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Bando Istituto Parri per 2 NUOVI incarichi per progetto “Atlante delle violenze politiche del primo dopoguerra italiano”.

Segnaliamo il bando di selezione per 2 ricercatori/ricercatrici nell’ambito del progetto “Atlante delle violenze politiche del primo dopoguerra italiano”.
La domanda di ammissione dovrà pervenire all’Istituto nazionale “Ferruccio Parri” entro le ore 24 di domenica 30 ottobre 2022 tramite posta elettronica all’indirizzo segreteria@insmli.it.
Nell’oggetto andrà indicato: “Candidatura Bando Atlante delle violenze politiche del primo dopoguerra italiano”.

Leggi il bando:
https://www.istorbive.it/wp-content/uploads/2022/10/Bando-Atlante-Violenze-2022.pdf




Giornata di studio al Quartiere giuliano dalmata di Roma

PER LA STORIA DI UN CONFINE DIFFICILE. L’ALTO ADRIATICO NEL NOVECENTO (edizione 2022)

Progetto Isgrec, Isrt, Regione Toscana

in collaborazione l’Associazione  per la Cultura Fiumana Istriana e Dalmata nel Lazio

e l’Archivio Museo storico di Fiume – Società Studi Fiumani 

 

Giornata di studio al Quartiere giuliano dalmata di Roma alla quale parteciperanno

gli insegnanti toscani che hanno fatto domanda di partecipazione al progetto

 

 




Inaugurata al Museo della deportazione la mostra “Un altro viaggio in Italia. Luoghi, storia e memorie della Seconda guerra mondiale in Italia”

Continua il suo viaggio la mostra Un altro viaggio in Italia. Luoghi, storia e memorie della Seconda guerra mondiale in Italia. Dopo l’inaugurazione a Milano, presso la Casa della Memoria, il 21 Aprile, il 6 settembre la mostra è approdata a Prato, presso il Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e della Resistenza, uno degli istituti associato alla rete nazionale del Parri e a Paesaggi della Memoria.
La data non è casuale, perché cade il giorno dell’avversario della liberazione della città di Prato.

L’inaugurazione, che ha visto una affluenza davvero notevole di pubblico, sia italiano che tedesco, è avvenuta alla presenza dell’instancabile Dott. ssa Camilla Brunelli, direttrice del Museo, del prof. Paolo Pezzino, presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, della console tedesca onoraria di Firenze, Renate Wendt, del sindaco di Prato Matteo Biffoni, di vari assessori e dei sindaci di Ebensee (con cui Prato è gemellata da 35 anni) e Wangen. La mostra è stata illustrata al pubblico dal Dottor Federico Creatini, uno dei curatori.

