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Anche l’ISREC Siena propone il corso di formazione “Guerra totale, collaborazionismi, resistenze” per gli insegnanti del territorio

Anche l’ISERC di Siena propone per gli insegnanti del territorio il corso di formazione “Guerra totale, collaborazionismi, resistenze” progetto comune della rete toscana degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea, sostenuto dalla Regione Toscana.

Calendario del corso

 

LA GUERRA TOTALE (12-03-2019)

UN NUOVO TIPO DI GUERRA

(a cura di Gabriele Maccianti; storico e scrittore)

LA GUERRA CONTRO I CIVILI

(a cura di Francesco Fusi, ricercatore presso ISRT Firenze)

Laboratorio didattico (personale ISRSEC)

 

I COLLABORAZIONISMI (15-03-2019)

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

(a cura di Daniele Pasquinucci, docente di Storia delle Relazioni Internazionali presso UNISI)

L’UNGHERIA DA HORTY ALLE CROCI FRECCIATE

(a cura di Riccardo Bardotti, ricercatore ISRSEC Siena)

Laboratorio didattico (personale ISRSEC)

 

LE RESISTENZE (19-03-2019)

GLI ITALIANI FRA RESISTENZA COMBATTENTE,

RESISTENZA CIVILE E ZONA GRIGIA

(a cura di Saverio Battente, docente di Storia Contemporanea presso UNISI)

I PARTIGIANI NEI GRUPPI DI COMBATTIMENTO A FIANCO DEGLI ALLEATI

(a cura di Fabio Masotti, ricercatore ISRSEC Siena)

Laboratorio didattico (personale ISRSEC)
 

TUTTI GLI INCONTRI SI TERRANNO PRESSO IL TEATRO POLITEAMA -SALA SET –

VIA TRENTO, POGGIBONSI,  DALLE 15,30 ALLE 19,00

INFO istore.siena@gmail.com

 




“Guerra totale, collaborazionismi, resistenze”: da marzo il corso di formazione per docenti promosso da ISREC Lucca

L’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri” e l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in provincia di Lucca, in collaborazione con Domus Mazziniana, organizzano due corsi di aggiornamento a Lucca e Pisa, rivolti ai docenti di storia ma aperti anche ad uditori esterni: ogni corso prevede quattro incontri della durata di tre ore ciascuno (dalle 15.00 alle 18.00); la partecipazione ai corsi da parte dei docenti sarà riconosciuta con attestato valido ai fini della formazione in servizio. Obiettivo del corso è quello di fornire spunti di riflessione utili all’elaborazione di percorsi didattici relativi alla storia della Seconda guerra mondiale.

Per iscriversi: l’iscrizione è libera e gratuita, da effettuarsi inviando un’email all’indirizzo isreclucca@gmail.com entro e non oltre martedì 12 marzo 2019.

Per maggiori informazioni: tel. 0583 55540 – web www.isreclucca.it




La conoscenza vince la paura: l’impegno della Regione Toscana per far conoscere la storia dell’Alto adriatico

In occasione del Giorno del Ricordo 2019, la mattina del 22 febbraio, presso il Teatro Cinema La Compagnia, a Firenze si è tenuto un incontro, aperto dai membri del Consiglio Regionale e rivolto a docenti e studenti, sul tema “Per la storia di un confine difficile. L’alto Adriatico nel Novecento”

Si è trattato di una giornata di presentazione dei lavori svolti dalle scuole che hanno partecipato al viaggio studio sul “confine orientale” (esperienza che può parere effimera ma che semina contenuti e consapevolezza storica ed etica, dice Luciana Rocchi, membro del comitato scientifico dell’ISGREC)  che sono stati pubblicati nel volume “Per la storia di un confine difficile”.

