1

Archivio storico e di deposito del Comune di Arezzo

Sede e contatti
Via della Fiorandola 34, 52100, Arezzo
Telefono: 0575.23159
E-mail: archiviostorico@comune.arezzo.it
Sito web: http://www.comune.arezzo.it/il-comune/servizio-informatico-sportello-unico-marketing/servizio-archivio-e-protocollo/archivio-storico-e-di-deposito/sedi-ed-orari-archivio-storico-e-archivio-di-deposito
Orari di apertura: Invernale da settembre a luglio, martedì e giovedì 8:30-13.30 e 15.30-17.30; estivo dal luglio a settembre, martedì e giovedì 8.30-13.30

Organi direttivi
Comune di Arezzo – Ufficio Protocollo e Statistica

Breve storia e finalità

L’Archivio Storico (Postunitario) del Comune di Arezzo è stato istituito con deliberazione della Giunta Municipale 11 aprile 1991, n. 1670, in attuazione di quanto previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica 1409/63 relativamente alla Sezione separata di archivio. La struttura accoglie comunque anche la Sezione di deposito dell’Archivio comunale.
Il nucleo centrale del materiale facente parte della Sezione separata è costituito dall’archivio postunitario del Comune di    Arezzo, dagli archivi di commissioni, comitati e consorzi che hanno avuto sede presumibilmente presso il Comune di Arezzo, dagli archivi aggregati prodotti da istituzioni che hanno cessato di esistere, da fondi prodotti da istituzioni diverse.
Il materiale è affluito all’archivio storico in gran parte nella primavera del 1993, quando divenne operativa la sede di via della Fiorandola e, in seguito, attraverso versamenti o prelievi particolari.
Presso l’Archivio storico comunale sono presenti anche alcune unità pertinenti all’Archivio preunitario del Comune di Arezzo, mentre gli archivi prodotti dal Comune medioevale e dalla Comunità di Arezzo sono depositati dal 1 agosto 1941 presso l’Archivio di Stato di Arezzo, allora costituito.

Patrimonio    
A tutt’oggi sono depositate presso l’Archivio Storico del Comune di Arezzo circa cinquantamila unità archivistiche, in parte afferenti alla sezione separata, e in maggior misura appartenenti alla sezione    di deposito. Una porzione consistente di questo materiale (circa diecimila unità archivistiche) è stato inventariato, mentre l’elenco di consistenza dell’intero complesso documentario (esclusi i versamenti più recenti) è consultabile tramite il sito web del Comune di Arezzo:
http://www.comune.arezzo.it/il-comune/direzione-generale/ufficio-protocollo-e-statistica/archivio-e-protocollo/archivio-storico-e-di-deposito/consistenza-e-struttura




Archivio Storico del Comune di Siena

Sede e contatti
Ex Collegio San Marco, Via San Marco 90, 53100 Siena
Telefono e fax: 0577.534580
Email: archivio.storico@comune.siena.it
Sito web: http://www.comune.siena.it/La-Citta/Cultura/Archivio-storico
http://www.comune.siena.it/La-Citta/Cultura/Archivio-storico/Patrimonio-documentario/Comune-di-Siena
Orari di apertura: dal martedì al venerdì 10-13.

Organi direttivi
Comune di Siena, Direzione Affari Generali – Servizio Cultura e Sport

Breve storia e finalità
L’Archivio Storico conserva i documenti prodotti dal Comune a partire dalla riforma voluta nel 1786 dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena. I fondi si suddividono in più sezioni riparte tra il periodo preunitario (1524-1865) e postunitario (dal 1865). La sezione storica è stata ufficialmente aperta al pubblico nel gennaio 1997 in alcuni locali retrostanti l’antico ospedale di Santa Maria della Scala e ha trovato la sua definitiva collocazione nel 2013 nell’ex convento di Santa Marta. Il complesso, oltre ad ospitare il monastero accresciutosi in età moderna intorno all’antica chiesa, dove si trovano affreschi del XIV secolo, dal 1814 fino al 1975 ha accolto l’Orfanotrofio ed infine prese il nome di Collegio San Marco.