Il titolo della mostra richiama l’Italienische Reise (Viaggio in Italia) di Goethe, resoconto del celebre Grand Tour compiuto dall’autore in Italia tra il settembre 1786 e il giugno 1788.
La suggestione del Grand Tour è stata colta per proporre al pubblico europeo un altro (e diverso) viaggio nella penisola, i cui protagonisti sono un giovane visitatore tedesco, Jan, ed una sua coetanea italiana, Laura, che dialogano viaggiando oggi sui luoghi della memoria in Italia della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza. Jan, incuriosito, si lascia guidare dalle spiegazioni e dalle osservazioni di Laura, instaurando con lei un dialogo volto a superare i reciproci pregiudizi.
Abbiamo giocato – afferma il Professor Pezzino – sui luoghi comuni e sugli stereotipi ancora diffusi nell’opinione pubblica, ad esempio per la nostra nazione quello per il quale i Tedeschi sono cattivi e gli Italiani buoni e per la Germania quello per il quale gli Italiani sono traditori, al fine di decostruirli”. L’obiettivo della mostra è divulgativo, non accademico: il fatto che siano due giovani ad interrogarsi su ciò che è successo nel biennio 1943-45 visitando quei luoghi della memoria, partendo dal fascismo è finalizzato a rendere la mostra fruibile ad un pubblico anche giovane.
Si tratta di una mostra fisica, composta da 17 pannelli autoportanti e bifacciali, che, tramite QR code, rinviano al portale collegato che fornisce utili approfondimenti. Infatti, accanto alla mostra, c’è un sito internet con fotografie, cronologia, testi e molto materiale sulla storia dei luoghi citati.
Il percorso espositivo si snoda su dieci questioni centrali per comprendere la guerra in Italia: – Fascismo e antifascismo, Guerre fasciste, Italia divisa, Occupazione tedesca, Antisemitismo e Shoah, Deportazioni e internamenti, Guerra Tedesca, Guerra alleata, Resistenze (volutamente al plurale, perché la Resistenza ha tante anime), Dopoguerra.
Per ciascun è stato individuato un luogo simbolo e altri otto particolarmente significativi. Collegandoli è costruito un itinerario che tocca tutta la penisola, trattando le tematiche indicate.
A volte il luogo simbolico è spiazzante. Alcuni esempi: per Guerra Tedesca la spiaggia di Rimini, ora meta vacanziera di molti Tedeschi ma che a cavallo della guerra era stato per loro un grosso campo di prigionia o per Fascismo e antifascismo Lipari luogo di confino in epoca fascista e luogo di vacanza oggi. Altri luoghi sono poco conosciuti ma significativi per l’ambiguità della memoria storica in Italia, come per Guerre fasciste il Monumento ai caduti d’Africa a Siracusa o il Sacrario militare dei caduti d’Oltremare a Bari. Altri luoghi rimandano ad una duplice memoria, come per Resistenze Piazzale Loreto, dove furono fucilati il 10 agosto ’44 15 antifascisti partigiani i cui cadaveri rimasero esposti a monito e dove (memoria che ha soppiantato quella dei martiri) dopo il 25 Aprile ’45 furono appesi per i piedi i corpi di Mussolini, la Petacci e altri gerarchi. Altri luoghi ancora presentano analogie fra Italia e Germania, come per Dopoguerra Piazza Transalpina a Gorizia divisa dal muro nella Guerra Fredda come Berlino.
I luoghi sono al centro del dialogo tra i due giovani accompagnatori, ma vengono raccontati anche attraverso testi storici, citazioni memoriali, fotografie, cronologie, infografiche, mappe originali.

La mostra è trilingue (italiano, tedesco, inglese) perché anch’essa compirà il suo viaggio in 5 città in Italia (dopo Milano e Prato, Bologna, Venezia, Alessandria, Roma) e altrettante in Germania. Attualmente la mostra è esposta al Amburgo.
La mostra, è stata realizzata grazie al finanziamento del Fondo italo-tedesco per il futuro, progetto quadriennale gestito dal Ministero degli Esteri tedesco.




L’immagine e la memoria – Premio di Public History per il progetto della FVL

Siamo lieti di annunciare che la FVL ha ottenuto il secondo posto al premio dell’ Aiph – Associazione italiana di Public History per i migliori progetti di Public History realizzati nel 2021 e nel primo quadrimestre del 2022 con il progetto di video mapping “L’immagine e la memoria. Esperienza sociale dei luoghi e Cultural Heritage”.
Un’esperienza storico-visuale di Labour Public History che ha tenuto insieme i linguaggi artistici e storici e provato a far interagire il patrimonio archivistico fotografico con la comunità locale, con la sua storia, la sua memoria e i suoi spazi urbani, ricercando un’interazione partecipativa con i passanti di piazza del Duomo in una sera di tarda estate dello scorso anno.
I risultati sono stati di grande interesse, e verranno a breve pubblicati sulla rivista dell’ Istituto Ernesto de Martino
La FVL ringrazia tutti i collaboratori che hanno contribuito a questo bel risultato.




ISRPT Editore – Bando per la selezione di un’opera inedita di storia del Novecento

L’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Pistoia (ISRPT) promuove un bando per la selezione di un’opera inedita di saggistica di storia del Novecento. L’opera selezionata potrà essere pubblicata dalla casa editrice ISRPT Editore nella collana “Studi e ricerche”. Le domande dovranno pervenire all’ISRPT entro le ore 12,00 di venerdì 30 settembre 2022 tramite posta elettronica all’indirizzo ispresistenza@tiscali.it.