Il libro, uscito anche in e-book, fa seguito alla Summer School organizzata dalla Regione Toscana, dal 22 al 25 agosto 2017 , che è stata il primo passo del progetto pilota di formazione sulla storia del confine orientale cui è seguito un viaggio studio per 60 persone, fra storici, docenti e alunni, che si è tenuto dal 12 al 16 febbraio 2028. I luoghi toccati sono stati:  Redipuglia, con il sacrario dei caduti italiani nella Prima Guerra Mondiale, inaugurato nel 1938 da Mussolini, in cui la pietas per i caduti viene sostituito con la retorica; Trieste, città crocevia di culture per antonomasia, vittima del fascismo di confine e del suo nazionalismo, che ha impedito alla presente popolazione slovena e croata perfino di parlare la lingua materna se non era l’ italiano ed ha italianizzato anche i cognomi; quel salotto sul mare che è piazza Unità di Italia a Trieste è stata anche il luogo in cui nel ’38 Mussolini ha annunciato l’emanazione delle leggi razziali. Tappa successiva è stata Gonars, uno dei campi di internamento per civili slavi, vittime di violenze inenarrabili durante l’occupazione fascista della Jugoslavia, conseguenza della circolare 3 C del generale Roatta. Frutto del razzismo nazista e del collaborazionismo italiano è la Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio in Italia, i cui orrori sono stati taciuti per decenni e solo a seguito di azioni legali della magistratura tedesca, hanno trovato narrazione storica anche in Italia. E poi ancora Basovizza, monumento nazionale dal 1992 a memoria degli infoibamenti (“la resa dei conti”, come la definisce Dorigo). Per comprendere il tema della profuganza è stato visitato il C.R.P. di Padriciano, con le sue stanze cariche di passato, che sa di dolore e lacerazione, promiscuità e freddo. Varcando due attuali confini, si giunge a Fiume, dove più che altrove si cerca di ricostruire lo strappo fra Italia e Jugoslavia. Ultima tappa Fossoli, che dopo essere stato un campi di transito nazifascista, è stato convertito in campo profughi per istriani, che lì hanno spesso subito la falsa equazione “italiano esule = fascista”.

La Regione Toscana ha voluto costruire un percorso sperimentale di formazione e conoscenza storica rivolto in particolare al mondo della scuola superiore, in modo da raccontare gli eventi di una storia di “lunga durata” e farsi carico di tutta quella complessità espressa dallo stesso testo legislativo – la legge n.92 del 2004 che riconosce il 10 febbraio quale Giorno del ricordo – per tradurla soprattutto in didattica.

E a proposito di didattica, è stato importante anche il follow up di questo viaggio: infatti è stato chiesto ai docenti e agli studenti che vi hanno partecipato di scrivere le loro riflessioni, sensazioni e di inviare delle foto significative, corredate da didascalie. È’ nato così l’e-book “Per la storia di un confine difficile”,  prodotto da Toscana Notizie, che è stato presentato il 22 Febbraio a Firenze. Sul palco sono saliti anche alcuni studenti che hanno partecipato al viaggio, per raccontare ciò che tale esperienza ha lasciato in loro. Ascoltata poi anche il commento di Silvia Rusich, figlia di profughi, che ha mostrato apprezzamento per il taglio e l’approccio dato nell’affrontare la tematica del confine orientale, un confine che per sua natura è problematicissimo.

Parte centrale dell’evento è stata la proiezione in anteprima del documentario del regista Luigi Zannetti “La conoscenza scaccia la paura”, con testi di Luciana Rocchi, che ne è stata anche consulente scientifica insieme a Luca Bravi.

Il fil rouge del documentario è Livio Dorigo, dalle cui parole il video prende nome. Dorigo, apiculture ottantottenne (con l’immagine delle sue api si apre e si chiude il documentario), esule di Pola, presidente del circolo Istria, ripercorre la sua storia personale rileggendola nel quadro della Storia. Livio ricorda la sua città natale multietnica, a partire dalla sua lingua (il dialetto istroveneto), l’ occupazione nazista dopo l’8  settembre, fino all’esilio nel 1947, scelto dalla sua famiglia quando lui aveva 17 anni e l’inizio della profuganza “in cui si diventa ignoti fra ignoti e si capisce di non essere nessuno”, per dirlo con le parole di Magris. Sacile, Gorizia, per poi arrivare nel villaggio giuliano-dalmata di Roma. E poi Livio ha vissuto in varie parti di Italia, per il suo lavoro, il medico veterinario. Ma lui non si sente solo italiano, ma cittadino europeo di un’Europa di popoli fratelli, frutto del manifesto di Ventotene.

Livio Dorigo ha messo la nostalgia a servizio dell’impegno. Le sue api che non conoscono i confini diventano il simbolo di quello che dovrebbero essere gli uomini, consapevoli che le frontiere esistono solo per essere valicate, per mescolarsi.

L’esperienza di formazione sul confine orientale costituisce un importante tassello della politica attiva della memoria, la sola che può creare le basi per progettare un futuro di pace, di tolleranza e di contrasto alla violenza in una realtà che appare sempre più segnata da preoccupanti rigurgiti di nazionalismi e pericolosi fondamentalismi.