L’Archivio effettua le seguenti attività:

• raccoglie, inventaria e conserva la documentazione storica proveniente dagli uffici comunali secondo le direttive del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio;

• acquisisce fondi di enti soppressi o di privati in deposito o in dono cercando di valorizzarne l’importanza culturale;

• assicura la libera consultazione dei documenti e il rilascio di copie digitali;

• si impegna a creare strumenti di ricerca automatizzati e digitalizzare il materiale archivistico diffondendolo sulla rete in modo da garantirne la massima accessibilità;

• valorizza il proprio patrimonio promuovendo iniziative di carattere culturale come studi, mostre, incontri, visite guidate e attività didattico-formative;

• collabora con la Soprintendenza Archivistica per la Toscana, l’Archivio di Stato e tutte le altre istituzioni che valorizzano il patrimonio culturale della città e del territorio.

Patrimonio
L’Archivio conserva circa 20.000 filze, buste e registri relativi all’amministrazione della città dal XVI al XX secolo. Le serie più antiche, comprese nella Sezione delle Antiche Magistrature (1524-1786), si ricollegano ai fondi della Balìa e della Biccherna depositati nel 1858 presso l’Archivio di Stato di Siena. La sezione preunitaria si suddivide in: Comunità Civica di Siena (1786-1808), Mairie (1808-1814) e Comunità Restaurata (1814-1865). A questo ultimo periodo si riferisce anche l’archivio della Cancelleria Comunitativa di Siena (1827-1865) e quello del Circondario di Acque e Strade (1825-1850). L’archivio Postunitario comprende tutto il materiale prodotto dagli organi cittadini a partire dall’Unità d’Italia e fino agli anni ’60 del XX secolo, ed è in continuo aggiornamento. Oltre ai registri delle deliberazioni del Consiglio Comunale, della Giunta Comunale e del Podestà (1927-1944), la serie più rilevante è rappresentata dal carteggio, che è suddiviso in due parti: Carteggio X.A (1865-1906) e Carteggio X.B (dal 1907 in poi). La restante parte dell’archivio Postunitario comprende documenti di contabilità, gestione del personale, movimenti della popolazione e censimenti, liste di leva e ruoli matricolari, servizio annonario, commissioni, miscellanea, registri di stato civile. Si conservano inoltre altri archivi di enti soppressi o collegati al Comune che sono stati acquisiti nel corso del tempo. Attualmente l’Archivio ha in deposito il materiale dell’Archivio del Movimento Operaio Democratico Senese, del Pio Asilo Butini Bourke e dell’ex Istituto Sclavo Spa. Tra i fondi donati da privati si segnalano quello di Luigi Socini Guelfi e di Benedetto Barni. Presso la sede è possibile consultare una sezione fotografica che raccoglie vecchie immagini della città e la raccolta di progetti e disegni prodotti dal Comune nella sua secolare attività.




Mediateca Regionale di Fondazione Sistema Toscana

Sede e contatti
Sede legale: Via Duca d’Aosta 9, 50129 Firenze
Sede operativa: Via San Gallo 25, 50129 Firenze
Telefono: 055 2719011
E-mail:
segreteria@fondazionesistematoscana.it
u.brazzini@fondazionesistematoscana.it
c.dellorso@fondazionesistematoscana.it
Sito web: http://www.fondazionesistematoscana.it/progetto/mediateca-regionale-toscana/
http://www.mediatecatoscana.it

Organi direttivi
Direttore generale Fondazione: Paolo Chiappini
Responsabile area cinema e mediateca: Stefania Ippoliti

Breve storia e finalità
Mediateca Regionale FST si caratterizza per gli archivi specializzati nel cinema e nella comunicazione audiovisiva, composti da film, documentari, libri, riviste, foto, manifesti e cd a disposizione gratuitamente degli utenti.
La Mediateca è nata nel 1984 come ente regionale creato per la diffusione del linguaggio cinematografico, audiovisivo e multimediale. Una missione che con il tempo e l’evolversi delle tecnologie ha assunto forme sempre nuove: basti ricordare che la diffusione dei personal computer è della fine degli anni ’80, così come quella degli homevideo, mentre internet – e quindi la cultura digitale – ha preso campo dalla fine degli anni ’90 in poi.
Gli archivi di Mediateca testimoniano l’evolversi dei media, dalle primissime pellicole in 8, super 8, 16 e 35mm, agli u-matic, alle videocassette, ai dvd, fino ai film disponibili direttamente in formato digitale nei terminali video della sala di consultazione. Anche questi passaggi sono una testimonianza della storia del Novecento.
Ma a testimoniare la storia dello scorso secolo è soprattutto il racconto dei tanti libri e film conservati in Mediateca, incentrati su episodi storici, sul profilo di artisti, sulle voci e le tradizioni della Toscana. Come i tanti film che testimoniano l’attingere dei registi del secolo breve alla letteratura, da Cronache di poveri amanti di Carlo Lizzani, ispirato all’omonimo romanzo di Vasco Pratolini, a La tregua di Francesco Rosi, tratto dall’omonimo libro di Primo Levi, la cui visione va a completare il percorso di formazione degli studenti di oggi sulla storia e la letteratura italiana del XX secolo.