Qui il Bando per la selezione di un’opera inedita di storia del Novecento.

Segreteria ISRPT




Invito a sostenere il progetto di ricerca “La spagnola in Toscana” grazie all’ArtBonus.

È possibile sostenere il progetto di ricerca “La spagnola in Toscana” tramite il sito ArtBonus.

Effettuando tramite il portale una donazione a supporto di un progetto in ambito culturale o paesaggistico, ai “mecenati” viene riconosciuta la possibilità di godere di agevolazioni fiscali.
Trovate il progetto al seguente link: https://artbonus.toscana.it/…/progetto-di-ricerca-l…
Per ulteriori informazioni sul funzionamento del portale ArtBonus: https://artbonus.toscana.it/che-cos-e-art-bonus-toscana




Regione Toscana entra in Liberation route Italia

Grazie alla volontà dell’Assessora alle politiche della memoria Alessandra Nardini, la Regione Toscana ha aderito a Liberation Route Italy (Lri), l’associazione nata nel 2019 con l’obiettivo di valorizzare nel nostro Paese, legando turismo, storia e memoria, gli itinerari, i sentieri, i percorsi della Resistenza e delle forze Alleate durante la Liberazione dal nazifascismo.

Lri è l’articolazione italiana di Liberation Route Europe, fondazione europea creata attorno a un’idea di due stagisti olandesi, che ha messo in rete musei, luoghi, teatri di battaglia, monumenti, testimonianze di sopravvissuti per raccontare attraverso percorsi turistici, visite guidate, eventi e celebrazioni la Seconda guerra mondiale con uno sguardo originale e un approccio di respiro internazionale.

Con il decisivo supporto dell’Unione Europea e il riconoscimento del Consiglio d’Europa, ha dato vita ad un itinerario di oltre 3mila chilometri che collega le principali regioni di nove Paesi europei lungo l’asse seguito dalle Forze Alleate nel 1943-1945.
Ora punta a estendersi anche nel sud Europa, passando nel nostro Paese dalla Linea Gotica fino alla Sicilia.
Liberation Route Italy vede tra i membri fondatori i Comuni di Lucca, Capannori, Borgo a Mozzano, il Museo della Pace di Sant’Anna di Stazzema, il consorzio di guide turistiche Turislucca. Ne fa parte anche l’Istituto nazionale Parri ed è presieduta da Paolo Bongini. (ANSA).




Buon compleanno Museo della deportazione e della Resistenza!!!

Domenica 10 Aprile ricorre il ventesimo anniversario dell’inaugurazione, a Figline di Prato, del Museo della Deportazione e Resistenza.

L’inaugurazione, tanto voluta da Roberto Castellani -la cui figlia, nipote e bisnipote sono presenti in sala- e da tutta l’ANED ebbe luogo il 10 Aprile del 2002 alla presenza del Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi di cui Aurora Castellani, Presidente della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, ha ricordato le parole “ quella di oggi […] è una giornata della memoria, ricca di emozioni. L’evento che mi ha condotto da voi, l’inaugurazione di questo Museo e Centro di documentazione sulla Deportazione e Resistenza, ricorda momenti particolarmente struggenti della nostra storia; più che mai vivi nell’anima di un uomo della mia generazione. È stata un’iniziativa illuminata dar vita, a distanza di più di mezzo secolo da quelle tragiche giornate, a questo Museo, che ne conserva il ricordo. Visitandolo, i giovani d’oggi, italiani, europei, saranno indotti a riflettere sul lungo cammino che l’Italia, e l’Europa, hanno compiuto da allora ad oggi.

Il percorso che ha portato alla nascita del Museo è iniziato 25 anni prima, quando, il 27 settembre 1987, su proposta del Presidente dell’ANED di Prato, Roberto Castellani, e di Dorval Vannini, entrambi ex deportati ad Ebensee, fu siglato un gemellaggio – precursore di altre iniziative del genere in Europa-tra i comuni di Prato ed Ebensee , un atto concreto per impegnare le due comunità in un percorso di memoria, compiuto insieme in nome della pace, della fratellanza tra i popoli, del rispetto dei diritti dell’uomo, della giustizia e della solidarietà.

