti, come la stampa dell’epoca, letture di libri per ragazzi sul tema, la visita alla Sinagoga e al museo ebraico di Firenze, la visione del cartone “La stella di Andra e Tati”, l’incontro con le sorelle Bucci, l’attività sui disegni dei bambini nel ghetto di Terezin con Sara Valentina di Palma (ISRPT-CoopCulture). Una parte importante del percorso progettuale è rappresentata dallo scambio epistolare con la senatrice Liliana Segre. Il progetto, pur avendo per oggetto un periodo storico lontano, ha appassionato i bambini, e indirettamente i genitori; è stata l’occasione per riflettere su valore della responsabilità e sulla necessità di combattere sempre l’indifferenza.




Call for papers: Stampa coatta. Il giornalismo in regime di detenzione, confino e internamento in Italia e nel Mediterraneo

In vista dell’omonimo convegno che si terrà sull’isola di Ventotene dal 17 al 19 maggio p. v., organizzato dalla Fondazione Paolo Murialdi e dal Centro di ricerca sul confino politico e la detenzione di Ventotene, è lanciato il seguente call for papers (in allegato la scheda dettagliata) per studiosi di Storia contemporanea e di Scienze politiche, sociali e di comunicazione di ogni nazionalità.

le proposte di abstract non devono superare le 500 parole e devono pervenire entro il 28 febbraio agli indirizzi indicati nella scheda allegata.




Ci ha lasciato Silvano Sarti, il partigiano Pillo, dopo una vita di impegno per i valori dell’antifascismo

Si è spento questa notte, nella sua casa fiorentina. Il partigiano Silvano Sarti, nato a Scandicci nel 1925, è stato uno dei protagonisti della Resistenza e ha segnato la propria vita con un costante impegno per la difesa dei valori dell’antifascismo e l’attuazione della Costituzione, in particolare come presidente di Anpi provinciale di Firenze in questi ultimi anni. Questa spinta ha contraddistinto i suoi innumerevoli interventi nelle scuole e in piazza in una ferrea volontà di trasmissione della coscienza antifascista e della volontà all’impegno.

La camera ardente è stata allestita nella sala d’Arme di Palazzo Vecchio e sarà aperta dalle 16 alle 19 di oggi, venerdì 25 gennaio e dalle 9 alle 19 di domani, 26 gennaio. Domenica 27 alle 9.30 ci sarà una commemorazione pubblica.

Figlio di operai, nel 1940 Sarti fu assunto anche lui come operaio tagliatore al calzaturificio Rangoni di Firenze. Avvicinato da due esponenti del partito comunista, in clandestinità iniziò a svolgere attività di raccolta fondi da distribuire alle famiglie degli antifascisti arrestati. Nel 1944 si iscrisse al Pci e partecipò alla lotta di Liberazione nella Sap (le squadre di azione patriottica). Dopo la guerra, fu tra i primi a impegnarsi nella ricostruzione della Camera del lavoro Cgil di Firenze. Negli anni ’60, divenne segretario provinciale dei lavoratori del tessile e dell’abbigliamento e nel decennio successivo segretario nazionale dei calzaturieri della CGIL.




“Nel nome di Rosa”: una conferenza per ricordare Rosa Luxemburg a 100 anni dalla morte

Sabato 19 gennaio alle ore 17:30 presso la sala della Casa del Popolo di Lucca, la Società di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi ha organizzato la conferenza dal titolo “Nel nome di Rosa” , per ricordare la “compagna” Rosa Luxemburg a 100 anni dalla morte, o meglio, dell’assassinio per mano dei Freikorps, avvenuto il 15 Gennaio 1919 a Berlino, a seguito dalla fallita rivoluzione di quell’anno, alla quale aveva preso parte come fondatrice, insieme a Karl Liebknecht, della Lega di Spartaco.

Relatore è Massimo Cappitti, insegnante e saggista, curatore, tra l’altro, del volume “La rivoluzione russa” di Rosa Luxemburg (uscito postumo), edito dalla BFS, edizioni di Pisa, nel 2016. Coordina il presidente della Giuseppe Garibaldi, Armando Sestani.