A contraddistinguere gli archivi di Mediateca è anche la presenza di documentari rari. Per rimanere in campo letterario, si può citare Fiamme di Gadda, di Mario Sesti, che ritrae un profilo di Carlo Emilio Gadda, mentre Gabriele D’Annunzio: la storia e il mito, realizzato da Mauro Brescia, è incentrato sul poeta-vate che visse nei primi anni del ‘900 a La Capponcina, alle porte di Firenze.
In campo artistico, rappresentativi dell’attenzione degli archivi di Mediateca per le eccellenze del Novecento ci sono i Critofilm di Carlo Lodovico Ragghianti realizzati su vari artisti, tra cui Ottone Rosai, che testimoniano l’originale lavoro critico del politico e storico dell’arte lucchese, oppure Modì: vita di Amedeo Modigliani, per la regia di Franco Brogi Taviani. Anche i grandi scultori sono stati raccontati dalle immagini dei documentari conservati in Mediateca, come ne L’Incontro con lo scultore Jorio Vivarelli: 60 anni di lavoro, diretto da Andrea Bazzechi e il film Marino Marini: vita e immagini, realizzato da Enzo Vannacci.

Altro fiore all’occhiello degli archivi di Mediateca è storia della Toscana del Novecento nella narrazione dei documentari. Ad esempio i film sulla valorizzazione dell’artigianato, come Mimmo falegname di San Girolamo, di Antonio Fatini e L’Arte dello sbalzo e del cesello, di Renzo Micheletti. Ancora storia del Novecento ne Gli angeli nel fango, doc di Erasmo D’Angelis sul lavoro dei volontari che salvarono i libri della Biblioteca Nazionale di Firenze dalla furia dell’acqua in seguito all’alluvione del ’66. Le antiche lavorazioni sono protagoniste de L’archeometallurgia etrusca: da Populonia a Murlo, di Fabrizio Lucarelli. Infine le testimonianze di guerra sono ne La battaglia di Firenze, sulla Resistena nel capoluogo toscano, di Pietro Faloci, e in Firenze 1944, di Massimo Becattini, basato sul documentario sonoro originale di Amerigo Gomez e Victor De Sanctis. Le citazioni da fare sarebbero ancora tante altre. Questi sono solo alcuni esempi di una filmografia estesa e articolata, che racconta per immagini i diversi volti di una Toscana del Novecento poliedrica, dove sopravvivono antichi mestieri e tradizioni artigianali; culla dell’arte apprezzata  universalmente; attiva nella Restistenza durante la seconda guerra mondiale. Un saggio dei percorsi culturali che Mediateca Regionale mette a disposizione di studenti, adulti, critici, docenti, cinefili, storici.

Patrimonio
Il patrimonio di Mediateca Regionale FST è composto da:
– Videoteca, con 10.000 film d’autore e 3700 documentari;
– Biblioteca, con 9.000 titoli di libri su cinema, video, televisione;
– Emeroteca, 350 titoli di periodici specializzati sul cinema;
– Manifesti, 5.000 foto e manifesti di film;
– Fondi monografici, su “Pier Paolo Pasolini”, “Pio Baldelli” e “Antonio Bruschini”;
– Discoteca, con 4.500 dischi in vinile di musica del periodo tra le due guerre;
– Cd musicali, con 300 cd di colonne sonore dei film




Archivio di Stato di Livorno

Sede e contatti
Palazzo del Governo, Via Fiume 40, 57123 Livorno
Telefono: 0586897776; 0586880028
Fax: 0586896782
E-mail: as-li@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistatolivorno.beniculturali.it/

Organi direttivi
Direttore: Massimo Sanacore

Storia
Costituitosi nel 1941, l’Archivio di Stato ha ereditato buona parte dei fondi documentari di produzione locale che Pietro Vigo aveva raccolto sul finire dell’800 nell’Archivio Storico Cittadino (istituzione comunale aperta al pubblico nel 1899). La documentazione proveniva dal Comune e dagli uffici periferici dello Stato toscano poi italiano, da altri enti pubblici e da privati. Dopo il rientro dallo sfollamento bellico nella Certosa di Calci, nel corso degli anni a questo nucleo principale si sono aggiunti altri fondi che hanno dato origine ad un sistema documentario sempre più articolato e strutturato, tale da rendere necessaria nel 1985 la conservazione suddivisa in due sedi. Nel giugno del 2004 l’Archivio di Stato ha dovuto chiudere la sede sussidiaria a causa dell’aumento dei costi di gestione e, in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione della nuova sede, la maggior parte dei fondi in essa conservati e alcuni fondi della sede centrale dell’Istituto sono stati trasferiti in un magazzino a Perugia.