Perché proprio Ebensee? Perché in quel lager in Austria, uno dei peggiori sottocampi di Mauthausen, morì un numero molto elevato di deportati pratesi, arrestati da nazisti e fascisti dopo lo sciopero generale del marzo 1944. Degli oltre 130 pratesi deportati solo 18 sono tornati.

Conoscere questa storia è segno della civiltà, della civiltà che vogliamo“, ha detto il Presidente dell’ANED di Prato, mentre la Presidente provinciale di ANPI parla di “diritto e dovere della memoria“. Su questa scia, Camilla Brunelli, Direttrice del Museo, afferma che “coltivare la memoria della deportazione e della Resistenza è un dovere civico di forte valore educativo e culturale“, ed è questo lo scopo con cui il Museo è stato fondato.

Il museo è un lavoro profetico” afferma il Presidente della provincia di Prato, e Matteo Biffoni, Sindaco di Prato, aggiunge che il lavoro di questo Museo è ancora più importante ora “anche per questa città sfregiata il 23 marzo 2019 dalla manifestazione di Forza Nuova per celebrare la costituzione dei Fasci di combattimento“.

Sono passati venti anni dall’inaugurazione del museo, nel frattempo, il 26 gennaio 2007, è stata costituita una Fondazione grazie alla quale il Museo e il Centro di documentazione si sono sviluppati fino a diventare un polo regionale di notevole importanza: l’affluenza è cresciuta di anno in anno portando a Figline decine di migliaia di visitatori, soprattutto studenti, provenienti da ogni parte della Toscana ma non solo, sono stati pubblicati 13 libri, realizzati 3 film, organizzato numerosissimi corsi di formazione e viaggi della memoria, sia ad Auschiwitz (con il contributo della Regione Toscana attraverso il “Treno della Memoria“) sia a Mauthausen (insieme all’ANED). Un nuovo progetto è curare, insieme all’ANED, l’allestimento del Memoriale italiano di Auschwitz, inaugurato l’8 maggio, a Firenze, al Centro Ex3 di Gavinana, dopo lo “sfratto” da Auschwitz.

Marco Palla, Presidente del comitato scientifico, già ordinario di Storia all’università di Firenze, descrive questo Museo come “presidio di cultura, di ricerca storica“. “Anche presidio di democrazia” aggiunge Paolo Pezzino, Presidente dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, rete di 66 istituti storici della Resistenza e dell’Età contemporanea – realtà unica in Italia e in Europa-, a cui il Museo si è associato a pieno titolo l’anno scorso.

La ricerca della deportazione è fondamentale“, continua Pezzino, “oltre che a quello di Prato, fanno parte della Rete il Memoriale della Shoah di Milano e il Museo al deportato di Carpi“. “In un contesto storico come quello attuale, dove dilaga la banalizzazione di quella che è stata la dittatura fascista, assistiamo ad ripresa virulenta di nazionalismi in Europa e a deriva sovranista nel nostro paese, preservare la memoria e studiare la storia è fondamentale“. Anche l’Assessora alla Cultura della Memoria della Regione Toscana, Alessandra Nardini, ricorda “il dovere di tramandare e far vivere la memoria. Non ha caso la Toscana ha nel suo stendardo il Pegaso alato, simbolo del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale“.

I festeggiamenti di questo ventesimo compleanno sono iniziati alle 15.30 presso i Giardini del Piazzale Leonetto Tintori a Figline con la dedica di una panchina, dipinta dal suo pronipote Niccolò Gualtieri, a Gino Signori, pittore pratese, IMI e Giusto fra le nazioni, in occasione dei 110 anni dalla sua nascita. Si sono conclusi alle 17.00 con la proiezione di un filmato sui venti anni di attività del Museo della Deportazione con il commento della Direttrice Camilla Brunelli.

Auguri al Museo! E lunga vita! Il lavoro è ancora in itinere e lo attendono nuove sfide, e il pensiero va a ciò che sta succedendo in Ucraina.