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Un video degli studenti del “Salvemini Duca d’Aosta” di Firenze per ricordare i fratelli Rosselli

L’Istituto Statale di Istruzione Superiore “Salvemini Duca D’Aosta” di Firenze in collaborazione con la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze, su progetto finanziato dalla Fondazione CR di Firenze, ha realizzato il film documentario: “Per esserci avvicinati troppo alla luce – un ricordo dei fratelli Rosselli” in occasione dell’ottantaduesimo anniversario dalla loro uccisione per mano dei sicari della Cagulle per ordine del governo fascista italiano il 9 giugno 1937 a Bagnoles de l’Orne in Francia. Carlo e Nello Rosselli sono stati i primi intellettuali italiani ad opporsi all’ascesa del fascismo prima e del nazismo poi. Li hanno combattuti attivamente con la penna e con le armi, sacrificando tutto il loro patrimonio, gli affetti, la carriera, la famiglia, condannati al confino e all’esilio, fino al tragico epilogo. Se la gente li dimenticherà avranno vinto i loro assassini. Se la gente manterrà vivo il ricordo del loro sacrificio, Carlo e Nello non saranno morti invano.”

Il video è stato realizzato dagli studenti della IV SIA guidati dai proff.ri Luigi Zezza e Angela Potenza




“Il 1917 in Toscana”, edita la pubblicazione frutto del lavoro di tutti gli Istituti della Resistenza toscani

È appena uscita per Pacini Il 1917 in Toscana, a cura di Roberto Bianchi e Andrea Ventura, prima pubblicazione frutto di un lavoro di studio e ricerca condotto da tutti gli Istituti toscani della Resistenza e dell’età contemporanea che per la prima volta hanno concorso insieme alla realizzazione di una comune pubblicazione, a partire da un convegno promosso dall’Istituto di Lucca in collaborazione con l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, svoltosi a Firenze in occasione del centenario del 1917.

Esito dell’impegno degli Istituti e degli studi di tutti gli autori, il volume è soprattutto merito del lavoro costante svolto dai curatori: Andrea Ventura direttore dell’Istituto di Lucca e Roberto Bianchi, vicepresidente dell’Istituto toscano.

Il 1917 fu un anno di svolta per la Grande Guerra. Scandito dalle rivoluzioni in Russia, dall’intervento nel conflitto di nuovi paesi, da Caporetto, crisi alimentari, insubordinazioni e tumulti, anche per la storia della Toscana il 1917 fu l’inizio di un ciclo di proteste e rivolte che si sarebbe concluso nel dopoguerra.

Emersero nella scena pubblica nuovi attori e ideali capaci di incidere sui rapporti tra Stato e società in una fase cruciale dell’età contemporanea. Nelle diverse Toscane, mezzadrili, urbane o minerarie, dalla costa agli Appennini, dalle grandi città ai borghi sparsi, riemersero antiche forme della protesta intrecciate con pratiche di lotta inedite, mentre altri centri sembravano restare immobili.

Il volume ricostruisce queste vicende, fornisce un contributo inedito su temi spesso dimenticati e mette in rilievo culture, pratiche politiche, ideologie, relazioni sociali, linguaggi che segnarono l’ingresso della Toscana nel Novecento.

In allegato l’indice del volume.




L’Istituto storico della Resistenza di Pistoia alla terza conferenza AIPH

Per la terza volta consecutiva, il panel dell’Istituto storico della Resistenza di Pistoia è stato accettato dal comitato organizzatore dell’AIPH (Associazione Italiana di Public History) per il suo convegno annuale, che quest’anno si terrà a Santa Maria Capua Vetere dal 24 al 28 giugno.  Il titolo del panel, che sarà discusso il 24 giugno dalle 14 alle 15.30, è Comunicare la guerra e la Resistenza alle nuove generazioni: poste in gioco e prospettive.

Questo il programma:

Rinaldo Falcioni (Università Primo Levi di Bologna), Il Cobra sta fumando: il romanzo della FEB
Francesco Cutolo (Scuola Normale Superiore di Pisa), Il progetto “La guerra partigiana” a Pistoia. La didattica della Resistenza nelle scuole
Manuel Pereira (Monumento votivo ai caduti brasiliani della seconda guerra mondiale), Verso una concezione multiculturale e transazionale della guerra: la FEB in Italia

Coordina: Chiara Martinelli (Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia)




Inaugurata a Firenze la nuova sede del Memoriale italiano di Auschwitz

Dopo lunghi anni di discussioni, proposte e confronti, il Memoriale del blocco 21 – il blocco italiano ad Auschwitz – è stato inaugurato mercoledì 8 maggio alle ore 10 nel quartiere Gavinana di Firenze, all’interno dell’EX3, in piazza Gino Bartali, quasi a ricongiungere in questo progetto di memoria collettiva anche l’impegno del grande ciclista, riconosciuto “giusto tra le nazioni” da Yad Vashem.

Data ed anno non sono casuali, come spiega il sindaco di Firenze Dario Nardella, il primo oratore nella cerimonia di inaugurazione. “Oggi è il giorno in cui si ricorda la fine della seconda guerra mondiale e il 2019 è l’anno in cui si celebrano i 100 anni dalla nascita di Primo Levi”.