Le funzioni istituzionali L’Archivio di Stato di Livorno conserva la documentazione prodotta dalle amministrazioni periferiche preunitarie e dagli uffici statali postunitari del territorio della provincia di Livorno; archivi di enti ecclesiastici e di corporazioni religiose soppresse; archivi privati e di enti pubblici. I documenti possono essere consultati liberamente per motivi di studio o per motivi giuridico–amministrativi da qualsiasi cittadino italiano o straniero. Sono sottratti alla consultazione o consultabili secondo determinate modalità i documenti che rientrano nella fattispecie prevista dal D.Lgs. 30 giugno 2003, n.196, Codice in materia di protezione dei dati personali. E’ attivo un servizio di biblioteca, senza prestito esterno. Si possono richiedere a pagamento fotocopie dei documenti, riproduzioni da microfilm e riproduzioni digitali. Si possono chiedere copie autentiche per motivi giuridico-amministrativi.
Si effettuano ricerche per corrispondenza ordinaria e per posta elettronica.
Sezione didattica: su prenotazione si effettuano visite guidate per studenti, gruppi ed associazioni.
Il servizio informatico cura l’aggiornamento delle pagine web dell’Archivio e l’informatizzazione degli inventari.

Finalità
Incremento della fruibilità dei documenti anche attraverso l’uso di strumenti informatici, valorizzazione del patrimonio documentario conservato con mostre, conferenze, seminari, pubblicazioni e partecipazione a eventi culturali organizzati da enti ed istituzioni; rapporti con le Università, collaborazione con la Soprintendenza archivistica per la Toscana per la tutela degli archivi vigilati; partecipazione ai progetti SIAS, Sistema Informativo degli Archivi di Stato e SAN, Sistema Archivistico Nazionale.

Patrimonio
Prefettura di Livorno (1861-1986)
Questura di Livorno (1865-1989)
Polizia di Stato – Ufficio frontiera marittima (1955-99)
Capitaneria di porto di Livorno (1860-1910)
Capitaneria di porto – Ufficio Leva di Livorno e Portoferraio (1901-85)
Capitaneria di porto di Livorno – Ufficio del lavoro portuale (1935-95)
Consiglio provinciale scolastico (1871-1917)
Carceri giudiziarie di Livorno (1863-1942)
Ufficio leva militare (classi 1842-1941)
Esercito italiano Ruoli matricolari (1907-1940)
Conservatoria delle ipoteche (1866-1957)
Cassa Depositi e Prestiti (1876-1945)
Ufficio Imposte Dirette di Cecina (1875-1944)
Casa di pena di Portoferraio (1879-1942)
Direzione provinciale delle Poste (1949-93)
Ufficio provinciale del Lavoro e della massima occupazione (1949-52)
Attività assistenziali italiane e internazionali – Ufficio di Livorno (1946-77)
Ufficio veterinario del porto (1947-86)
Ispettorato provinciale del Lavoro (1957-89)
Ufficio IVA di Livorno (1970-86)
Agenzia delle Entrate di Portoferraio – Ufficio Distrettuale Imposte Dirette (1930-96)
Pretura – Procura di Livorno (1868-1964)
Tribunale civile e penale di Livorno (1866-1950)
Procura di Livorno (1852-1972)
Pretura di Piombino (1866-1989)
Tribunale di Portoferraio (1866-1923)
Catasto toscano poi italiano (1824-1971)
Catasto mappe (1820-1961)
Ufficio del Genio Civile di Livorno (1938-80)
Provveditorato Opere Pubbliche per la Toscana – Ufficio di Livorno (1946-90)
Archivio notarile di Livorno – atti dell’Ufficio del Registro (1928-51)
Comitato filantropia senza sacrifici (1885-1924)
Archivio famiglia Moreno di Tunisi (1819-2006)
Carte Arno Ardisson (1950-80)
Carte Pier Luigi Bucciantini (1917-65)
Carte Dario Cassuto (1872-1920)
Carte Pierino Fornaciari (1793-2002)
Carte Gino Guarnieri (secolo XX)
Carte Salvatore Orlando (1855-1926)
Raccolta Adolfo Mangini (1846-1927)
Cantiere Navale Orlando (1865-2002)
Fattoria agricola Traxler di Nugola (1810-1960)
Vetreria Balzaretti e Modigliani poi Borma (1898-1996)
Whitehead Motofides poi W.A.S.S. (1860-2001)
P.N.F. Federazione dei Fasci di combattimento di Livorno (1920-44)
Comitato provinciale di Liberazione Nazionale di Livorno (1944-46)
Carte Orlandini (Cristiano-Sociali) (1944-47)
Gruppi comunisti rivoluzionari – Lega Comunista Rivoluzionaria – Lotta Continua Livorno (1970-82)
Stato civile del circondario del Tribunale di Livorno (1866-1935)
Comune di Livorno postunitario (1866-1946)
Cinema Teatro Politeama (1878-1942)
Nazione Olandese-Alemanna (1789-1953)
Commissariato per la liquidazione degli usi civici (1924-59)
Giornali murali (1952-55)