Il tema centrale è il rapporto fra democrazia e rivoluzione e la Luxemburg, il cui vero obiettivo polemico è l’SPD, con grande lucidità, individua quale sarà il pervertimento della rivoluzione. Già nel 1905 ella aveva denunciato l’ultra centralismo bolscevico, che vedeva in continuità con lo spirito giacobino e, nel saggio succitato, denuncia il pericolo della burocratizzazione del partito, la cui avanguardia chiama le masse solo a ratificare decisioni già prese, rendendole così solo “masse di manovra”, che vengono portate ai congressi ad applaudire. Così viene meno la creatività delle masse, che invece sono il vero motore della rivoluzione. Non è il partito che deve guidare le masse, ma sono quest’ultime che devono indirizzare indirizzare il partito, altrimenti viene meno la creatività della Rivoluzione. “E’ compito storico del proletariato, quando arriva al potere, portare la democrazia socialista al posto della democrazia borghese, e non di abolire ogni democrazia”, scrive la Luxemburg. La rivoluzione non è solo il sovvertimento del tempo, ma una ridefinizione dell’umano, deve essere in grado di mettere in pista un potere del tutto alternativo, oppure non può vincere. Non ci può essere una rivoluzione infelice, perché essa è potenza di vita, incremento dell’essere. “Gli errori commessi da un movimento operaio veramente rivoluzionario sono, dal punto di vista storico, infinitamente più fecondi e preziosi dell’infallibilità del miglior comitato centrale”.

La conferenza si conclude con la domanda “perché occuparsi di Rivoluzione a distanza di 100 anni?”. Perché, come dice la Arendt “nel passato ci sono grumi di futuro” e la rivoluzione è un grumo incandescente, un qualcosa che può ancora generarsi.

E perché ricordare Rosa Luxemburg? Innanzi tutto perché nella sua città natale, Zamosc, attualmente in Polonia, hanno perfino tolto la targa sulla sua casa natale, ed è dunque necessario preservarne la memoria; poi perché, nonostante ella parli ad un soggetto storico che non esiste più, cioè la prima classe operaia, quella morta nelle trincee, Rosa “è un tesoro nascosto”.

Dunque “non piangiamo il suo cadavere, celebriamo la sua vita”.




Corso di aggiornamento in occasione del Giorno del Ricordo 2019

In occasione della Giornata del Ricordo 2019 proponiamo, oltre ad altre iniziative che saranno a breve comunicate, un corso di formazione/aggiornamento dal titolo “L’Alto Adriatico nel Novecento. Riflessioni e proposte su storiografia e didattica”, organizzato dall’ISGREC in collaborazione con il Polo “P.Aldi” di Grosseto. Gli incontri si terranno nella Sala Polivalente del Liceo Classico Polo “P.Aldi” (P.za E.Benci 1, Cittadella dello Studente, Grosseto)

Programma (qui per scaricare il pdf):

4 febbraio 

Ore 9-13

Saluti istituzionali:

Roberto Mugnai | Dirigente del Polo “P. Aldi”

 

Relazioni scientifico-didattiche:

Luciana Rocchi | Isgrec | I due lati del confine “mobile”

Luca Bravi | Università di Firenze | Memorie contese. Il dibattito e la formazione sui confini

Marino Micich | Archivio museo storico di Fiume | L’esodo giuliano dalmata dopo la seconda guerra mondiale e l’accoglienza in Italia

Laura Benedettelli | Isgrec | Grosseto: l’arrivo e l’accoglienza dei profughi

 

Ore 14-18 

Laboratori:

Paolo Carmignani | Liceo Classico del Polo “P. Aldi”, Grosseto | Il tema della Giornata del Ricordo all’interno della programmazione di storia dell’ultimo anno di scuola superiore

Graziella Poli | Liceo Scientifico, Follonica | La didattica dei luoghi e l’esperienza del viaggio sul Confine orientale

Lara Pieri | ISIS “F.Redi-G.Caselli”, Montepulciano (SI) | Il tema del conflitto e dell’identità nell’ambito delle guerre nella ex Jugoslavia  

 

2 aprile 2019

Ore 16-18

Foibe, una storia ancora da scrivere?

Incontro con Frediano Sessi (Università di Brescia), autore del libro “Foibe rosse. Vita di Norma Cossetto uccisa in Istria nel ’43

 


Il corso, che ha un costo di 50 euro, prevede 10 ore di formazione in presenza. La frequenza necessaria per il riconoscimento dei crediti formativi è di almeno il 75% delle ore. L’Isgrec è associato all’Istituto nazionale “F. Parri” di Milano (ex INMSLI), riconosciuto agenzia di formazione accreditata presso il MIUR. E’ quindi possibile iscriversi al corso tramite la piattaforma Sofiadel MIUR (codice corso 25128) utilizzando la Carta del docente, oppure presso l’Isgrec pagando in contanti o con buono creato con la carta del docente.

Per qualsiasi informazione è possibile contattare l’Isgrec al numero 0564415216 o via mail (segreteria@isgrec.it).