Nel suo lungo discorso Nardella parla dei tre anni di lavoro per rendere possibile “salvare” il Memoriale del blocco 21 “opera interdisciplinare e ultrasensoriale”, ringrazia il Direttore della Fondazione Cassa di Risparmio  per la generosa donazione,  ricorda la mobilitazione di tutta la città e della società civile, citando anche la raccolta di fondi svolta da Unicoop.fi, elogia la tenacia di Ugo Caffaz, consigliere per le politiche della memoria, formative e culturali della Regione Toscana e conclude, di fronte all’ingresso dell’EX3, dicendo “questo è il memoriale. Il memoriale siamo noi”.

A prendere poi la parola è Dario Venegoni, presidente dell’ANED, il quale spiega che l’idea di delocalizzare il monumento, pur di salvarlo, ha avuto una lunga gestazione , ed è stata possibile in base alla risposta all’interrogazione scritta presso il Senato n. 4-05184 Fascicolo n. 123. “Davanti al pericolo di smantellamento, anche se non siamo d’accordo, abbiamo accettato di riportare il Memoriale in Italia”, “ricordo quando eravamo isolati, sono passati 10 anni…ma quando il progetto sembrava arenarsi, sono intervenuti la Regione Toscana e il Comune di Firenze che con coraggio e determinazione hanno detto Sì senza pensarci due volte”. E la Regione, infatti, ha stanziato 2,6 miliardi per fare rinascere a Firenze il memoriale. Egli, ricordando il difficile lavoro di recupero, dice “è stata una lunga fatica, a tratti sconfortante” e poi descrive l’emozione che ha provato vedendo le tele di Pupino Samonà accanto a quelle di Leonardo sul tavolo dell’Opificio delle pietre dure, dove son state sottoposte a restauro.

Ed è proprio il direttore dei lavori dell’Opificio a parlare dopo, fiero di essere riuscito con sei mesi di lavoro “domeniche e giorni festivi inclusi” a restaurare le 23 strisce dipinte da Samonà. Interviene in seguito il responsabile ministeriali ai Beni Culturali affermando “Il Memoriale italiano di Auschwitz a Firenze è la prova che le istituzioni, se vogliono, possono lavorare bene e in fretta!”.

In fine, per climax ascendente, parla la Vicepresidente della Regione Toscana, che esprime la fierezza della nostra regione nell’aver portato a Firenze quella che definisce “non solo un’opera d’arte ma un ulteriore tassello volto a fortificare il sistema memoriale della Toscana, una rete che passa attraverso luoghi di eccidi (e cita ad esempio Sant’Anna di Stazzema), musei (come quello della Deportazione di Prato e il Museo della Resistenza di Fosdinovo), gli Istituti Storici della Resistenza e dell’Età Contemporanea, il lavoro storico costante, la ricerca, i Treni della Memoria, la didattica”.

Chiude la parte ufficiale l’architetto Alberico Barbiano di Belgiojoso, figlio -fra l’altro- di Ludovico, che insieme a Banfi, Rogers e Peresutti (lo studio BBPR) fu l’architetto che ha progettato proprio questo  Memoriale, ideato nel 1979 e inaugurato nella primavera del 1980 ad Auschwitz. E adesso proprio nel quarantennale della creazione, Alberico Belgiojoso è stato colui che ha dato le indicazioni per l’allestimento, identico a quello originale, del memoriale nella nuova sede fiorentina, dopo essere stato strappato dal contesto per il quale era stato progettato. Belgiojoso descrive così il nuovo allestimento: al piano terra la mostra, che sarà visibile per circa un anno, “L’Italia, il fascismo, la deportazione”, curata dall’ANED (proprietaria del Memorale) con una sezione sulla deportazione dalla Toscana curata dal Museo della Deportazione di Prato non solo con materiali già in uso presso quel museo ma anche inediti, mentre al piano superiore è collocato il memoriale vero e proprio, ricreato esattamente come era ad Auschwitz, che ti avvolge nella sua angosciante spirale.

In conclusione è stato letto il messaggio del Presidente della Repubblica Mattarella che, scusandosi per l’assenza, promette la sua presenza all’inaugurazione definitiva (quando la mostra temporanea lascerà il posto ad un allestimento permanente didattico), occasione in cui verrà anche apposta una targa.

Infine, alle 11.30, fra i gonfaloni e al suono delle trombe, la cerimonia si conclude con il taglio del nastro da parte del sindaco e della vicepresidente Barni e i tanti cittadini presenti entrano ad ammirare il memoriale fra lo squillo delle clarine del Gonfalone di Firenze e i labari delle tante sezioni ANED presenti.




“Le origini e l’epilogo del fascismo a Lucca”

“Definire il fascismo è innanzitutto scriverne la storia.”