Corso di formazione docenti organizzato dall’Istituto storico per la Resistenza di Pistoia

A 75 anni dal passaggio della guerra e dalla Liberazione del nostro territorio, l’I.S.R.Pt. organizza un corso per approfondire aspetti del conflitto a livello continentale e locale, alla luce della più recente storiografia. Saraà anche un’occasione per riflettere sugli strumenti e le metodologie più adatti per affrontare tematiche cruciali ma ormai sempre più distanti nel tempo.

A chi si rivolge: docenti di scuole secondarie di primo e secondo grado.

Il corso di aggiornamento prevede 3 incontri di 3 ore ciascuno, per un totale di nove ore, oltre 7 ore di studio individuale. Il materiale sarà fornito dai relatori di ogni lezione. A conclusione del corso ci sarà una verifica finale. Al termine del corso di 16 ore sarà rilasciato un attestato di frequenza valido per il proprio curriculum come corso di aggiornamento.

Costo iscrizione: 50 euro. il versamento della quota dovrà essere effettuato prima dell’inizio del corso. È possibile utilizzare il bonus della Carta docente sulla piattaforma Sofia.

Date: 14, 21, 28 marzo 2019

Orario: 15:00-18:00

Sede: Sala Luciano Lama, CGIL Pistoia, Via Puccini 104

Per iscrizioni e info (entro 28 febbraio):

ispresistenza@tiscali.it

Tel. Sede 0573 359399

 

GIOVEDÌ 14 MARZO 2019

  1. Guerra Totale

Ore 15:00 – Apertura dei lavori

Ore 15.15 – La guerra nazista in Italia. Violenze sui civili e crimini impuniti, Marco Conti

Ore 16:00 – Discussione

Ore 16:15 – «Bono ‘taliano»: l’occupazione italiana dei Balcani (1941-1943), Lorenzo Pera (Università degli Studi di Firenze)

Ore 17:00 – Discussione

Ore 17:15 – Studiare la guerra totale oggi: laboratorio didattico a cura di Filippo Mazzoni (Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia)

Ore 17:45 – Discussione

Ore 18:00 – Chiusura lavori

 

GIOVEDÌ 21 MARZO 2019

  1. Collaborazionismi

Ore 15:00 – Apertura dei lavori

Ore 15.15 –  I conti con il fascismo. I processi delle Corti d’assise straordinarie 1945-1947, Fabio Verardo (Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia)

Ore 16:00 – Discussione

Ore 16:15 – “Collaborare col tedesco invasore”: culture e pratiche della RSI in Toscana, Marta Baiardi (Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea)

Ore 17:00 – Discussione

Ore 17:15 – Tecnologie e didattica della storia: laboratorio didattico a cura di Alice Vannucchi (Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia)

Ore 17:45 – Discussione

Ore 18:00 – Chiusura lavori

 

GIOVEDÌ 28 MARZO 2019

  1. Resistenze

Ore 15:00 – Apertura dei lavori

Ore 15.15 –   La Resistenza italiana nel contesto europeo, Claudio Silingardi (Istituto Nazionale Ferruccio Parri)

Ore 16:00 – Discussione

Ore 16:15 – Esperienze resistenziali toscane, Matteo Mazzoni (Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea)

Ore 17:00 – Discussione

Ore 17:15 – Insegnare la Resistenza: a cura di Alice Vannucchi (Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia)

Ore 17:45 – Discussione

Ore 18:00 – Chiusura lavori




Terrorismo e stragi nell’Italia repubblicana – Corso di formazione

Terrorismo e stragi nell’Italia repubblicana

Corso di formazione per insegnanti

 Biblioteca F. Chioccon dell’ISGREC (Cittadella dello Studente), Grosseto

 

Limitatamente al periodo 1960-1980 è calcolato che in Italia vi furono 11 stragi, circa 2000 attentati e 15mila atti di violenza motivati politicamente contro persone o cose, che causarono 520 morti e oltre 3000 feriti. Ma nonostante l’evidente e drammatica rilevanza che il fenomeno strategia della tensione (in tutte le sue varianti) ha avuto nella storia dell’Italia Repubblicana, esso, in sede storiografica, ha fino a oggi ricevuto un’attenzione piuttosto ridotta da parte degli storici. Eppure, è difficilmente contestabile che il terrorismo negli anni Settanta/Ottanta sia entrato di forza nella storia del nostro paese incidendo su quel processo di crescita democratica che si era avviato con la nascita della Repubblica e l’approvazione della Costituzione. E poiché esso si è sviluppato di pari passo con una strategia di disinformazione, la sua memoria non può essere circoscritta alla sola serie storica degli avvenimenti, ma deve tendere a comprendere anche i retroscena che lo hanno suscitato, a distinguere le informazioni genuine da quelle manipolate ed essere continuata aggiornata e arricchita con l’analisi dei nuovi documenti oggi disponibili. Scopo del corso non sarà quindi quello di offrire una ricostruzione cronachista di quelle vicende, ma provare a capirne le radici profonde, inserendole nel loro contesto politico nazionale e internazionale.