 

 




Archivio del Consiglio regionale della Toscana

LogoCRTBDSede e contatti
Via Cavour, 4 – 50129 Firenze
Telefono: 055.238 7290; -7403, -7501, -7669, -7930, -7002, -7882
E-mail: archivio@consiglio.regione.toscana.it
Sito web: http://www.consiglio.regione.toscana.it/default?nome=ARCGEN
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 9-13

Organi direttivi
Dirigente: Cinzia Guerrini
Dirigente pro tempore: Chiaretta Silla
Responsabile: Monica Valentini

Breve storia e finalità
È l’Archivio  dell’organo legislativo della Regione, il Consiglio regionale, eletto dai cittadini residenti nella regione mediante suffragio universale e diretto, i Consiglieri eletti si organizzano poi in Gruppi. L’archivio si è costituito dal 1970, inizio dell’attività della Regione, e conserva tutta la documentazione che testimonia le competenze e l’attività del Consiglio e delle sue diverse articolazioni. Oltre alla funzione legislativa spettano al Consiglio quelle di indirizzo politico e programmatico, di controllo dell’operato della Giunta e del Presidente della Regione, l’approvazione dei bilanci della Regione e altre attribuzioni conferite dallo Statuto. Il Consiglio è rappresentato dal Presidente del Consiglio coadiuvato dall’Ufficio di Presidenza, altri suoi organi sono le Commissioni permanenti, Speciali o d’Inchiesta; inoltre nel tempo si sono succeduti altri Organismi istituzionali con specifiche competenze.

Patrimonio
È costituito dai fondi e dalle serie archivistiche tipici delle Assemblee legislative regionali: i verbali e i resoconti delle sedute del Consiglio e degli altri organismi; i cosiddetti Atti Consiliari, cioè le Leggi regionali, le Deliberazioni consiliari, gli atti di controllo ispettivo (Interpellanze e Interrogazioni), quelli di indirizzo politico (Mozioni, Risoluzioni, Ordini del Giorno) ed altri tipi di atti di tutte le Legislature. I fondi delle Commissioni permanenti e di quelle Speciali e d’Inchiesta, dei Comitati o di altri organismi promossi o coordinati dal Consiglio ad es. i Comitati di celebrazione per ricorrenze.

I fondi dei membri dell’Ufficio di Presidenza e quelli degli Organismi istituzionali: Difensore civico (dal 1974), CoReRat – Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo (1977- 2000) poi denominato CoReCom – Comitato regionale per le comunicazioni (dal 2000), Commissione regionale per le Pari opportunità (dal 1988) e il fondo aggregato della Consulta regionale femminile autonoma (1975-2002), Consiglio delle Autonomie locali (dal 1998).

Inoltre le serie relative alle attività istituzionali e di rappresentanza svolte dal Consiglio, iniziative culturali ed eventi come mostre, convegni e seminari, tra queste si segnalano la Festa della Toscana (dal 2000) e Pianeta Galileo (dal 2004). Tutte le serie riguardanti l’attività gestionale dell’ente, come la corrispondenza ricevuta e spedita, il materiale dei diversi uffici, gli atti interni di organizzazione (ad es. le Delibere dell’Ufficio di Presidenza, i Decreti del Segretario generale e i Decreti dirigenziali).