(Angelo Tasca, 1938)

A cento anni dalla fondazione del movimento dei fasci di combattimento (1919), l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in provincia di Lucca promuove una serie di tre incontri incentrati sulla storia del fascismo nella provincia lucchese, a cominciare dal 16 maggio con “A 100 anni dalla nascita del fascismo. Da Milano a Lucca, una storia violenta” (ore 18.00) in collaborazione con la Biblioteca Popolare di San Concordio; seguirà il 18 maggio l’incontro con gli studenti del Liceo Scientifico “A. Vallisneri”, volto ad approfondire le vicende della Repubblica sociale a Lucca; a chiusura del ciclo di incontri la presentazione del libro “Il fascismo dalle mani sporche” di Paolo Giovannini e Marco Palla nel mese di giugno.




“Il sarto di Rughi” a Capannori

Il libro racconta la storia del porcarese Dante Unti, oggi 98enne e allora sarto strappato al suo lavoro dalla chiamata alla leva obbligatoria nel 1939: coinvolto nel conflitto in Jugoslavia dopo l’inizio della Seconda guerra mondiale nei contingenti che si ribellarono anche militarmente ai tedeschi tra l’otto e il dodici settembre 1943 a Ragusa (Dubrovnik), dove fu fatto prigioniero. Internato nel campo di lavoro di Stablack, a Kaliningrad, fu tra i circa trentamila deportati da quella zona della Jugoslavia verso i campi di lavoro forzato. Riuscì a sopravvivere e a tornare a casa alla fine della seconda guerra mondiale.

La presentazione si terrà venerdì 10 maggio presso la Sala Pardi del Polo Culturale Artemisia di Capannori a partire dalle 18.00 (ingresso libero): saranno presenti, oltre agli autori, Nicola Barbato (ISREC) e lo storico Emmanuel Pesi.




Anche l’ISRT al viaggio di Istituzioni e Aned, con centinaia di studenti, per il 74° della liberazione di Mauthausen

Esattamente fra una settimana, domenica 5 maggio, si svolgerà sul piazzale del KZ di Mauthausen, la cerimonia internazionale in occasione del 74° anniversario della liberazione del campo.
Saranno oltre 800 i partecipanti, provenienti dalla Toscana, una carovana, composta da 16 autobus accompagnata da circa 40 volontari di ANED.

Con il pullman della Città metropolitana di Firenze, che riunisce gli studenti delle scuole superiori dell’area metropolitana, sarà presente anche il Direttore dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, Matteo Mazzoni.

La delegazione è così composta:

Aned Sezione di Empoli circa 180 partecipanti

comuni di;
Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Empoli, Fucecchio, Gambassi, Limite e Capraia, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Vinci.

SPI – CGIL, Associazione dei genitori di ragazzi con disabilità Noi da Grandi.

Aned Sezione di Firenze circa 290 partecipanti – delegazione composta da:

Città Metropolitana di Firenze,

comuni di;
Bagno a Ripoli, Baberino di Mugello, Barberino Valdelsa – Tavarnelle Valdipesa, Calenzano, Dicomano, Firenze, Impruneta, Lastra a Signa, Londa, Pelago, Pontassieve, Rufina, San Casciano Valdipesa, San Godenzo, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa.

Aned Sezione di Pisa circa 290 partecipanti – delegazione composta da:

Provincia di Pisa,

comuni di;
Bientina, Buti, Calci, Calcinaia, Capannoli, Casale Marittimo, Casciana Terme – Lari, Cascina, Castelfranco, Castellina Marittima, Castelnuovo Val di Cecina, Fauglia, Guardistallo, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Montopoli in Valdarno, Palaia, Peccioli, Pisa, Pomarance, Ponsacco, Pontedera, Riparbella, Rosignano, Santa Croce Sull’Arno, San Giuliano Terme, San Miniato, Santa Maria a Monte, Terricciola, Vicopisano, Volterra.

Aned Sezione di Prato circa 60 partecipanti – delegazione composta da:

Fondazione Museo della Deportazione, Associazione Sinti di Prato,

Comuni di;
Carmignano, Cantagallo, Montemurlo, Poggio a Caiano, Prato; Vaiano, Vernio.

CGIL e SPI CGIL, Pubblica Assistenza di Prato




Festa della Liberazione: il 25 aprile dell’ISRT.

Numerose le iniziative e le commemorazioni in occasione del 74° anniversario del 25 aprile, festa della Liberazione nazionale, alle quali gli organi dirigenti e il personale dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea partecipano, apportando il proprio contributo scientifico e culturale:

 Commemorazione a cura del Presidente G. Matulli all’interno delle celebrazioni del Comune di Firenze.
 Commemorazione a cura del direttore M. Mazzoni all’interno delle celebrazioni del Comune di San Casciano Val di Pesa
 Intervento della consigliera Valeria Galimi su Fascismo e discriminazioni all’interno del Consiglio comunale “aperto” promosso dal Comune di Lastra a Signa
 Intervento del presidente G. Matulli a iniziativa sezione ANPI Rufina
 Intervento M. Bianchi a iniziativa sezione ANPI Bagno a Ripoli
 Intervento di Marta Baiardi a iniziativa sezione ANPI Figline Valdarno
 Presentazione del libro di C. Becchimanzi, L’agguato al Museo della deportazione e della Resistenza di Prato, intervento del direttore M. Mazzoni