Programma:

5 marzo 2019 | Ore 16-18:30

Strategie della tensione: metodologia e fonti | Giacomo Pacini

12 marzo 2019 | Ore 16-18:30

Origini e sviluppi delle strategie della tensioneGiacomo Pacini

26 marzo 2019 | Ore 16-18.30

La violenza politica tra aspirazioni rivoluzionarie e pratiche terroristicheSimone Neri Serneri

5 aprile 2019 | Ore 16-18.30

La politica mediterranea dell’Italia: il caso UsticaGiacomo Pacini

 

Iscrizione: Il corso prevede un costo di € 30. È possibile iscriversi tramite la piattaforma SOFIA del MIUR utilizzando la Carta del docente (codice corso 25791), oppure presso l’Isgrec pagando in contanti o con buono creato con la Carta del docente.

Riconoscimento dei crediti formativi: Il corso prevede 10 ore di formazione. La frequenza necessaria per il riconoscimento dei crediti formativi è di almeno il 75% delle ore. L’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea è associato all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri (ex Insmli), riconosciuto agenzia di formazione accreditata presso il Miur.

Info: ISGREC | Cittadella dello Studente, Grosseto | tel/fax 0564415219 | segreteria@isgrec.it




Oltre 150 studenti per il Convegno didattico dell’ISRT sui Balcani nel ‘900, culmine del progetto annuale “Confini difficili”

Il programma del Convegno

Il programma del Convegno

Venerdì 8 febbraio in Sant’Apollonia si è svolto il Convegno didattico Confini imposti, confini violati: da Trieste a sarajevo, promosso dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea e dall’Associazione pAssaggi di Storia, con il sostegno dell’Ufficio scolastico regionale e della Regione Toscana.

Oltre 150 studenti hanno seguito i lavori e ne sono stati protagonisti, presentando nel corso della giornata i frutti dell’attività didattica svolta con i propri insegnanti.

Il convegno è infatti l’ultima tappa di “Confini difficili” un progetto annuale che l’Isrt e pAssaggi di Storia promuovano dal 2012, attraverso una prima fase dedicata agli insegnanti che in numero ristretto (sette), seguono un corso di formazione e quindi partecipano ad un viaggio studio nei Balcani e in una seconda fase nel corso della quale i docenti lavorano con le proprie classi approfondendo temi specifici che poi vengono esposti dagli stessi studenti – attraverso propri elaborati – nel corso del convegno didattico conclusivo.

Il progetto viene riproposto anche per il 2019.




L’impegno dell’Isrec Lucca per la conoscenza della storia del “confine orientale” italiano

Nell’ambito della Giornata del Ricordo, istituito con la Legge 92 del 30 marzo 2004, il cui testo recita:  «La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale» si sono svolte in provincia di Lucca una serie di manifestazioni che vedono la presenza di relatori dell’ISREC. Nel capoluogo l’ 8 febbraio si è tenuta una manifestazione organizzata da Prefettura con l’intervento di Andrea Ventura Direttore dell’ISREC; il 9, presso il Real Collegio, Gianluca Fulvetti, docente di Storia Contemporanea all’Università di Pisa, ha tenuto l’orazione ufficiale e, in contemporanea, Stefano Bucciarelli, Presidente dell’ISREC e Armando Sestani, Vicepresidente, sono intervenuti  a Massarosa, nella Sala del Consiglio Comunale. Proprio il 10 Febbraio Sestani ha tenuto una conferenza a Seravezza, in occasione dell’intitolazione del nuovo parco pubblico “alle vittime delle Foibe e agli esuli istriani, fiumani e dalmati nella frazione di Querceta. Le commemorazioni si chiuderanno l’11 a Viareggio, nella Sala del Consiglio Comunale, con Fulvetti e Sestani e Forte dei Marmi, a villa Bertelli con Bucciarelli.