Il patrimonio archivistico si è andato arricchendo con la documentazione proveniente dai Gruppi consiliari: si tratta di 20 fondi di varia consistenza, alcuni risalenti agli anni ‘70 del 1900 come quello del Gruppo DC (1970-1995) o MSI (1970-1995) poi AN (1995-2000), altri agli anni ’80 come i Verdi (1985-2010); più numerosi quelli costituiti negli anni ’90 come Forza Italia (1995-2008), CDU-Cristiani Democratici Uniti (1995-2003), Socialisti Progressisti (1994-1995) poi Laburisti (1995-2000), il PPI-Partito Popolare, (1995-2000) e quelli a partire dagli anni 2000 come UDC-Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro (2003-2010), I Democratici (2000-2002) poi La Margherita (2002-2005), PdCI-Partito dei Comunisti Italiani (2000-2010), Rifondazione Comunista (2005-2010), SDI-Socialisti Democratici Italiani (2000-2007) poi PS-Partito Socialista (2007-2010).

Il fondo acquisito più di recente è quello della Federazione toscana dell’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa – AICCRE (1986-2010).

Sono inoltre conservate altre tipologie di materiali su diverso supporto come fotografie, manifesti, audiovisivi.

 




Archivio Storico del Comune di Firenze

Sede e contatti
Palazzo Bastogi, via dell’Oriuolo 33-35, 50122 Firenze
Telefono: 055.2616527
E-mail: archstor@comune.fi.it
luca.brogioni@comune.fi.it
giuseppe.cuscito@comune.fi.it
Sito web: http://wwwext.comune.fi.it/archiviostorico/
Orari di apertura: Lunedì 9-15.30; martedì, mercoledì e giovedì 9-18; venerdì 9-15.30. Sabato chiuso.

Organi direttivi
Comune di Firenze, Direzione Cultura Turismo e Sport, Servizio Biblioteche Archivi Eventi
Responsabile: Luca Brogioni, Giuseppe Cuscito

Breve storia e finalità
Il Comune moderno nasce dalle riforme illuministe settecentesche. Il 20 novembre 1781 Pietro Leopoldo di Lorena promulga l’editto che costituisce la Comunità di Firenze, separando l’amministrazione dello stato fiorentino assurto a stato regionale dall’amministrazione della città. Si succedono nel tempo la Mairie durante l’amministrazione francese (1808-1814), di nuovo la Comunità con la restaurazione e infine il Comune dal 1865 con la legge Lanza sulleamministrazioni locali del nuovo stato nazionale.

Tutti i documenti prodotti nell’esercizio delle funzioni si sono accumulati in diversi depositi dell’amministrazione gestiti dai diversi uffici dalla Segreteria generale, all’Istruzione fino alla deliberazione del Consiglio comunale, nel 1976, dell’istituzione di un apposito Servizio di Archivio storico, recependo la legge del 1963 sugli Archivi, che obbliga gli enti locali ad istituire una Sezione separata d’Archivio per i documenti relativi agli affari esauriti da oltre 40 anni.
La sede dell’Archivio storico venne individuata in Palazzo Bastogi, in via dell’Oriuolo, dove vennero riuniti tutti i fondi storici, permettendo così l’inizio dei lavori di riordinamento secondo il metodo storico e l’inventariazione informatizzata, vera attività pioneristica nel settore documentario.

L’Archivio, fonte per l’attestazione giuridica delle attività amministrative nel tempo e di informazioni per la conoscenza e la salvaguardia della memoria cittadina, come previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio  si impegna a:

  • accogliere la documentazione storica degli uffici comunali.
  • acquisire archivi di enti soppressi e di privati sotto forma, questi ultimi, di deposito o di donazione.
  • conservare e restaurare la documentazione.
  • schedare, ordinare e inventariare gli archivi, creando idonei strumenti di ricerca tramite l’applicazione delle tecniche informatiche e la diffusione dei dati in rete, al fine di garantire agli utenti la massima accessibilità ai documenti.
  • favorire la libera consultazione dei documenti inventariati e il rilascio di copie digitali.
  • valorizzare il patrimonio documentario e promuovere mostre, incontri, visite guidate, attività didattiche, formative e di orientamento
  • collaborare con la Soprintendenza Archivistica per la Toscana, l’Archivio di Stato e le altre Soprintendenze statali, con il sistema documentario SDIAF, con la Regione Toscana e la Provincia per collaborare alla storia comparata del territorio.

Patrimonio
L’Archivio storico conserva come nucleo principale tutti i documenti prodotti e ricevuti dall’amministrazione locale fiorentina dall’anno della sua istituzione avvenuta con l’editto di Pietro Leopoldo del 20 novembre 1781, fino al 1973. Il patrimonio documentario storico ammonta a circa 35.000 unità archivistiche ed a 50.000 elaborati grafici.

 




Archivio di Stato di Firenze

Sede e contatti
Viale Giovine Italia 6, 50122 Firenze
Telefono: 055.263201
Fax: 055.2341159
E-mail: as-fi@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistato.firenze.it/asfi/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 8.30-17.30; sabato 8.30-13.30. Nella giornata di sabato non viene effettuato nessun prelevamento di materiale documentario né di libri. È solo possibile consultare il materiale richiesto nei giorni precedenti e tenuto in deposito, o i microfilm e le riproduzioni digitali.
La Sala di Studio è CHIUSA nei giorni FESTIVI e per tre settimane nel mese di AGOSTO.

Organi direttivi
Direttore: Carla Zarrilli
Vicedirettore: Francesco Martelli

Breve storia e finalità
L’Archivio fiorentino ebbe origine nel 1852, come Archivio centrale dello Stato, istituito per volontà del granduca Leopoldo II su impulso di Francesco Bonaini, che ne fu l’organizzatore e primo direttore. Docente di diritto dell’università pisana, Bonaini era espressione del milieu culturale e politico che si raccoglieva attorno a Giovan Pietro Vieusseux e a Gino Capponi e chiedeva da tempo una piena e qualificata apertura delle fonti documentarie al pubblico uso storico.

Nel nuovo istituto affluirono le carte delle magistrature e degli uffici centrali del Granducato di Toscana anteriori al 1815, quali gli archivi Diplomatico, delle Riformagioni, Mediceo, delle Regie Rendite, del Regio Diritto, delle Decime granducali, del Monte Comune e Demanio e Corporazioni religiose soppresse. Si trattava di per lo più di carte provenienti da concentrazioni archivistiche risalenti al Medioevo, alla Repubblica fiorentina, che furono ordinate secondo criteri metodologici innovatori, codificati nel paradigma del “metodo storico”.
Dopo l’Unità d’Italia, stabilito che gli Archivi di Stato ricevessero la documentazione non più utile all’amministrazione corrente, anche l’Archivio di Stato di Firenze accolse i primi versamenti di carte degli uffici periferici dello Stato unitario. Altre acquisizioni importanti furono le carte dello Stato civile Toscano (1808-1865), l’archivio notarile moderno, il catasto toscano del secolo XIX e i numerosi archivi privati acquistati, donati o depositati.

L’Archivio di Stato di Firenze, attualmente, secondo quanto previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. leg.vo 42/2004) e nell’ambito delle linee di indirizzo indicate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo entro il quale è inserito, esercita le attività relative alla conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico che esso conserva.

La sala di studio dell’Archivio fiorentino con le sue circa 17.000 presenze annue è la più frequentata d’Italia , gli utenti non italiani sono attualmente 1 su 5. Alle presenze fisiche in Sala di studio vanno aggiunti adesso i dati sugli accessi al sito web

Dalle origini fino al 1988 l’Archivio di Stato di Firenze ha avuto sede nel palazzo degli Uffizi. Colpito dall’alluvione del 1966, l’Archivio è stato nel 1988 trasferito nel nuovo edificio di Piazza Beccaria, progettato da Italo Gamberini e inaugurato ufficialmente il 4 febbraio 1989.

I compiti e i servizi: l’Archivio in particolare:

  • conserva archivi e  documenti originali di interesse storico (secc. VIII-XX) e ne assicura la consultazione per finalità di studio e di ricerca
  • promuove e realizza progetti ed eventi culturali che consentono la valorizzazione del patrimonio archivistico conservato
  • svolge attività scientifiche ed educative atte a favorire la diffusione delle conoscenze del patrimonio archivistico conservato
  • svolge attività di tutela nei confronti degli archivi correnti degli Organi e Uffici periferici dello Stato nella provincia di Firenze
  • Presso l’Archivio di Stato di Firenze, come presso altri 16 tra i maggiori Archivi di Stato italiani, è attiva una Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica. Si tratta di un corso di durata biennale, il cui funzionamento è regolato dalla “legge sugli archivi” del 1963 (art.14 del D.P.R. n.1409 del 30 .9.1963.