Il fil rouge di tutti gli incontri è stato quello di contestualizzare le foibe, drammatica vicenda per la popolazione italiana di Trieste e dell’Istria e oggetto di speculazioni politiche, nel più ampio contesto della storia del confine orientale. Se i confini fra gli stati sono sempre e ovunque luogo di elezione di guerre, destinati spesso a mantenere, anche dopo paci durevoli, frontiere culturali e mentali, quella con il mondo slavo balcanico è stata la più tormentata tra quelle italiane.  Fondamentale è il tema della narrazione odierna degli eventi occorsi su quel “laboratorio di storia del Novecento” che è stato il confine orientale Dal punto di vista storiografico conosciamo le dinamiche che portarono alle due stagioni delle foibe, resta invece un problema politico, prima di silenzio durante i primi decenni del secondo dopoguerra, poi di strumentalizzazione di queste vittime per alimentare l’odio e la ricerca a tutti costi di un capro espiatorio. Gli eccidi delle foibe hanno dovuto attendere a lungo per ottenere il riconoscimento del diritto alla commemorazione. In conseguenza del lungo oblio durante la guerra fredda, luoghi come Basovizza restano terreno di scontro politico e di contrapposizione nazionale. Oscurando la tragedia vissuta da migliaia di persone, i dibattiti pubblici con frequenza si concentrano sul numero, spesso strumentalmente accresciuto, delle vittime e sulla loro appartenenza politica.

Purtroppo nel nostro Paese la memoria è sempre parziale, soprattutto quella del periodo fascista. Infatti, parlando delle foibe, non si possono tacere i reati, le stragi, le offese contro la dignità umana da parte degli occupanti Italiani nella ex Jugoslavia (che non giustificano ma in parte spiegano i successivi infoibamenti). Quasi nessuno racconta che quella ingiustificabile carneficina operata dai titini era stata preceduta dai massacri compiuti dagli italiani agli ordini di Mussolini e alla creazione di una serie di campi di internamento per civili  jugoslavi come Gonars, Renicci, Monigo, Arbe, in cui il tasso di mortalità era del 15% come a Buchenvald.

E a tale proposito Sestani ha proiettato qualche spezzone del documentario The fascist Legacy, documentario realizzato dalla BBC nel 1989 e ancora censurato in Italia: i diritti dell’opera sono stati acquistati dalla RAI in modo tale che il documentario non fosse mai mandato in onda. Solo La7 ne ha trasmesso degli ampi stralci nel 2004.

Sempre Sestani ha trattato il tema dei profughi istriani, giuliani, fiumani e dalmati. Infatti egli, figlio di un esule da Pola a Taranto, è autore di Esuli a Lucca. I profughi istriani, fiumani e dalmati 1947-1956, pubblicato da Pacini Fazzi nel 2015. Attraverso lo studio del materiale d’archivio e delle tracce lasciate sulle testate giornalistiche dell’epoca, Sestani colma le lacune anche riannodando i fili della memoria personale e locale con quelli della grande storia.  Una ricerca documentata di numeri e date, ma anche un racconto evocativo di esistenze segnate e di incontri, che restituisce alla stessa comunità lucchese una parte della sua storia recente più profonda. Un altro passo verso il superamento di quella sorta di “amnestia” che ha accomunato per decenni un po’ tutto il paese nella dimenticanza e nella mancanza di attenzione ed empatia verso la storia e il dramma degli italiani esuli dall’Istria e dalla Dalmazia e anche un monito per l’oggi, rispetto ai migranti, agli esodi vecchi e nuovi con i quali la nostra comunità, che lo voglia o no, è costretta a misurarsi e mostrare al meglio le proprie qualità di solidarietà e inclusione sociale.




Viaggio della Memoria nei luoghi dell’Olocausto del Comune di Castelfranco Piandiscò con una delegazione cavrigliesese

Sta per prendere il via il “Viaggio della Memoria”, quest’anno in programma dal 10 al 16 febbraio,  che farà tappa nei luoghi dello sterminio nazista, con visita ai campi di concentramento della Germania: Sonnenstein/Buchenwald, Nordhausen -Neuengamme e Brema-Wietzendorf/Bergen Belsen insieme alle vicine città tedesche di Dresda, Brema ed Amburgo. Il Comune di Cavriglia ha confermato la propria adesione è sarà rappresentato dai tre studenti neo maggiorenni che si sono iscritti, accompagnati dal Consigliere Comunale Gianni Tognazzi. La delegazione porterà il Gonfalone nei luoghi della Shoah contribuendo a tenere viva la Memoria, valore sacro per la nostra comunità.

Il viaggio è organizzato da ANED (Associazione nazionale ex deportati) ed è stato promosso dal Comune di Castelfranco Piandiscò col patrocinio della Conferenza dei Sindaci del Valdarno.