Patrimonio
L’Archivio di Stato di Firenze conserva oltre 75 Km di materiale documentario, dall’VIII sec. ai nostri giorni, raccolto in più di 600 fondi e costituito dalle più diverse tipologie (carteggi, diplomi, codici miniati, statuti, disegni, carte nautiche e geografiche)  che recano iscritta la memoria storica di Firenze e della Toscana e che fanno dell’Archivio un punto di riferimento per ricercatori di tutto il mondo.

La parte preponderante della documentazione è quella prodotta da magistrature e uffici dello stato dalle origini del comune fiorentino fino alla fine del granducato di Toscana e, per quanto riguarda l’Italia postunitaria  le carte non più occorrenti alle esigenze di servizio degli organi dell’amministrazione statale della provincia di Firenze. Ma conserva anche protocolli e atti notarili anteriori all’ultimo centennio, archivi di enti religiosi, di ospedali, società e imprese, di famiglie e di persone.




Fondazione Archivio Diaristico Nazionale Onlus

Sede e contatti
Sede legale: Piazza Plinio Pellegrini, 1, 52036 Pieve Santo Stefano AR.
Sede operativa: Piazza Amintore Fanfani, 14, 52036 Pieve Santo Stefano AR.
Telefono: 0575.797730; -797731
E-mail: adn@archiviodiari.it
Sito web: http://archiviodiari.org/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 8:30-13 e 15-18; è consigliata la prenotazione.
Chiuso sabato, domenica e festivi.

Organi direttivi
Presidente: Albano Bragagni
Vicepresidente: Lisa Marri
Direttore scientifico: Camillo Brezzi
Direttrice organizzativa: Natalia Cangi.

Breve storia e finalità
L’Archivio Diaristico Nazionale nasce come centro italiano di raccolta delle scritture autobiografiche nel 1984, su iniziativa del giornalista e scrittore Saverio Tutino e per volontà del Comune di Pieve Santo Stefano. Dal 1991 diviene una Fondazione con personalità giuridica privata, riconosciuta inizialmente dalla Regione Toscana e, il 7 giugno 2000, con Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali. La Fondazione Adn, per la sua vocazione di raccolta pubblica e pubblicamente fruibile, non ha fini di lucro.

Il 16 luglio 1999 ottiene dalla Sovrintendenza Archivistica per la Toscana la notifica di “Archivio di notevole interesse storico” ai sensi del D.P.R. del 30 settembre 1963, n° 1409. La motivazione della certificazione è così esplicitata: “Archivio in oggetto costituisce la più importante raccolta sul territorio nazionale di diari personali, memorie, epistolari e, in generale, di documenti di tipo memorialistico”.
Il 3 giugno 2009 l’Archivio riceve dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la notifica relativa alla Dichiarazione di interesse culturale (di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 – Codice dei Beni Culturali) con la seguente motivazione: “Perché costituisce un complesso di eccezionale valore storico, riunendo un complesso di diari, memorie ed altri scritti inediti, testimonianze orali e fotografiche relativi ai vari aspetti della storia, del lavoro e della vicenda umana costituendo un complesso di fonti di interesse antropologico utili a documentare, tra l’altro, la storia italiana ed europea”.

Patrimonio
Il patrimonio dell’Archivio, costituito da circa 7000 scritti autobiografici, in continuo incremento, è interamente catalogato, con il software Cds/Isis fornito in Italia dalla Dba per conto dell’Unesco. Per completare la catalogazione informatica, la Fondazione ha ricevuto finanziamenti dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Arezzo e dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. É stato realizzato dall’Ufficio centrale dei Beni Archivio centrale di Stato, Archivio. I cataloghi Archivio, sia del fondo inedito (6515 testi) che della sua biblioteca di saggi e volumi Opac del polo bibliotecario aretino. Nel 2014 il sistema di catalogazione verrà sostituito da EOS.web.

Molti dei 7000 testi sono arrivati di anno in anno per partecipare al Premio Pieve Saverio Tutino, al quale possono partecipare diari, memorie ed epistolari. Oltre cento diari che hanno partecipato al premio, sono stati pubblicati presso case editrici di prestigio, come Einaudi, Mondadori, Giunti, Baldini & Castoldi, Mursia, Il Mulino. Con il titolo Terra matta, l’editore Einuadi ha pubblicato nel marzo 2007 l’opera di Vincenzo Rabito, vincitore del concorso 2000, ritenuta da molti esponenti del mondo culturale, nonché dallo stesso Ministero per i beni culturali, un capolavoro letterario.